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I (never)explain #127 | Jimmy Milani

Jimmy Milani* The stars fuck.Ready for another life Ascolto molta musica…  […] Piove sul nostro amoreSugli alberi del vialeDi cui ti sembra di sentire l’odorePiove sui delfini del Porto CanaleSulle sirene che senti passare  Corrono verso l’ospedale del mareSiamo solo...

Jimmy Milani, Ready for another life (morire come muore un giorno), acrilico su tela, 160 x 210 cm, 2021

Jimmy Milani*

The stars fuck.
Ready for another life

Ascolto molta musica… 

[…] Piove sul nostro amore
Sugli alberi del viale
Di cui ti sembra di sentire l’odore
Piove sui delfini del Porto Canale
Sulle sirene che senti passare 

Corrono verso l’ospedale del mare
Siamo solo due forme di vita sul terzo pianeta del sistema solare
Due forme di vita sul terzo pianeta del sistema solare.
(Vasco Brondi, Il sentiero degli Dei

Tutto è partito a birre e acciughe circa un mese e mezzo fa: un urlo di gioia mentre brindiamo e discutiamo, tra l’entusiasmo e la nostalgia che solo due veri amici possono avere. Spesso accade, sento vibrare il telefono, e invece che la solita promozione inutile, leggo un email di invito a partecipare ad un progetto da Ordet. 

Il giorno dopo mi riprendo felice dalla serata, ma capisco che nessun lavoro tra i “pronti” nel mio studio di giù sia quello giusto. Nel pieno dell’euforia (senza nessuna intuizione geniale), (con poco tempo, mille altre scadenze e mesi di latitanza), decido di rientrare a Milano.    

Dopo un anno così, sento di dover cambiare aria: il benessere di casa non va più bene…non vedevo l’ora d’una buona scusa per venire su a lavorare: ora, l’unica priorità oltre a dover fare un lavoro buono è la voglia di viverla come un’avventura.  

Saluto San Miniato sapendo che la rivedrò, non appena la tempesta si tranquillizzerà e, nel pieno dell’estate, tornerà la voglia di mamma e relax.  

Per ambientarmi di nuovo, decido di prendermi qualche giorno prima d’iniziare a lavorare. Tra incontri, opening e commissioni, inizio a metabolizzare quello che mi aspetterà e cerco di decifrare i pensieri… 

Jimmy Milani, Ciao da San Miniato, acrilico su tela, 2021

 Ascolto molta musica… 

 […] Morire come muore il giorno
Meravigliosamente
In un tramonto rosso inferno
E tutt’intorno luci che si accendono
Gatti che scopano, fari che abbagliano
E poi la notte

La notte la gente si spegne e sogna di morire 

Perché ha paura di respirare
Paura del vento, paura del silenzio
Paura del tempo che ci vuole per crepare
Ha paura di vivere e ha paura di morire
Anche se muore di noia, tanto è uguale
E io potrei morire per te, ché tanto sono immortale. 
(Giorgio Canali, Morire perché

 Dunque:
Le copertine di qualche album,
una strana fissa per i manifesti,
le immagini di qualche catalogo, 
le opere di qualche amico e una buona dose di schizzi sento che: 
“Ready for another life (morire come muore un giorno)” stia eclissando le altre possibili intuizioni. 

Sì, la sentivo scalpitare: come tutte le altre idee scelte prima di metamorfizzarsi in lavoro, era ormai vanitosa, cercando di farsi notare tra un mix di quotidianità e palesi riferimenti…

Sento più del solito di voler mandare un messaggio tra le righe… Nel senso, devo anche scriverlo oltre che a dipingerlo. 

Ma ok, ora devo iniziare. Nonostante tutto il mio impegno nel provare a sabotarla, non poteva essere altro che quella l’immagine di partenza. 

Primary domain, exhibition view, Ordet, Milan, 2021 Courtesy the artists and Ordet, Milan Photo Credit: Nicola Gnesi Studio

Il lavoro è figlio d’un ideale manifesto, slogan di morte e rinascita esistenziale di una forma di vita che comprenda tutte le altre. 

Mentre progetto e costruisco il lavoro nel pieno delle sue forme, tra una canzone, una poesia, un pacchetto di american spirit blu… 
come spesso faccio, mi sono chiesto se mai riusciremo a cambiare…

Se mai potremmo finirla 
Se mai potremmo ri-iniziare 
Sentirci meno alieni e più umani  

Il primo capitolo della Genesi è l’apoteosi dei presupposti per un lavoro inteso come opera d’arte. 

Mi immedesimo nel grafico pubblicitario di questa fantomatica entità chiamata con molti nomi, tra i quali Dio.  

Sono figlio della Terra, amante delle immagini e dei rettangoli che le contengono. Mi sono detto: “Voglio sentirmi come Apollo per Zeus, come Paul Joseph Goebbels per Hitler”.

 Ho costruito così un’opera che suggerisse attraverso dirette referenze legate alla storia’ delle immagini la mia idea di fine come inizio.  

Ascolto molta musica… 

Lasciami qui
Lasciami stare
Lasciami così
Non dire una parola che
Non sia d’amore
Per me
Per la mia vita che
E’ tutto quello che ho
E’ tutto quello che io ho e non è ancora
Finita
(CCCP, Annarella)

*Artista scelto da Simona Squadrito

Per leggere gli altri interventi di I (never) explain

I (never) explain – ideato da Elena Bordignon – è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere loro di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare. Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro, dalla sua origine al processo creativo, alla sua realizzazione.