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Elogio della mano – Luisa Gardini e Davide Stucchi alla galleria Ermes Ermes, Roma

Testo di Giulia Gaibisso — Appendici rivolte al mondo, le mani sono strumento conoscitivo ed espressivo, in grado di dare senso e attribuire qualità ai fenomeni. Metonimia dell’artista, esse sono mezzi di produzione, macchine ideate per una moltiplicazione asessuata, per...

Luisa Gardini – Davide Stucchi, Clin d’oeil, 2022, Roma
Davide Stucchi, Light switch and socket (Sitting room), 2022 (detail) Aluminium, paint, acrylic glass, photograph removed from publication, backing, screw and

Testo di Giulia Gaibisso

Appendici rivolte al mondo, le mani sono strumento conoscitivo ed espressivo, in grado di dare senso e attribuire qualità ai fenomeni. Metonimia dell’artista, esse sono mezzi di produzione, macchine ideate per una moltiplicazione asessuata, per una filiazione materiale. Nelle mani è la potenza dell’atto, ma anche l’atto in potenza, l’infinita possibilità di invenzione.
Per Luisa Gardini, le mani sono “propaggini”: di apprendimento, comunicazione, azione. E sono strumento nobilitante. Come mezzi poetici, creatori di artefatti, ma anche come organi di scoperta e rivelazione. Mani anonime, che assumono tramite l’anonimia il valore dell’icona. Isolate da un contesto, private del corpo a cui appartengono, perdono il proprio ruolo di semplici componenti anatomiche e assurgono a simboli del gesto, che è principio del disegno e della scrittura, elementi del tutto equivalenti nella produzione dell’artista.
Nelle opere in mostra, la ripetizione della loro immagine costruisce una sequenza filmica che cristallizza l’istante, immobilizza l’azione ed eternizza il soggetto, annullandone ogni funzione pratica; contemporaneamente l’utilizzo di una materia organica come il legno, a sostegno delle fotoceramiche, sembra ricondurle nell’ambito della téchne, quel “saper fare” di cui sono emblema.

Luisa Gardini, Untitled, 2018, photoceramic and wood
Luisa Gardini – Davide Stucchi, Clin d’oeil (exhibition view)

Per Davide Stucchi, invece, le mani sono attributi dotati di un certo grado di sensualità. La loro rappresentazione prevede una sorta di rivolgimento verso l’interno, una prospettiva intimista: sono oggetti familiari, parti umane che interagiscono con i corpi a cui appartengono. Nei lavori presentati in galleria esse sono protagoniste di interventi silenziosi, intervalli visivi ricavati nello spazio interstiziale degli interruttori.
Se le opere di Gardini tendono alla duplicazione, quelle di Stucchi si compongono di segmenti che obbligano il visitatore a individuare e ricostruire i soggetti a partire dall’osservazione ravvicinata. Nessun’opera è posizionata all’altezza dello sguardo; ognuna prevede piuttosto un cambio di prospettiva, una nuova collocazione dell’occhio e del corpo che lo guida. Utilizzando gli interruttori, l’artista ribalta le funzioni di un oggetto che da “tattile” diventa essenzialmente “visivo”, servendo da cornice, struttura limitativa e strumento di circoscrizione dell’immagine.
Pur anagraficamente distanti, Gardini e Stucchi si confrontano così su un soggetto, quello delle mani, che costituisce l’archetipo dell’artista e del demiurgo che plasma e vivifica la materia. Un elogio a testimonianza dell’eterna fascinazione per ciò che ha dato forma al nostro universo, per quei «volti senza occhi e senza voce, ma vedenti e parlanti» che Focillon poneva alla base dello sviluppo di ogni intendimento umano.

Luisa Gardini – Davide Stucchi
Clin d’oeil
Ermes Ermes
Fino al 30 Aprile

Davide Stucchi, Light switch (Bedroom), 2022 – Aluminium, paint, acrylic glass, photograph removed from publication, backing, screws
Davide Stucchi, Light switch and socket (Sitting room), 2022Aluminium, paint, acrylic glass, photograph removed from publication, backing, screw and Davide Stucchi Light Switch (Corridor), 2019Aluminium, paint, acrylic glass, photograph removed from publication, backing, screws
Luisa Gardini, Untitled, 2018, photoceramic and wood
Luisa Gardini – Davide Stucchi, Clin d’oeil (exhibition view)