In equilibrio tra il tempo e la luce | Gianni Caravaggio alla galleria kaufmann repetto a Milano

"Il sole che filtra tra le foglie" - questo il titolo della mostra - suggerisce la luce cangiante che filtra tra le foglie degli alberi e con essa quello stato d’animo, sfuggente e leggero, che riverbera nelle cose.
31 Marzo 2022
Gianni Caravaggio When nature was young [Quando natura era giovane] 2020 green guatemala marble Courtesy of the artist and kaufmann repetto Milan / New York Photo: Andrea Rossetti

La suggestione da cui propaga la mostra di Gianni Caravaggio alla galleria kaufmann repetto di Milano è fortemente poetica. Fin dal titolo l’artista crea la ‘luminosità’ con cui guardare le opere in mostra, ci abbozza un possibile ambiente. 

Il sole che filtra tra le foglie, questo il titolo della mostra, suggerisce la luce cangiante che filtra tra le foglie degli alberi e con essa quello stato d’animo, sfuggente e leggero, che riverbera nelle cose. Con questa suggestione, l’artista ci rivela di aver scoperto che nella cultura giapponese esiste una parola che indica la luce che impregna le foglie degli alberi, Komorebi, che non ha una vera e propria traduzione ma descrive sia la luce reale, che uno stato d’animo, un’atmosfera. 
Ecco allora che la mostra si carica di emozionanti riverberi tra le forme reali delle sculture in mostra con esperienze personali dello stesso artista: intrecciando le due dimensioni – artistica ed esistenziale – scaturisce una mostra pregna di una forte e densa intensità. Anzi, più l’artista ha avuto la sapienza di lasciare lo spazio vuoto, più le singole sculture sembrano emanare nello spazio la forza e la pregnanza del pensiero che le ha generate. 

Nel cortile ci accoglie ‘Vorrei disegnare l’alba per ogni mattina”, un blocco di onice gialla lungo oltre un metro suddiviso in nove bastoncini. Quasi giocoso nella sua ideazione, quest’opera è stata pensata dall’artista come una struttura mobile i cui elementi sono concepiti come “bastoncini con cui  disegnare il sole per ogni mattina”, spiega Caravaggio. Ecco allora che la pesantezza dell’onice, le sue pittoriche striature gialle, ocra, arancioni, diventano leggere come fossero delle poetiche tracce luminose. 
Nella scultura “Quando la natura era giovane”, collocata in uno dei due ambienti della galleria, una grosso blocco di marmo Verde Guatemala custodisce la forma di una grande foglia. Alla leggerezza e caducità di una foglia, alla sua fragilità, l’artista accosta la solida e imperitura solidità del marmo: quest’opera diventa un ossimoro, appare come la sintesi degli opposti.

Gianni Caravaggio Il tempo mi scorre tra le dita [Time runs through my fingers] 2021 (detail) Courtesy of the artist and kaufmann repetto Milan / New York Photo: Andrea Rossetti
Gianni Caravaggio Vorrei disegnare l’alba per ogni mattina [I would like to draw the sunrise for each morning] 2022 yellow onyx 12 x 12 x 105 cm / 4.7 x 4.7 x 41.3 in Courtesy of the artist and kaufmann repetto Milan / New York Photo: Andrea Rossetti

Da qui la sua semplice e silenziosa bellezza. Sempre ripensando alla luce che, con le foglie, muta con una leggere brezza, anche questa massiccia opera corrobora quell’atmosfera iniziale di malinconica sospensione.

Atmosfera che ritroviamo anche nelle altre due sculture in mostra, collocate nel secondo ambiente della galleria. “Il tempo mi scorre tra le dita”, la scultura in bronzo e foglia di palma, è descritta dall’artista come fosse l’immagine dello scorrere del tempo: “Il sole che filtra tra una foglia di palma è come il tempo che scorre tra le mie dita. Le dita di quella mano vegetale appassita e secca trasformate in bronzo è resa immortale. Questa forma bronzea accoglie un’altra foglia di palma nel momento della sua fresca gioventù ma destinata a invecchiare e ad assumere col tempo le stesse sembianze dell’eternità – armonizzandosi con essa.”
Anche in questo caso, come l’opera precedente, per assecondare una sensazione, per darne forma ed espressione, l’artista da vita ad una crasi, una mescolanza di opposti che sembrano cercarsi e avvinghiarsi per cercare un equilibrio, un (affettuoso) punto di contatto. 
Quest’opera parla sopratutto di tempo: quello transitorio e veloce della palma, accanto a quello statico e lentissimo del bronzo. Due temporalità che suggeriscono la brevità della nostra esistenza, accanto all’immortalità dell’arte.   

Quasi nascosta un’opera che appare come la chiave di volta dell’intera mostra: nel cortile, tra il muro dello stabile e la siepe, Caravaggio installa “Melancolia – ovvero trasparente”, una fotografia  di oltre vent’anni fa che immortala l’artista. E’ lo stesso Caravaggio a svelare che lo scatto risale al 1995,  quando “avevo chiesto a un vecchio vasaio se poteva appoggiare il mio allora giovane volto sulla sua mano vissuta dall’esperienza della creazione. Immaginavo che tale mano un giorno potesse essere la mia.”
Ecco che ritorna un tempo circolare in cui la sensibilità presente rovista nel passato per cercare un’auspicio per il futuro. 

Fino al 2 aprile 2022

Gianni Caravaggio Il tempo mi scorre tra le dita [Time runs through my fingers] 2021 (detail) Courtesy of the artist and kaufmann repetto Milan / New York Photo: Andrea Rossetti
Gianni Caravaggio When nature was young [Quando natura era giovane] 2020 (detail) Courtesy of the artist and kaufmann repetto Milan / New York Photo: Andrea Rossetti
Gianni Caravaggio, Melancolia – ovvero trasparente, kaufmann repetto, Milano 2022
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