I (never) explain #18 – Lisa Dalfino ^ Sacha Kanah

"I passaggi per arrivare a Buco (Kaoima) riguardano nello specifico uno studio sulla superidrofobia come principio di forma dell’acqua e sui fattori di riflessione ottica relativi, sul fumo di un fuoco come strumento scultoreo, sulla mappatura di una superficie e la sua morfologia al di fuori del sistema metrico, sul galleggiamento..."
4 Gennaio 2019
Lisa Dalfino ^ Sacha Kanah, Buco (Kaoima), 2018,  Anguria, fumo - Dimensioni variabili, Courtesy degli artisti e Clima Gallery - Photo credits: Mattia Pajé

Lisa Dalfino ^ Sacha Kanah, Buco (Kaoima), 2018, Anguria, fumo – Dimensioni variabili, Courtesy degli artisti e Clima Gallery – Photo credits: Mattia Pajé

Quest’opera fa parte della serie Turbopause, esposta in occasione della mostra personale Freefall, alla Gelateria Sogni di Ghiaccio a Bologna.

Buco (Kaoima) è l’embrione e il fossile di un’atmosfera, la Turbopausa 4. Si presenta come un buco solido nello spazio, la cui tensione tridimensionale di forma è interrotta da un taglio netto che rivela un confine di sospensione tra diverse realtà.

Le Turbopause sono atmosfere primarie d’aria generate in acqua attorno alla superficie di oggetti affumicati. Questi, attraverso la stratificazione del carbonio, diventano superidrofobi, sviluppando in immersione una pellicola d’aria visibile come ologramma argentato che ne ricalca la superficie, separandosene e isolandola. Tale processo definisce uno spazio come potenziale habitat tra l’acqua e l’oggetto e una nuova soglia/dimensione di contatto e interazione con il suo esterno, come insegna il ragno palombaro che analogamente costruisce la sua tana sott’acqua. Con il proprio lavoro espande le logiche di migrazione e sopravvivenza, deviando gli schemi consolidati verso slanci evolutivi ulteriori.

Frutta e verdura, nella prima serie di Turbopause (1,2,3,4*), sono scelte come texture organiche, con proprietà vive che contribuiscono al principio di modellazione di un’atmosfera e raccontano la temporalità della sua energia.

Lisa Dalfino ^ Sacha Kanah, Buco (Kaoima), 2018,  Anguria, fumo - Dimensioni variabili, Courtesy degli artisti e Clima Gallery - Photo credits: Mattia Pajé

Lisa Dalfino ^ Sacha Kanah, Buco (Kaoima), 2018, Anguria, fumo – Dimensioni variabili, Courtesy degli artisti e Clima Gallery – Photo credits: Mattia Pajé

Lisa Dalfino ^ Sacha Kanah, Buco (Kaoima), 2018,  Anguria, fumo - Dimensioni variabili, Courtesy degli artisti e Clima Gallery - Photo credits: Mattia Pajé

Lisa Dalfino ^ Sacha Kanah, Buco (Kaoima), 2018, Anguria, fumo – Dimensioni variabili, Courtesy degli artisti e Clima Gallery – Photo credits: Mattia Pajé

Buco (Kaoima) è un’anguria, ricoperta esternamente di fuliggine. Viene tagliata ogni giorno di due millimetri, con un angolo parallelo all’orizzonte.
Questo lavoro, come tutti gli altri ad oggi prodotti, è stato elaborato con un metodo unico e irriproducibile per trasversalità dei temi indagati e dei contesti di riferimento, dal momento che vengono osservati e analizzati in ambito sperimentale attraverso campionature e modelli assortiti.
Buco è l’unico di questa serie ad essere astratto dal processo di attivazione sistemica (chiamata “idrofobica”) che li caratterizza, restando in una dimensione potenziale.

L’idea di genesi sistemica riguarda innanzitutto la concertazione di agenti più o meno tangibili, posti su molteplici livelli di interazione linguistica, la cui traduzione materica implica l’elaborazione di nuovi alfabeti e la loro sintesi. L’indagine dell’ignoto spinge il lavoro verso direzioni inaspettate, condizionate da infiniti fattori chimico-fisici e filtri immateriali, cambiandone i connotati anche radicalmente, mentre l’oggetto accumula esperienza e memoria. Molti aspetti della ricerca fenomenologica, che si riferiscono anche a temi tecnici e discorsivi pregressi, come costante riguardano lo studio sulla natura profonda delle cose nel tentativo di comprenderne l’intelligenza e poterla guidare, attraverso l’inserimento di nuove regole, verso un’espansione nel rapporto tra materialità e significato.

I passaggi per arrivare a Buco (Kaoima) riguardano nello specifico uno studio sulla superidrofobia come principio di forma dell’acqua e sui fattori di riflessione ottica relativi, sul fumo di un fuoco come strumento scultoreo, sulla mappatura di una superficie e la sua morfologia al di fuori del sistema metrico, sul galleggiamento e la conservazione di materiale organico vegetale reciso in ambiente acquatico, sul Kendo, sulle presenze invisibili nello spazio.

Lisa Dalfino ^ Sacha Kanah, Buco (Kaoima), 2018,  Anguria, fumo - Dimensioni variabili, Courtesy degli artisti e Clima Gallery - Photo credits: Mattia Pajé

Lisa Dalfino ^ Sacha Kanah, Buco (Kaoima), 2018, Anguria, fumo – Dimensioni variabili, Courtesy degli artisti e Clima Gallery – Photo credits: Mattia Pajé

Lisa Dalfino ^ Sacha Kanah, Buco (Kaoima), 2018,  Anguria, fumo - Dimensioni variabili, Courtesy degli artisti e Clima Gallery - Photo credits: Mattia Pajé / View della mostra personale Freefall, tenutasi alla Gelateria Sogni di Ghiaccio a Bologna, 27.09 – 15.10.18

Lisa Dalfino ^ Sacha Kanah, Buco (Kaoima), 2018, Anguria, fumo – Dimensioni variabili, Courtesy degli artisti e Clima Gallery – Photo credits: Mattia Pajé / View della mostra personale Freefall, tenutasi alla Gelateria Sogni di Ghiaccio a Bologna, 27.09 – 15.10.18

I (never) explain è una rubrica a cura di Irene Sofia Comi

Ha collaborato Irene Sofia Comi
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I (never) explain – ideato da Elena Bordignon – è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere loro di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare. Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro, dalla sua origine al processo creativo, alla sua realizzazione.

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