Le “anime” di Giulia Piscitelli a Casa Masaccio

Come manifesta il titolo della mostra, l’artista si confronta con una dei temi più sfuggenti e intangibili: le tracce d’Anima.
24 Maggio 2019
Giulia Piscitelli, Ex voto suscepto, 2019. Bagno galvanico in oro 24 kt su ottone, acciaio, 15,6×2,6×1,3 cm – courtesy l’artista, Galleria Fonti, Napoli

Inaugura domani, sabato 24 maggio, al  Museo Casa Masaccio Centro per l’arte Contemporanea, ANIME la mostra personale di Giulia Piscitelli a cura di Rita Selvaggio. Come manifesta il titolo della mostra, l’artista si confronta con una dei temi più sfuggenti e intangibili: le tracce d’Anima. Indicativo l’utilizzo del plurale, perché tante e spesso indistinte sono le anime che abitano i nostro luoghi e le nostre esistente.

L’artista ne mette a fuoco alcune, sono le anime delle “maternità”: della Madre di Dio Pelagonitissa, o della Madonna Nera del Santuario di Montevergini, o ancora della Madonna dell’Umiltà di Gentile da Fabriamo e  molte altre ancora I soggetti sono rappresentati in un’ aurea condizione e, in assenza del corpo, le  aureole di Vergini e Madri, alloggiando sulle mappe di differenti Regioni d’Italia, accolgono l’intercedere nella casa.  
In Ex voto suscepto (2019), opera che prende il titolo dalla locuzione latina apposta sugli oggetti offerti nei santuari,  onsiste in una siringa d’oro, la riproduzione di un ex voto, l’offerta di una promessa ricevuta. La Madonna col Bambino in  Sant’Anna Metterza (2016) realizzata con foglia d’oro su tessuto trattato con candeggina, è stata riprodotta nelle stesse identiche misure dell’opera del Masaccio datata 1424, ma in questo caso il corpo si dissolve e la testa si rivela solo in quanto aureola. 

Sin dagli esordi, la ricerca di Giulia Piscitelli, si è rivolta alla sfera del quotidiano, all’abituale e al consueto,  alla rappresentazione di un’idea dell’ordinario non astratta ma che si relaziona con l’esperienza privata. Da sempre il suo lavoro si concentra su un’umanità dispersa e confusa che, con le sue ossessioni e la sua routine esistenziale frammentata, incarna la condizione comune dell’oggi. Tra i suoi soggetti: il contrasto tra fragilità e resistenza, il dominio del lavoro e del corpo, i miti del denaro e potere, l’attrito tra dimensione politica e soggettività, come anche l’intrigo di tempo e memoria.

Attraverso l’utilizzo trasversale di un’ampia gamma di media, l’artista affronta temi come il rapporto fra vita e morte, l’intrecciarsi e il reciproco definirsi di gioia, sesso, dolore, malattia, affrontando i meccanismi di sfruttamento ed esclusione sociale, le dinamiche di genere, i linguaggi della comunicazione folklorica e popolare.  

(Da estratti del CS)

Giulia Piscitelli, Maestà (Madonna in trono con Bambino e quattro angeli, Masaccio), 2016. Foglia oro su carta, 36×66 cm – courtesy l’artista, Galleria Fonti, Napoli
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