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Intervista a Matteo Consonni | Galeria Madragoa – EMBORA Roma

Intervista di Alessandra Caldarelli — È ancora possibile sperimentare nuovi modi per entrare a contatto con l’opera d’arte, che vadano al di là dello spazio propriamente espositivo – sia esso quello di un museo o di una galleria? In un...

EMBORA Roma – Installation view – Courtesy Madragoa, Lisbona – Photo Credit Sebastiano Pellion di Persano

Intervista di Alessandra Caldarelli —

È ancora possibile sperimentare nuovi modi per entrare a contatto con l’opera d’arte, che vadano al di là dello spazio propriamente espositivo – sia esso quello di un museo o di una galleria?
In un contesto, come quello attuale, in cui le limitazioni personali e sociali dovute all’evolversi della realtà pandemica hanno avuto una drastica influenza sulla fruizione dell’opera d’arte, Madragoa risponde con il progetto itinerante EMBORA.
La Galleria, nata a Lisbona nel 2016 dall’incontro fra Matteo Consonni e Gonçalo Jesus, porta avanti il proprio progetto di fidelizzazione con la galleria portandone il contenuto fuori dai propri confini geografici. Dunque, Madragoa esce da Rua do Machadinho 45 e per il suo primo appuntamento hors le murs approda al numero 44 di Via del Parione, nel pieno del centro romano, in una veste del tutto insolita. Matteo Consonni ha risposto a qualche domanda su questo progetto.

Alessandra Caldarelli: Innanzitutto, parliamo della genesi di EMBORA Roma: quando nasce e con quali obiettivi.

Matteo Consonni: EMBORA in portoghese è anzitutto una particella grammaticale, una congiunzione che introduce proposizioni concessive, potremmo tradurla con ‘sebbene’. Esiste però un altro significato che appartiene allo slang e che si potrebbe tradurre con ‘andiamo’: è questo il significato che volevamo dare a questo nuovo progetto, una sorta di incitamento a muoversi, ad andare fuori, ad uscire dai propri confini abituali. Volevamo dare l’idea della galleria che si sposta, fisicamente, dal proprio spazio per aprirsi a nuovi progetti. Tra il 2017 e il 2018 era già capitato che sviluppassimo delle mostre all’interno della stessa città di Lisbona: per Madragoa EMBORA avevamo presentato quattro mostre che erano state ospitate nello spazio della Sociedade Guillherme Cossoul, pensate come delle conversazioni di incontri e confronto fra diversi artisti. Nel 2019 avevamo preso parte con un groupshow a CONDO San Paolo in Brasile, in collaborazione con la Galleria Luciana Brito, ma erano diversi mesi che provavo a immaginare una nuova tappa per EMBORA sperimentando un ritorno in Italia, dove ho tanti contatti e dove – da italiano – volevo tornare. Nel valutare quale città potesse essere quella più idonea in questo momento ho individuato in Roma molti elementi positivi, tra i quali la presenta di una Quadriennale e di un MACRO con un nuovo direttore, dunque ho trovato che la città avesse un’offerta con la quale mi piaceva idealmente dialogare. Inoltre, considerata la pandemia da COVID-19 con cui ancora stavamo tutti combattendo, Roma offriva – almeno sulla carta – maggiori garanzie rispetto al Nord d’Italia, dove la zona rossa aveva visto dei periodi molto più prolungati e città come Milano avevano visto chiudere e aprire le proprie mostre diverse volte. 

AC Quindi siete arrivati a Roma, peraltro in una location incredibile nel cuore della città.

MC Cercavamo una soluzione in centro, dove poter anche abitare. Il centro di Roma per via della pandemia e delle conseguenti restrizioni si era completamente svuotato negli ultimi mesi e tramite il passaparola è capitato questo luogo davvero speciale, dando modo alla nostra idea di EMBORA di prendere forma concretamente, peraltro proprio nel momento in cui il Portogallo emanava nuovamente un lockdown totale, che ci rendeva impossibile l’apertura delle mostre a Lisbona. È nata una live viewing room, come l’avevamo pensata, con una finestra affacciata su Santa Maria della Pace.  

EMBORA Roma – Installation view – Courtesy Madragoa, Lisbona – Photo Credit Sebastiano Pellion di Persano
EMBORA Roma – Installation view – Courtesy Madragoa, Lisbona – Photo Credit Sebastiano Pellion di Persano
EMBORA Roma – Installation view – Courtesy Madragoa, Lisbona – Photo Credit Sebastiano Pellion di Persano

AC Lei parla di live viewing room e non di spazio temporaneo. Perché?

MC Da tempo avevo in mente un progetto che facesse da bastian contrario alla tendenza che l’arte contemporanea aveva preso negli ultimi mesi, un forte presenzialismo online la cui accelerazione era direttamente proporzionale allo svilupparsi della pandemia. Un atteggiamento non troppo onesto nei confronti dell’arte stessa e della fruizione che se ne dovrebbe avere direttamente. Volevo creare un luogo che avesse sempre la nostra impronta internazionale e che desse la possibilità ad un pubblico, non esclusivamente romano, di avvicinarsi ai nostri artisti, alle loro opere, al lavoro della Galeria Madragoa. Una viewing room della galleria che si potesse visitare fisicamente, in opposizione all’online, in cui presentare tutti i nostri artisti all’interno di un appartamento.

AC C’è un tema che lega le opere di tutti gli artisti? 

MC Nell’appartamento ci sono molte opere, quarantacinque installazioni ed alcuni video proiettati nella televisione. L’idea che abbiamo presentato è quella di una coesistenza naturale e organica tra tutti i nostri artisti, che hanno fra loro una coerenza che ci permette il dialogo tra tutte queste opere. Per questo non abbiamo pensato ad inserire alcuna infrastruttura concettuale, alcun tipo di racconto che tenesse insieme tutte le opere giustificandole con un tema. Quello che avevamo in mente era proprio un luogo rilassato, dove fosse possibile per il pubblico fare un tour di tutte le opere, conoscere qualcosa di più dei nostri artisti nell’individuare i lavori che risultassero per i visitatori più interessanti di altri. In questo senso gli aspetti più puramente legati al montaggio o all’installazione hanno preso un carattere secondario: erano importanti sì, ma non dovevano essere fondamentali. Più che una mostra si trattava di uno showroom curato da noi dove si tenesse l’attenzione sulle opere. Non lo considero uno spazio temporaneo perché non abbiamo mai presentato a questo appartamento in Via del Parione come sede romana di Madragoa in cui mettere a punto una calendarizzazione di mostre a lungo termine, se avessi pensato a una programmazione più ampia non avrei mai fatto una scelta di questo tipo. EMBORA, visti i tempi che stiamo vivendo soprattutto, è sempre stato pensato come un processo in divenire, estremamente elastico.

AC Quali sono i prossimi progetti di EMBORA? Resterete a Roma, vi troveremo in altre città?

MC Nonostante la situazione attuale nelle nostre circa cinque settimane di attività abbiamo avuto una risposta molto positiva da parte della città, di cui siamo molto soddisfatti. Con la recente dichiarazione di zona rossa a Roma e nel Lazio il nostro percorso qui può considerarsi per ora giunto al termine. Non escludo che potrebbe esserci la possibilità in un prossimo futuro di tornare qui, come dicevo EMBORA è un progetto estremamente elastico che si ciba delle occasioni che potrebbero presentarsi nel nostro percorso. Sono sempre stato abituato a programmare le mostre per i prossimi due anni, ma pensare di fare programmi a lungo termine in questo momento, in cui non abbiamo certezze, è davvero difficile. Torniamo intanto a Lisbona dove abbiamo pronte due mostre. 

AC Ci racconta qualcosa di queste due prossime aperture?

MC Il governo portoghese ha indicato la data del prossimo 5 aprile 2021 per la possibile riapertura a Lisbona di musei e gallerie d’arte. A gennaio, prima che scattasse il totale lockdown, eravamo pronti con questi due progetti: il primo è una mostra collettiva a cura di Renato Leotta, che ha invitato quattro artisti in dialogo fra loro, ovvero Enzo Cucchi, Diego Perrone, Valerio Nicolai e Andrea Respino. Era previsto che chiudesse a marzo, invece dovrebbe restare aperta da aprile a metà maggio.

Nel nostro spazio più piccolo, Madragoa ENCIMA, che si trova proprio al piano di sopra del main space ospiteremo una personale di Dozie Kanu: si tratta di un artista giovanissimo, americano di Houston ma con origini nigeriane, che qualche anno si è trasferito a vivere in campagna, non lontano da Lisbona e che non vediamo l’ora di presentare al nostro pubblico.

EMBORA Roma – Installation view – Courtesy Madragoa, Lisbona – Photo Credit Sebastiano Pellion di Persano
EMBORA Roma – Installation view – Courtesy Madragoa, Lisbona – Photo Credit Sebastiano Pellion di Persano
EMBORA Roma – Installation view – Courtesy Madragoa, Lisbona – Photo Credit Sebastiano Pellion di Persano
EMBORA Roma – Installation view – Courtesy Madragoa, Lisbona – Photo Credit Sebastiano Pellion di Persano
EMBORA Roma – Installation view – Courtesy Madragoa, Lisbona – Photo Credit Sebastiano Pellion di Persano