La Scultura Italiana del XXI secolo

21 Ottobre 2010
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Inizia con alcune domande la mostra La Scultura Italiana del XXI secolo, ospitata alla Fondazione Pomodoro fino al 30 gennaio 2011.
– Tentare una nuova definizione della scultura? – Accettare tutto indiscriminatamente? – Far dissolvere la scultura nelle cosiddette ‘installazioni’ o addirittura nell’architettura?
Dal mio piccolo e remoto angolo, risponderei:
Non occorre tentare di definire la scultura. Non è necessario. Preferisco la ‘tentazione’ di enucleare ed scovare autentiche opere d’arte.
NON accettare tutto, indiscriminatamente, soprattutto se l’opera non è all’altezza di una tale definizione.
Dissolviamo, dissolviamo.

Zeppa, la Fondazione Pomodoro è pienissima di ‘sculture’. Buone, meno buone, e meno meno.
Nell’insieme ci sono opere che valgono la visita. Tra le tante, mi vien da dire, ci sono molti lavori che dimostrano, ancora una volta che l’artista rimane un ottimo artista. Su 80, un pò di nomi (alcuni diranno …’sempre gli stessi!’): Giuseppe Gabellone , per la fotografia della scala elissoidale del 1997, Gianni Caravaggio, per la lastra di marmo nera, Diego Perrone, per il suo grande insettone dalle piume verdi, Patrick Tuttofuoco, perchè gli diamo la possibilità di crescere ancora, Massimo Kaufmann, per la leggerezza delle sue meteoriti di malinconia, Vedovamazzei, per il tocco di poesia dell’uccellino conficcato con il becco sulla parete, Francesco Simenti, per gli aquiloni, Arcangelo Sassolino, per la grande tanica respirante, Adrian Paci, perchè sembra portare sulle spalle tutto il peso del mondo, Stefano Arienti, per i suoi grandi nidi di carta attorcigliata, Flavio Favelli, per la sua stanza inquietante, Massimo Bartolini, per il budda che gira su sé stesso, Alessandro Piangiamore, per la pietra dorata che non vedrà nessuno, Carla Mattii, per il suo giardinetto che ‘waiting for the rain’, Bruna Esposito, per il suo piombo super essenziale, Lara Favaretto, per il suo cubo di coriandoli, Maurizio Cattelan, non poteva non esserci, Pierluigi Calignano, e le sue porte decorate, Carlo Bernardini, per il ‘corpo organico di luce’, Riccardo Previdi, per i suoi multipli, Francesco Arena, per la testina di Lenin dentro alla fodera della giacca…
Per il resto, non ho niente da dire. Certe opere sono veramente imbarazzanti.

Giuseppe Gabellone
Gianni Caravaggio
Vedovamazzei
Riccardo Previdi
Carla Mattii
Arcangelo Sassolino
Pierluigi Calignano
Patrick Tuttofuoco
Diego Perrone
Stefano Arienti
Francesco Arena
Massimo Bartolini
Adrian Paci
Flavio Favelli

Massimo Kaufmann
Carlo Bernardini

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E tutti gli altri…




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