Le Jardin Mècanique — Latifa Echakhch, Villa Sauber, NMNM, Monaco

Latifa Echakhch per questa personale è partita da molteplici fonti: Villa Sauber stessa, splendido edificio art nouveau; i teatri, con le quinte e le scenografie, i giardini esotici di Monaco, nonché la storia del principato e le memorie d’infanzia dell’artista...
21 Maggio 2018

L’artista marocchino-svizzera Latifa Echakhch (1974) trasforma Villa Sauber, sede del Nouveau Musée National de Monaco, nelle quinte di un teatro, dispiegando fra rappresentazione e riproduzione installazioni, pittura e video.

La mostra monografica “Le Jardin Mècanique”, a cura di Célia Bernasconi fino al 28 ottobre, è l’ultima mostra ospitata da Villa Sauber prima del restauro architettonico che vedrà un totale rinnovamento dei suoi spazi.
Latifa Echakhch per questa personale è partita da molteplici fonti: Villa Sauber stessa, splendido edificio art nouveau che alcuni ipotizzano progettato da Charles Garnier, autore di un altro luogo emblematico della riviera monegasca: l’Opera Garnier, e quindi i teatri, con le quinte e le scenografie, i giardini esotici di Monaco, nonché la storia del principato e le memorie d’infanzia dell’artista, legate ancora una volta al teatro; in questo caso a quello del Casino Grand Cercle di Aix-les-Bains, dove lavorava il padre dell’artista.

Echakhch muta in un paesaggio romantico e immersivo, con rovine e vegetazione lussureggiante, le sale ridipinte in nero, come quinte di fondo teatrali, in un’atmosfera fra il fittizio e il fantastico. Quaranta pannelli di compensato, appesi a cavi dal soffitto o liberamenti installati nello spazio ci presentano frammenti, selezionati dall’artista, di scenografie disegnate da Alphonse Visconti per l’Opera Garnier fra 1903 e 1924, per opere quali Pompei, Elena in Egitto e Masques et Bergamasques. Disseminate senza un preciso ordine, esse disattivano la funzione illusionistica della pittura e annullano l’effettiva utilità degli elementi scenografici; come fosse un deposto teatrale Echakhch ci presenta un’arte combinatoria che riunisce frammenti di scenografia come cut-up casuali e crea per il pubblico un setting incerto e sospeso.

Latifa Echakhch, Paysage (Manon/Masques et Bergamasques), 2018 - Panneaux de décors en bois, toile, peinture acrylique et fils d’acier; Pierrot écrivain, 2018 Vidéo, couleur, son – Installation view, NMNM – Villa Sauber - Photo : NMNM /Andrea Rossetti, 2018

Latifa Echakhch, Paysage (Manon/Masques et Bergamasques), 2018 – Panneaux de décors en bois, toile, peinture acrylique et fils d’acier; Pierrot écrivain, 2018 Vidéo, couleur, son – Installation view, NMNM – Villa Sauber – Photo : NMNM /Andrea Rossetti, 2018

Latifa Echakhch, Le prestidigitateur, 2018 - Video color and sound, 3:06  © Latifa Echakhch, Courtesy kamel mennour, Paris/Londres, kaufmann repetto, Milan/New York, Galerie Eva Presenhuber, Zürich/New York, Dvir Gallery, Brussels/Tel Aviv

Latifa Echakhch, Le prestidigitateur, 2018 – Video color and sound, 3:06 © Latifa Echakhch, Courtesy kamel mennour, Paris/Londres, kaufmann repetto, Milan/New York, Galerie Eva Presenhuber, Zürich/New York, Dvir Gallery, Brussels/Tel Aviv

Cinque video inframmezzano le installazioni. Realizzati con gli automi meccanici provenienti dalla collezione di Madame de Galéa, ed esposti a Villa Sauber all’indomani della sua apertura avvenuta nel 1972, esemplificano il gusto per l’esotismo e per la storia coloniale francese d’inizio novecento. Filmati assieme alle loro fedeli copie, realizzate appositamente per la mostra, Echakhch riproduce un sentimento d’inquietante estraniamento, alternando fra illusione e rappresentazione nella replica di una relazione speculare fra originale e copia.

Con la stessa prospettiva l’artista realizza dieci nuovi dipinti, “Sans titre (le jardin exotique)”, che, presentati come in una sequenza cinematografica, concludono la mostra. Le tele riproducono porzioni del giardino esotico di Monaco da foto degli anni trenta che ritraggono le piante esotiche e il décor artificiale composto di roccioni in cemento. Questi elementi sembrano quasi rispecchiare e, forse preludere, allo sviluppo urbanistico innaturale ed esponenziale che nei decenni successivi avrebbe investito il principato. A metà fra pittura e performance, questi dipinti sono parzialmente coperti da chiazze di cemento, traccia residuale che ci indica la pratica performativa con cui l’artista ha realizzato queste opere, intese più come azioni che come riproduzioni di rappresentazioni.

Il giardino meccanico di Echakhch presenta una dialettica fra vero e falso, tira in ballo il teatro, dove tutto è finto ma nulla è falso, e ci confronta con il fittizio, sia esso una roccia artificiale, una scenografia dell’opera o un automa con movimenti fluidi come i nostri. Come nel celebre contrappasso debordiano che recita che nel mondo rovesciato il vero è un momento del falso, Echakhch pone la questione sul rapporto fra rappresentazione, realtà, riproduzione e veridicità, instillando cautamente il dubbio sull’autenticità della nostra stessa presenza fra questi arredi scenici.

Latifa Echakhch, Sans titre (le jardin exotique)(détail), 2018 Peinture acrylique et béton sur toile, châssis aluminium et cadre en bois - Vue d’exposition, NMNM – Villa Sauber 20.04-28.10.2018 - Photo : NMNM /Andrea Rossetti, 2018

Latifa Echakhch, Sans titre (le jardin exotique)(détail), 2018 Peinture acrylique et béton sur toile, châssis aluminium et cadre en bois – Vue d’exposition, NMNM – Villa Sauber – Photo : NMNM /Andrea Rossetti, 2018

Latifa Echakhch Encrage (les Que sais-je?), 2014 Livres, encre de Chine, résine polyester, nuages de décor en bois, toile, peinture acrylique et fils d’acier Collection NMNM Inv. n°2016.14.1 Vue d’exposition, NMNM – Villa Sauber 20.04-28.10.2018 Photo : NMNM /Andrea Rossetti, 2018

Latifa Echakhch Encrage (les Que sais-je?), 2014 Livres, encre de Chine, résine polyester, nuages de décor en bois, toile, peinture acrylique et fils d’acier Collection NMNM – Villa Sauber – Photo : NMNM /Andrea Rossetti, 2018

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