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Kensuke Koike — Saved by the bell

[nemus_slider id=”53136″] Ridare un’altra vita a ciò che è caduto nell’oblio, come i ricordi domestici – fotografie, cartoline – reperti di una storia individuale che, esaurita la funzione affettiva, diventano, nella maggior parte dei casi, mera curiosità di costume per...

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Ridare un’altra vita a ciò che è caduto nell’oblio, come i ricordi domestici – fotografie, cartoline – reperti di una storia individuale che, esaurita la funzione affettiva, diventano, nella maggior parte dei casi, mera curiosità di costume per appassionati del vintage. Kensuke Koike recupera dei vecchi fotoritratti – in forma di cartoline – destinati in origine a essere presenza viva e ora a rimanere silenziosi: un materiale già dato ma ancora vergine perché ormai uscito dall’attualità, privo di legami con il presente, pura figurazione pronta all’uso. Kesuke non lavora, quindi, propriamente sulla memoria ma lateralmente: la sua non è un’ottica storica, né documentaria, non persegue la volontà di ricostruire né di colmare le lacune anzi, è proprio in questo spazio mancante, fisico e temporale, in questa inaccessibilità ed estraneità che si attua la sua pratica, tra passato e presente, che non risolve il mistero di questi fantasmi, ma lo esalta, insinuandosi discretamente al suo interno. È una visione che fa della discontinuità la chiave d’accesso a una nuova vita.

Il titolo scelto fa riferimento a questa facoltà: Saved by the bell allude alla pratica diffusa nei secoli scorsi di dotare le bare di un meccanismo di sicurezza per scongiurare casi di morte apparente, riportando al mondo il defunto risvegliato. Analogamente l’artista risveglia queste immagini, che, strappate al loro tempo, perdono l’illusione della durata e, nella loro obsolescenza, ritrovano un’altra possibilità.

Non ricordo ma materia, intesa in senso plastico: per Kensuke non si tratta di semplice collage, ma di scultura. È una tecnica di prelievo e ricollocazione di piccoli frammenti della stessa immagine, una riorganizzazione interna che altera senza tradire, creando un effetto straniante mai incongruo, senza frizioni, sia che si tratti di dettagli – occhi, nasi, sfondi – o di strappi controllati che rivelano il retro della fotografia. È un dislocamento che non rimanda ad altro che all’immagine stessa: è fattore costruttivo, che permette al frammento una serie limitata di varianti interne, determinate dalla sua forma e dalla sua collocazione nell’insieme, con cui intrattiene una relazione di asimmetria, armonica e ritmica. È un’azione di riduzione opposta alla ridondanza del collage. La tecnica si rifà al Kintsugi, l’arte di riparare con oro o altri materiali preziosi le ceramiche rotte, lasciando bene in evidenza la crepa che diventa, paradossalmente, in virtù del valore del materiale usato e dell’intervento esperto, la cosa più preziosa che ridà vita all’oggetto, lo eleva esteticamente. Si sottolinea così l’idea della bellezza dell’impermanenza, che caratterizza anche la scultura in mostra, Transceiver Unit “Dandelion” che rappresenta una prima formalizzazione di un nuovo percorso di ricerca sulla luce. Un mobile di calderiana memoria formato da venticinque specchi circolari montali su steli, quasi una composizione di ikebana, riflette la luce proveniente da una fonte nascosta: pressoché invisibile quando lo spazio espositivo è illuminato, quando la luce centrale viene spenta crea un ambiente misterioso e dinamico, che muta con il variare della luce e delle ore del giorno e delle stagioni, mai uguale, nel continuo mutamento. Del resto anche l’installazione non è mai definitiva: le opere appese possono essere sostituite dal visitatore con altre, collocate in un contenitore ligneo a terra sormontato da una campanella, creando ogni volta la propria mostra.

Fino al 1 aprile Ciocca arte contemporanea (Milano)

Kensuke Koike — Saved by the bell - Ciocca Arte Contemporanea,   Milano 2016 - Installation view.
Kensuke Koike — Saved by the bell – Ciocca Arte Contemporanea, Milano 2016 – Installation view.
Kensuke Koike,   The World,   2014 - switched vintage
Kensuke Koike, The World, 2014 – switched vintage
Kensuke Koike,   Phase Two,   2012-Switched Vintage Photo - 130x85mm
Kensuke Koike, Phase Two, 2012-Switched Vintage Photo – 130x85mm