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Marcellizziamoci … Le MARTELLATE di Marcello Maloberti alla Triennale di Milano

La sensazione è quella di un rumore di fondo martellante: una voce costante e penetrante che ci martella con aforismi sensati, insensati, seri e semi-seri. Battute e battutacce, pensieri e sentenze, come una continua cantilena ci attraggono e distraggono. Sì...

MARTELLATE – Marcello Maloberti -Triennale di Milano 2022 – Foto di Andrea Rossetti

La sensazione è quella di un rumore di fondo martellante: una voce costante e penetrante che ci martella con aforismi sensati, insensati, seri e semi-seri. Battute e battutacce, pensieri e sentenze, come una continua cantilena ci attraggono e distraggono. Sì perchè mentre si ascolta questa laica litania, il nostro occhio è rapito dalle brevi scritte che, nero su bianco, recitano, più essenziali, le tante voci che si disperdono nell’aria. Siamo nel Implivum della Triennale di Milano dove Marcello Maloberti raccoglie, per la prima volta, una numerosa serie di MARTELLATE scritte a pennarello su carta e incorniciate in grandi e spesse cornici nere (una raccolta trentennale). Senza fiato, con pochissimo spazio tra una teca e l’altra, si susseguono le tanto voci che animano e raccontano la complessa personalità di un artista come Marcello Maloberti. Come un registratore ad intermittenza, l’artista sembra aver origliato il mondo, raccogliendone riflessioni, idiosincrasie, idee, paradossi, emozioni per poi restituircele come stringati slogan che fanno sorridere e al tempo stesso intristiscono, che irritano e danno conforto, che chiariscono e confondono. 

Se le scritte nero su bianco, ‘marmoree’ si fissano nella memoria, appunto come un tratto nero sulla carta bianca, le frasi pronunciate da Lydia Mancinelli, compagna di vita di Carmelo Bene, che udiamo nella grande stanza, sembrano il flusso di coscienza di una personalità multipla che tutto racconta e disfa, che irride sé stessa e il mondo (dell’arte) intero. Il sonoro riproduce il vinile prodotto in collaborazione tra l’artista e XING (Bologna) dal titolo LYDIA MANCINELLI LEGGE MARCELLO MALOBERTI. MARTELLATE SCRITTI FIGHI 1990 – 2020. 

MARTELLATE – Marcello Maloberti -Triennale di Milano 2022 – Foto di Andrea Rossetti

…sono uguale vestito, da luogo a luogo, Marcello poverello, Marcello bello, Marcello pisello, Marcello torello, Marcello porcello, Marcello uccello, Marcello bruttarello, Marcello, Marcello Marcello martello, Marcello coltello, Marcello cammello…  
…miglior performance, il turista che cade in un buco di Kabul, la tela rotta in testa a Marina Abramovic… strofinare margherite ferite, davanti ai bambini preferisco chiuderli gli occhi, per valutare il disfacimento del corpo è indispensabile rapportarne la gravità all’altezza da cui è precipitato… lo smoking è nudo.. la voce è tramonto… amo solo ad alta voce… il pubblico è il mio corpo, le persone troppo buone mi fanno paura, la scultura è l’erezione mattutina, voglio che si sappia che vado sempre in fissa, sia lodato l’imprevisto sempre sia lodato…

Come scrive Damiano Gullì nel ‘rimbalzante’ testo che accompagna la mostra “Parole e frasi si fanno segno, dispositivi estetico-significanti, perfetto contraltare – ma allo stesso tempo coerente integrazione/comprensione – a tutto l’operato artistico di Maloberti. E, non ultimo, tratteggiano il suo più fedele, sincero, idiosincratico, autoritratto.” 

Parola scritta, parola parlata, parola vissuta: questa è la parola che, come un suono sordo e secco, esce da un ideale martello che batte, abbatte e trita. Un rumore che, come il martello che forgia le forme, ecco che la parola forgia il senso, i significati. O ritma l’assurdita della vita e dell’arte.

Ritratto – Marcello Maloberti – Foto di Andrea Rossetti