Sharon Lockhart, Movimenti e Variazioni | Fondazione Fotografia di Modena

Per questa mostra l’artista ha prodotto un nuovo corpus di lavori concepiti ad hoc per gli spazi della Fondazione , momentaneamente ospitata presso un’ex-fabbrica di tabacco.
24 Aprile 2018

La personale di Sharon Lockhart “Movimenti e Variazioni” è la prima esposizione che inaugura presso la sede temporanea del MATA-Ex Manifattura Tabacchi, da quando la Fondazione Fotografia di Modena si trova sotto l’egida della nuova FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE. La mostra, a cura di Diana Baldon e Adam Budak, presenta nuovi lavori della fotografa americana, che per la prima volta si cimenta anche con la scultura.

Nove grandi foto, quasi in bianco e nero, scandiscono lo spazio, ma è il nitore del contrasto e la ridotta varietà cromatica che queste opere di fotografia concettuale emanano a trarre in inganno. Ritraggono tutte la modella Sichong Xie mentre brandisce calchi bronzei di bastoni in varie pose. “Nine Sticks in Nine Movements”, (2018), è la serie fotografica prodotta per la prima mostra monografica in un museo italiano dell’artista americana Sharon Lockhart, dopo la sua partecipazione al Padiglione polacco per la 54° Biennale di Venezia. La mostra ruota attorno a questa serie di posture nette, ieratiche e teatrali, dalle atmosfere sospese benché studiatissime.

Per “Movimenti e variazioni” l’artista ha prodotto un nuovo corpus di lavori concepiti ad hoc per gli spazi della Fondazione Fotografia di Modena, momentaneamente ospitata presso un’ex-fabbrica di tabacco. Con l’aiuto di Chiara Dall’Olio della Fondazione Fotografia di Modena, Lockhart ha vagliato l’archivio della Fondazione alla ricerca della storia cittadina, delle testimonianze sulle sue fabbriche e sui suoi operai. Di qui sono state selezionate alcune foto inedite dall’Archivio Botti e Pincelli realizzate a metà anni sessanta; gli scatti potrebbero benissimo passare per le coeve performance Fluxus o di artisti concettuali d’oltrecortina, in realtà sono contadini e operai che protestano contro i provvedimenti del governo versando barili di latte sull’asfalto o distribuendo patate per la strada ai passanti.

Sharon Lockhart. Movimenti e Variazioni. Installation view. Foto Rolando Paolo Guerzoni

Sharon Lockhart. Movimenti e Variazioni. Installation view. Foto Rolando Paolo Guerzoni

A questi gesti provocatori, radicali e politici Lockhart ha voluto dedicare la mostra, sviluppando e approfondendone la gestualità, coerentemente col contesto di ex fabbrica in cui la mostra è ospitata e, nella fattispecie, di fabbrica in cui la manodopera era prettamente femminile; l’artista riporta perciò l’attenzione sul corpo femminile, sui suoi gesti, sulla sua agency, nonché sulle condizioni di lavoro. In mostra sono difatti esposti anche alcuni registri su cui si annotavano le sanzioni disciplinari verso gli operai che disobbedivano; questi insoliti e intimidatori documenti fanno il paio alle foto che aprono la mostra: “Dirty Don’s Delicious Dogs”, “Moody Mart” e “Handley’s Snack Stop”, (tutte 2008), dalla serie “Lunch Break”, in cui Lockhart documenta i banconi da lavoro dove si mimetizzano merendine e snack vendute abusivamente dai lavoratori ad altri lavoratori, come simbolizzazione dell’autodeterminazione e segno d’insubordinazione ai superiori che ne vietavano espressamente la vendita.

Tuttavia il cuore della mostra rimane il dialogo fatto di richiami fra le nove foto e la produzione sculturale dell’artista “A Bundle and Five Variations” (2018), serie di sei composizioni dei calchi di rami di manzanita, ippocastano e noce nero presenti anche negli scatti. Qui l’artista, in collaborazione col maestro d’ikebana Ravi GuneWardena, ha raggruppato i rami secondo canoni di perfezione ed equilibrio, tanto accurati quanto apparentemente spontanei, che richiamano le posture sospese, rallentate, quasi congelate delle foto. Al limite fra la protesi estetica e la reliquia politica queste installazioni fungono da controcanto alle pose delle foto, che costituiscono un’enciclopedia visiva di un arsenale di gesti dai potenziali eversivi, e di resilienza come l’hanno definita i curatori, intesa sia come auspicio sia come invito agli spettatori.

Sharon Lockhart, Nine Sticks in Nine Movements: Movement Three 2018  Stampa cromogenica incorniciata 128,8 x 103,8 cm   © Sharon Lockhart, 2018 Courtesy l’artista, neugerriemschneider, Berlino e Gladstone Gallery, New York e Bruxelles

Sharon Lockhart, Nine Sticks in Nine Movements: Movement Three 2018 Stampa cromogenica incorniciata 128,8 x 103,8 cm © Sharon Lockhart, 2018 Courtesy l’artista, neugerriemschneider, Berlino e Gladstone Gallery, New York e Bruxelles

Sharon Lockhart, Nine Sticks in Nine Movements: Movement Nine 2018  Stampa cromogenica incorniciata  © Sharon Lockhart, 2018 Courtesy l’artista, neugerriemschneider, Berlino e Gladstone Gallery, New York e Bruxelles

Sharon Lockhart, Nine Sticks in Nine Movements: Movement Nine 2018 Stampa cromogenica incorniciata © Sharon Lockhart, 2018 Courtesy l’artista, neugerriemschneider, Berlino e Gladstone Gallery, New York e Bruxelles

Sharon Lockhart Men’s Locker Room Women’s Locker Room BMW AG, Berlin Plant, Germany (detail) 1998 Two framed silver gelatin prints 59 x 69 cm each © Sharon Lockhart, 1998 Courtesy the artist, neugerriemschneider, Berlin and Gladstone Gallery, New York and Brussels

Sharon Lockhart, Men’s Locker Room Women’s Locker Room BMW AG, Berlin Plant, Germany (detail) 1998 Two framed silver gelatin prints 59 x 69 cm each © Sharon Lockhart, 1998 Courtesy the artist, neugerriemschneider, Berlin and Gladstone Gallery, New York and Brussels

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