Marisa e Mario Merz – MACRO, Roma

Roma è un po’ lo sfondo dell’amorosa compresenza delle opere dei coniugi, soprattutto per quando riguarda i lavori di Marisa Merz
21 Aprile 2016

  • Marisa e Mario Merz, Sto in quella curva di quella montagna che vedo riflessa in questo lago di vetro. Al tavolo di Mario - MACRO, Roma 2016 - Dettagli mostra
  • Marisa e Mario Merz, Sto in quella curva di quella montagna che vedo riflessa in questo lago di vetro. Al tavolo di Mario - MACRO, Roma 2016 - Dettagli mostra
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Nel 1956 Mario Merz sposa Marisa, unica donna accettata dal gruppo degli artisti dell’Arte Povera. Il loro rapporto, durato oltre cinquant’anni, ha prodotto una serie di opere realizzate a quattro mani, alcune delle quali visibili nella mostra allestita al MACRO fino al 12 giugno. Curata da Claudio Crescentini, Costantino D’Orazio e Federica Pirani e promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con la Fondazione Merz di Torino, la mostra riunisce i lavori dei due artisti con un’attenzione particolare ai progetti realizzati a Roma e per Roma, con il contributo delle preziose fotografie di Claudio Abate.

La carriera di Marisa e Mario Merz si è sviluppata simultaneamente nell’ambito dell’Arte Povera: entrambi hanno riflettuto sui principali temi del movimento (i materiali poveri, le forme organiche, la natura e le strutture originarie del linguaggio – in contrapposizione con l’arte “ricca” a loro contemporanea come Pop Art e Minimalismo) sviluppando un lavoro autonomo e soggettivo. Opere molto diverse e personali che però quando dialogano, come in questa mostra, si avvicinano con tanta delicatezza e rispetto l’una all’altra da rivelare l’affiatamento e la reciproca stima che ha accompagnato i due artisti per tutta la loro vita.

La mostra si apre con la spirale di Mario Merz progettata per i Fori Imperiali nel 2003 (anno della sua morte), per la prima volta installata in posizione verticale, come avrebbe voluto l’artista, e continua con due tavoli in vetro, uno circolare, l’altro spiraliforme, realizzati da Mario per le teste di argilla e le sculture in cera di Marisa, perfetto supporto di fredda e sinuosa trasparenza per le i suoi volumi caldi, raffinati e sognanti.

Roma è un po’ lo sfondo dell’amorosa compresenza delle opere dei coniugi, soprattutto per quando riguarda i lavori di Marisa Merz. Tra gli anni Sessanta e Settanta Marisa realizza diversi progetti nella Capitale: nel 1970 una mostra personali alla Galleria L’Attico di Fabio Sargentini e un’azione all’Aeroporto dell’Urbe realizzata insieme a Mario e nel 1975 un’altra personale. Di valore inestimabile sono le fotografie di Claudio Abate, che non solo documentano le azioni (anche le meno conosciute come quelle al Villaggio dei Pescatori di Fregene o sul litorale romano) ma anche le mostre di inizio anni Settanta, quando l’Attico era ancora un garage.

Ma l’esposizione, dal poetico titolo “Sto in quella curva di quella montagna che vedo riflessa in questo lago di vetro. Al tavolo di Mario”, è anche un’occasione per osservare una certa quantità di opere di Marisa Merz, che quest’anno compie 85 anni e nel 2013 ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera della Biennale di Venezia. Il lavoro di Marisa ha sicuramente goduto di meno notorietà rispetto a quello del coniuge, forse perché meno incisivo nei temi e nei materiali (di Mario Merz chiunque ricorda soprattutto i neon e l’ossessione per la serie di Fibonacci, che sono diventati un po’ il suo brand). Marisa invece ha sempre sperimentato temi e materiali con una certa vaghezza e molto garbo: colpisce l’eleganza delle sculture fatte con il nylon, dei ricami in filo di rame, delle installazioni con la cera. Chiudono la mostra i dipinti realizzati negli ultimi anni su carta e metallo, grandi angeli femminili che rivelano, pur contenendo ancora un po’ della delicatezza che ha contraddistinto tutta la carriera dell’artista, un’ostinazione, potente e prepotente, a perpetuare il proprio gesto artistico, instancabilmente.

La mostra si avvale di prestiti dalla Fondazione Merz, dal MAXXI, dal Madre e da collezioni private ed è accompagnata da un catalogo pubblicato da Manfredi Edizioni che raccoglie le fotografie storiche di Claudio Abate.

MARISA E MARIO MERZ

Sto in quella curva di quella montagna che vedo riflessa in questo lago di vetro. Al tavolo di Mario – Con una testimonianza fotografica di Claudio Abate

A cura di Claudio Crescentini,  Costantino D’Orazio e Federica Pirani

18 febbraio – 12 giugno 2016

MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma

Marisa e Mario Merz presso la Galleria L'Attico,   1969  -Foto di Claudio Abate

Marisa e Mario Merz presso la Galleria L’Attico, 1969 -Foto di Claudio Abate

Mario Merz - Un segno nel Foro di Cesare,   2003 (sala Macro) Roma

Mario Merz – Un segno nel Foro di Cesare, 2003 (sala Macro) Roma

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