Mas que nada di Federica Perazzoli alla Massimodeluca

"Il ricordo non lo vedo come qualcosa di nostalgico, è solo passato, memoria." Spiega l'artista nell'intervista, "Con questa mostra è come se costruissi un archivio infinito del mio vissuto."
3 Giugno 2018
Federica Perazzoli, Mas que nada, installazione ambientale, dimensione variabile (dettagli), courtesy l'artista e Galleria Massimodeluca

Federica Perazzoli, Mas que nada, installazione ambientale, dimensione variabile (dettagli), courtesy l’artista e Galleria Massimodeluca

Mas que nada è il titolo dell’esposizione di Federica Perazzoli a cura di Giorgio Verzotti: si tratta di un’installazione ambientale che invade lo spazio della galleria Massimodeluca, uno spazio abitativo sia intimo ed esclusivo che accogliente verso il visitatore.
Il progetto espositivo è stato realizzato in occasione della 16ma Biennale di Architettura di Venezia e ripropone l’idea di una dimensione architettonica intrisa di ricordi e di vissuto.

Seguono di Laura Rositani a Federica Perazzoli —

Laura Rositani: Per quanto riguarda l’aspetto della mostra maggiormente legato all’emotività: l’installazione è un tentativo di dare ordine al caos, una sorta di trasposizione della confusione dei ricordi che con il tempo diventano meno nitidi? Può essere considerata come una metafora della difficoltà del districarsi all’interno di un dolore così grande, quale la perdita di un padre?

Federica Perazzoli: La volontà è quella di non dare ordine al caos, ma di continuare a ricordare , riempendo lo spazio in ogni angolo di ritagli di giornali, di parole di immagini, di fotografie, di oggetti, rafforzando il ricordo, per non distruggerlo. Volente o nolente il ricordo stabilisce il mio presente , il mio futuro. Attraverso di esso, e la sua conseguente emotività, posso rafforzare ancora di più le mie radici. Il ricordo non lo vedo come qualcosa di nostalgico, è solo passato, memoria. È come se costruissi un archivio infinito del mio vissuto.
E’ da quando sono bambina che raccolgo materiale; materiale per il mio lavoro e non ho mai smesso di farlo. Non necessariamente il ricordo deve essere dolore, si può ricordare rimanendo distaccati. Il nostro cervello nel corso della vita ha strati e strati di memoria.  Cerco di fare proprio questo, stratificare il vissuto. La stessa cosa vale per la pittura, stratificare, cancellare, e nuovamente stratificare.

Federica Perazzoli, Mas que nada, installazione ambientale, dimensione variabile (dettagli), courtesy l'artista e Galleria Massimodeluca

Federica Perazzoli, Mas que nada, installazione ambientale, dimensione variabile (dettagli), courtesy l’artista e Galleria Massimodeluca

LR: Gli oggetti utilizzati hanno un’origine precisa?

FP: Nel caso di questa installazione, il corpo, il tema centrale, si sviluppa intorno al tavolo con quattro piatti e una chitarra. Il tavolo che era di mio padre , i quattro piatti che mi ricordano il desco famigliare e la chitarra, sempre di mio padre che amava suonare.

LR: L’esposizione ha inaugurato da pochi giorni ma, per quello che ti è stato possibile già notare, che reazione hanno avuto le persone che si sono interfacciate con il tuo lavoro? Si sono sentiti rifiutati da una dimensione così intima o piuttosto si sono voluti spingere oltre?
Per certi versi, hai voluto i far si che i visitatori possano in qualche modo legare alcuni oggetti ai propri ricordi secondo un procedimenti di libere associazioni?

FP: L’intenzione è quella di raccontare, e assolutamente sì, fare in modo che i visitatori possano legare gli oggetti o le immagini ai propri ricordi. Penso che molti visitatori abbiano avuto una reazione empatica, che li ha inevitabilmente riportati al loro vissuto, suscitando emozioni diverse ma forti. C’è stato anche chi non ha varcato la “ soglia “, semplicemente perché c’era della terra e altri elementi sul pavimento. E devo dire a tal proposito che volontariamente nelle mie installazioni, rendo sempre il percorso un po’ tortuoso e fastidioso, proprio perché non è facile entrare nella vita di uno “ sconosciuto “.
Gli oggetti utilizzati sono prevalentemente cose mie , appartenute alla mia quotidianità, cose d’altri, come il vestito da sposa di mia nonna, e anche cose trovate nel tempo. La porta d’ingresso ad esempio l’ho trovata per strada.

Federica Perazzoli, Mas que nada, installazione ambientale, dimensione variabile (dettagli), courtesy l'artista e Galleria Massimodeluca

Federica Perazzoli, Mas que nada, installazione ambientale, dimensione variabile (dettagli), courtesy l’artista e Galleria Massimodeluca

LR: Il titolo della mostra rimanda a una canzone del 1963 di Jorge Ben, una canzone tipo samba brasiliana. L’espressione assume vari significati, fra i quali “ma dai”, “ma certo” o “figurati”. Che tipo di corrispondenza c’è con la mostra? A parte il forte legame con il ricordo, c’è qualche corrispondenza anche con la traduzione del titolo?

FP: “Mas que nada”, era la canzone preferita di mio padre, che spesso suonava. E visto che sul tavolo all’interno della casa c’è la chitarra di mio padre, ho voluto dare proprio questo titolo alla mostra, e il fatto che come giustamente fai notare, il titolo ha vari significati che mi sembravano perfetti per quello che stavo per costruire. “Ma dai”,” ma certo” , “ma figurati”, ridimensionava tutto, toglieva quel senso di drammaticità che spesso è legato al ricordo.

Federica Perazzoli, Mas que nada, installazione ambientale, dimensione variabile (dettagli), courtesy l'artista e Galleria Massimodeluca

Federica Perazzoli, Mas que nada, installazione ambientale, dimensione variabile (dettagli), courtesy l’artista e Galleria Massimodeluca

Federica Perazzoli, Mas que nada, installazione ambientale, dimensione variabile (dettagli), courtesy l'artista e Galleria Massimodeluca

Federica Perazzoli, Mas que nada, installazione ambientale, dimensione variabile (dettagli), courtesy l’artista e Galleria Massimodeluca

Federica Perazzoli, Mas que nada, installazione ambientale, dimensione variabile (dettagli), courtesy l'artista e Galleria Massimodeluca

Federica Perazzoli, Mas que nada, installazione ambientale, dimensione variabile (dettagli), courtesy l’artista e Galleria Massimodeluca

Federica Perazzoli, Mas que nada, installazione ambientale, dimensione variabile (dettagli), courtesy l'artista e Galleria Massimodeluca

Federica Perazzoli, Mas que nada, installazione ambientale, dimensione variabile (dettagli), courtesy l’artista e Galleria Massimodeluca

Federica Perazzoli, Mas que nada, installazione ambientale, dimensione variabile (dettagli), courtesy l'artista e Galleria Massimodeluca

Federica Perazzoli, Mas que nada, installazione ambientale, dimensione variabile (dettagli), courtesy l’artista e Galleria Massimodeluca

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