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I (never) explain #71 – Diego Miguel Mirabella

Not yet titled I (will) never explain…una volta morto ma fino a quando sono vivo fatemi parlare liberamente e gentilmente chiedo arbitrio di divagare, perdermi in progetti fumosi, non seguire uno stile, non abbracciare sempre la riconoscibilità e soprattutto non...

Marocco, paesaggio – Photo credit Diego Miguel Mirabella

Not yet titled

I (will) never explain…una volta morto ma fino a quando sono vivo fatemi parlare liberamente e gentilmente chiedo arbitrio di divagare, perdermi in progetti fumosi, non seguire uno stile, non abbracciare sempre la riconoscibilità e soprattutto non fare lavori legati alla contemporaneità, non chiedete a gran voce di parlare di politica, di attualità. Che la si smetta di chiedere organicità visiva, interesse focalizzato, un lavoro con un unico punto di vista, un titolo che parla chiaro. Esigo la mia ridondanza, rimandare e dilazionare in un tempo lunghissimo la sorpresa di scoprire nuove capacità di un lavoro, perdere il filo del discorso: distrarmi. Non voglio avere una ricerca metodologica, smettere di scrivere statement, sentirmi dire di impostare i progetti di residenza includendo l’aspetto sociale. Nell’identificarmi come “salvifico” io proverei vergogna e non mi capacito come molti nel farlo non arrossiscano neanche un po’.

Not yet titled è un lavoro del 2019 realizzato in Marocco nel corso di un mio soggiorno durato 2 mesi, dal momento in cui sto scrivendo questo testo è passato poco più di un anno.

Diego Miguel Mirabella, Not yet titled.jpg 2019 Sebsi ( Moroccan pipes), ceramic, glass Variable dimension Courtesy the artist
Diego Miguel Mirabella, Not yet titled (detail) 2019 Sebsi ( Moroccan pipes), ceramic, glass Variable dimension Courtesy the artist

Quando sono a Fez capita che io mi aggiri tra le strade della medina (città) vecchia – la più grande del mondo arabo – la quale conta, credo, più di 9000 stradine percorribili solo a piedi o in sella a animali da soma. Dopo appena 500 metri da uno degli ingressi della medina ci si perde, succede sempre; è inevitabile. Si riesce sempre ad uscire in corrispondenza di una delle porte della città, si scopre un nuovo quartiere spesso luogo qualificato alla vendita di uno specifico prodotto artigianale, si monta su di un taxi e con pochi dirham si va da un’altra parte. Anche in taxi ci si perde perché è uso comune che i tassisti facciano salire altri passeggeri diretti, perlomeno, nella stessa direzione. Un errare dal quale non se ne può che uscire storditi.

Nel corso di queste diluite giornate, l’anno scorso ripeto, ricevo una chiamata da Paolo Brambilla che mi invita ad una mostra collettiva, estensione della sua personale, nei nuovi spazi di Dimora artica. La collettiva ha un nome: Placido, e lui nel darmi uno spunto narrativo mi chiede di immaginare Placido come un momento di ristoro: due cervi che si abbeverano ad una fonte.

Nel visualizzare l’animale, che mite socchiude l’occhio mentre sconfigge la sete, nella mia mente, come in una analogia, appare la scena del fumatore di Kif che aspira il ricco fumo prodotto dal suo sebsi.

Diego Miguel Mirabella, Placido On top Diego Miguel Mirabella Below Eduardo Manzoni Photo credits Paolo Brambilla
Diego Miguel Mirabella, Placido Exhibition view Photo credits Paolo Brambilla

Il kif è un derivato della produzione dell’hashish che da effetti psicoattivi molto leggeri. Non è raro infatti vedere gli anziani a qualsiasi ora del giorno nel corso dell’anno e con frequenza instancabile dopo i tramonti nei periodi di Ramadan, montare il proprio sebsi ( una pipa composta da 3 moduli: un bocchino, un modulo centrale e l’estremità alla quale si innesta un minuscolo braciere in ceramica) e godere di una breve pausa.

Al ritorno dal mio soggiorno marocchino mi sono perciò presentato a Milano con una lunghissima pipa, oggetto enfatico, sproporzionato e soprattutto inutilizzabile, risultato dell’accorpamento di tanti moduli centrali di svariati sebsi ognuno con il suo stile di tornitura e tipologia di legno. È una scultura da viaggio che può essere montata in maniere diverse ma il risultato non cambia: un oggetto, sotto forma di boutade, che rimanda a un tempo dilazionato, o come spero, a una determinata condizione.

Not yet titled è un punto e virgola nel mio lavoro, la pausa, una divagazione, il passo lento e gironzolante: un ritmo.

La mia insicura giornata a metà.

(In seguito ho esposto il lavoro anche  alla mia mostra personale Il castone e al barota a Studio Sales di Norberto Ruggeri)

Diego Miguel Mirabella, Not yet titled (detail) 2019 Sebsi ( Moroccan pipes), ceramic, glass Variable dimension Courtesy the artist
Diego Miguel Mirabella, Il castone e la barota.jpg Il castone e la barota Exhibition view 2019 Courtesy Studio Sales di Norberto Ruggeri
Marocco, paesaggio – Photo credit Diego Miguel Mirabella

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I (never) explain è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere a una selezione di artisti di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare.
Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro o serie, dalla sua origine al processo creativo, dall’estetica al concetto.