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…e allora Mambo! Programmazione 2020

AGAINandAGAINandAGAINand ha inaugurato al MAMbo la scorsa settimana in occasione di ART CITY e Arte Fiera segnando l’inizio della nuova stagione espositiva del museo bolognese. Un primo appuntamento che conferma e consolida le linee curatoriali lanciate dal direttore Lorenzo Balbi...

Aldo Giannotti, Next steps of MAMbo, Disegno, 2020 Courtesy l’artista

AGAINandAGAINandAGAINand ha inaugurato al MAMbo la scorsa settimana in occasione di ART CITY e Arte Fiera segnando l’inizio della nuova stagione espositiva del museo bolognese. Un primo appuntamento che conferma e consolida le linee curatoriali lanciate dal direttore Lorenzo Balbi nel 2018. Come anticipato nell’intervista rilasciata in occasione della presentazione del programma di ART CITY, la Sala delle Ciminiere si pone da una parte sempre di più come punto nodale della ricerca sulle nuove generazioni di artisti italiani e internazionali, sui media sperimentali e sui nomi emergenti, dall’altra come spazio dedicato ad artisti dalla carriera consolidata, ma che non sono mai stati protagonisti di una personale istituzionale.

Visitabile fino al 3 maggio 2020, la collettiva in corso nella Sala delle Ciminiere sul tema del loop e della ciclicità del tempo, lascerà dunque spazio tra giugno 2020 e gennaio 2021 a Safe and Sound prima antologica di Aldo Giannotti. È proprio il Leone d’oro alla Biennale di Venezia a regalare al MAMbo l’immagine guida di questa stagione 2020, “Next steps of  mambo è l’ironica rappresentazione della serietà progettuale ritmata dell’istituzione composta quest’anno da dieci eventi principali che ne costituiscono l’ossatura”.
Il progetto di Giannotti si configura in primo luogo come un intervento sulla struttura stessa del museo, per ripensarne lo spazio, il modo di attraversarlo e usufruirne da parte dei visitatori. L’esposizione di installazioni e disegni dell’artista sarà visitabile solo seguendo circuiti ben definiti, percorsi obbligati, che condurranno a esplorare il MAMbo da prospettive inedite.
Una mostra che “come tradizione è dedicata all’arte italiana seguendo la scia di That’s IT! e Un certo numero di cose, prima personale in un’istituzione italiana di Cesare Pietroiusti. La mostra si focalizza su nuove produzioni legate al tema della sicurezza, opere che mettono in gioco il visitatore e la struttura museale stessa, e che sarà accompagnata da una pubblicazione antologica che come nei casi precedenti assumerà una forma ulteriore rispetto al catalogo” racconta Lorenzo Balbi.

Aldo Giannotti, Security I , Foto su dibond, 1×1,60 m Courtesy l’artista
Aldo Giannotti_ Security II, Disegno, Dimensione variabile Courtesy l’artista

Conferma il suo ruolo di spazio di indagine sulle dinamiche artistiche legate al territorio, al contesto bolognese e regionale, lo spazio della Project Room che dopo La Galleria de’ Foscherari 1962 – 2018 ospiterà La Stanza Rossa 1992 – 1998. Trasversalità artistiche e realtà virtuali a cura di Carmen Lorenzetti e Stefano Righetti. “Una mostra concepita attorno e sull’omonima rivista bolognese degli anni Novanta punto di riferimento per la riflessione e discussione nell’ambito dei nuovi media, capace di raccogliere gli artisti allora emergenti oggi parte del dibattito artistico”. Una storia che verrà percorsa con documenti dell’epoca e attraverso l’opera di quattro autori rappresentativi delle diverse tendenze di quel decennio quali Studio Azzurro, Giacomo Verde, Tommaso Tozzi e Mario Canali.
Il racconto del fermento culturale bolognese continua con Hidden Displays. Il non realizzato a Bologna 1975 – 2020 una sorta di indagine a cura del progetto MoRE – MoRE Museum of refused and unrealised art projects,  (Elisabetta Modena e Valentina Rossi) tra materiali d’archivio e rapporti istituzionali alla scoperta dei progetti non realizzati dalla nascita della GAM – oggi MAMbo, e Azioni in Super8. Film e performance allo Studio Bentivoglio che ripercorrerà l’uso del media filmico nelle esperienze performative dello storico laboratorio artistico bolognese fondato nel 1965 e attivo fino a tutti gli anni Settanta.

Se la mostra Muntadas. Interconnessioni segna l’appuntamento annuale a Villa delle Rose con l’arte internazionale, la quarta edizione di ROSE Residency Programme porta negli spazi dell’edificio storico immerso nel verde di via Saragozza le sperimentazioni di artisti emergenti selezionati nell’ambito della Residenza per Artisti Sandra Natali.
Protagonista Helen Dowling, con un progetto a cura di Giulia Pezzoli.
“Una quarta edizione concepita come un’esperienza offerta che permetterà a Helen Dowling di soggiornare a Bologna per due mesi realizzando un progetto pensato per la settecentesca villa in dialogo con la storia della città.” Spiega Balbi. “Un progetto artistico che prenderà forma solo con il passare del tempo” e del quale lo stesso direttore Balbi scoprirà il risultato insieme al pubblico.”

Davide Bertocchi, Faro, Progetto per una rotonda a Sant’Agata Bolognese (BO), 2002
Helen Dowling, Ritratto