Marco Raparelli – Tutto quello che si muoveva intorno a noi era il vento | Ex Elettrofonica, Roma

Raparelli è un osservatore attento, a tratti cinico, di tutto ciò che lo circonda: il suo è uno sguardo lucido e scanzonato sulle ombre della contemporaneità, restituita con un guizzo deciso che dal pennarello arriva direttamente al foglio.
14 Novembre 2019
Marco Raparelli – Tutto quello che si muoveva intorno a noi era il vento | Ex Elettrofonica, Roma

C’è una storia legata all’illustrazione che affonda le proprie radici nella controcultura e nella stampa alternativa degli anni ’70. Search & Destroy e Sniffin’ Glue sono soltanto due delle riviste che hanno maggiormente influenzato la cultura visiva di quegli anni, radicata nella convinzione che la distribuzione più o meno clandestina di materiali, fanzine e illustrazioni,  garantisse la sopravvivenza di un afflato e di una tensione immaginativa che sottendevano un senso di appartenenza a quella controparte, radicale e politicamente scorretta, che voleva porsi come valida alternativa all’appiattimento cui si sarebbe inevitabilmente andati incontro.
Con una pratica disegnativa legata all’illustrazione in bianco e nero dei comics, Marco Raparelli dà vita a un universo di personaggi bizzarri, con un tratto nero affilato da cui si originano storie e scene intente a ritrarre in momenti di vita più o meno ordinaria le figure protagoniste di illustrazioni, acquerelli, animazioni.
Per la sua seconda personale presso gli spazi di Ex Elettrofonica a Roma, Raparelli, che spazia dal disegno alla video-animation passando per l’installazione, presenta una serie di disegni, acquerelli e piccole installazioni che si situano con destrezza nello spazio straordinariamente connotato della galleria. Egli è un osservatore attento, a tratti cinico, di tutto ciò che lo circonda: il suo è uno sguardo lucido e scanzonato sulle ombre della contemporaneità, restituita con un guizzo deciso che dal pennarello arriva direttamente al foglio.

Marco Raparelli, Human is a state of mind, china su carta, cm 15×20
Marco Raparelli , Sabato pomeriggio 2016, china su carta, cm 24×30

Nella sua pratica, immagine e parola diventano due elementi interagenti; le frasi, che accompagnano le illustrazioni o che vivono di vita propria occupando interamente il foglio, sono trascritte in lettere capitali con un inglese facilmente riconoscibile, globalizzato: una common language, un codice linguistico elementare, condivisibile a livello universale. Ciò che traspare non è il carattere apodittico dello statement, una verità incontrovertibile che viene pontificata, bensì un gergo scanzonato che ricorda molto da vicino il motto di spirito. La battuta giusta detta al momento giusto. In questo si sostanzia tutto il potenziale sarcastico dei lavori di Raparelli, che partendo da un’osservazione quasi maniacale di ciò che gli gira intorno arriva a codificare, attraverso gesti semplici, figure ridotte all’osso, frasi dirette e incisive, un linguaggio organico in cui parola e immagine sono necessarie e interrelate. Vengono descritte le manie, la solitudine, la poesia, la nostalgia, lo smarrimento di un universo iper-accelerato in cui ci si perde e, contemporaneamente, ci si ritrova, spesso senza soluzione di continuità. Tiny man looking for a way out of enormas hole, ad esempio, è un individuo minuscolo, talmente piccolo da perdersi in una profonda voragine, nel tentativo di uscirne, mentre una folla irriconoscibile, i tanti “uomini senza qualità” alla Musil, osserva la scena da lontano, sull’orlo del precipizio. Dall’altra parte però, How I’d make you feel better sembra essere un elenco di tips, uno di quegli elenchi con cui tutti siamo ormai familiari. A differenza dei “dieci luoghi da visitare” o delle “dieci cose da fare in città”, Raparelli annota dei piccoli gesti che raccolgono la semplicità e la genuinità delle relazioni. È così forse che, pur essendo tutti allo stesso modo immersi nella dilatazione programmata di una società che impone le proprie ossessioni, ritroviamo una possibilità di riscatto nell’esercizio critico dell’ironia e nella sostenibilità delle emozioni.

Marco Raparelli – Tutto quello che si muoveva intorno a noi era il vento | Ex Elettrofonica, Roma .
Marco Raparelli, Save us god….2019, china su carta, cm 15×20
Marco Raparelli – Tutto quello che si muoveva intorno a noi era il vento | Ex Elettrofonica, Roma
Marco Raparelli – Tutto quello che si muoveva intorno a noi era il vento | Ex Elettrofonica, Roma – INstallation view
Marco Raparelli – Tutto quello che si muoveva intorno a noi era il vento | Ex Elettrofonica, Roma – INstallation view
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