In generale l’atmosfera a Frieze era piacevole, molto seria, forse un po’ troppo, ma come dire…That’s England!
Possiamo dire che commentare negativamente l’intervento di Christian Jankowski fa parte del ‘gioco’, ma come farne a meno?! All’interno di uno stand, l’artista ha messo uno yatch di lusso – nel quale ha impresso il suo nome – che può essere comprato come yatch o come opera d’arte. Non avrei mai detto di rimpiangere la macchina di Richard Prince! Il tema del revival è sempre attuale, ma stanca sempre un po’, soprattutto se a pochi anni di distanza.
Per quanto riguarda le Film Commission, erano organizzate male, ma sono riuscito a vederle quasi tutte on-line. Bellissimo il film di Lutz Bacher; divertente e accattivante quello di Anthea Hamilton (http://randomacts.channel4.com/).
Un altro video fuori programma che mi ha colpito è quello di Helen Marten allo stand di T293: una lunga conversazione interiore sugli oggetti abbinata ad immagini e immaginari 3D.
Spingendoci nel vivo della fiera con le sue gallerie, ti mando alcune foto.
Bellissimo il dipinto di David Salle da Maureen Paley; KOS era una presenza con un forte richiamo su diversi stand; divertente e interessante il lavoro Job Koelewijn da Fons Welters; i disegni e ceramiche di Alessandro Pessoli da Xavier Hufkens; David Lieske da Corvi Mora; Josef Straub da Francesca Pia; Katinka Bock da Meyer Riegger e curiosi pop-video di Alex Bag da Elisabeth Dee . Questi i lavori che tra i tanti mi hanno colpito di più.
La sezione Frame pur avendo focus su artisti singoli non mi ha entusiasmato. Elegante e intelligente l’utilizzo di diversi media di riproduzione dalla foto, al video per non tralasciare l’ipod , presentato da Susanne M. Winterling nello stand di Silverman Gallery.
Diversa l’atmosfera di Sunday che ha aperto, ancor prima di iniziare, con un Mousse party all’ICA. Dalle menti di Tulip&Roses, Limoncello e Croy Nielsen nasce una fiera che si fa sentire in modo composto e seducente. Qui Zin Taylor da Supportico Lopez mostrava la sua digressione su un braccio. Raimundas Malasauskas aveva i suoi stranianti ologrammi da Tulip&Roses e Jessica Warboys presentava delle bellissime cianografie da Gaudel de Stampa. La foto di Bruce McLean da Tanya Leighton mi ha fatto venire immediatamente voglia di riscoprire il lavoro di questo meraviglioso artista.
Poi come sai Londra-Frieze non è solo la fiera, però come si fa a raccontare tutto?
Tuttavia ho l’urgenza di parlarti un po’ della performance di Olivia Plender alla Soho House in occasione dell’Anniversario di Arnolfini. Pochi spettatori sedevano davanti ad una presentazione fatta da attori e una proiezione di immagini. Tra i vari attori uno più vecchio introduceva le vite degli altri: giovani artisti che esprimevano le loro idee e sensazioni nell’essere e fare questo loro duro mestiere. La performance si chiama ‘Monitor’, presentata alla Tate Triennial nel 2006, è una ricostruzione del documentario Private View (dalla serie Monitor della BBC) diretto da John Schlesinger basato sulle interviste a quattro giovani artisti della Londra del 1960. Le immagini proiettate invece, sono scorci della Londra attuale. La performance che si apre a molteplici discorsi sulla funzione dell’arte contemporanea, mi ha sorpreso per la semplicità con cui evidenzia una serie di cliché sul ruolo dell’artista, del tutto rimasti inalterati e assolutamente vigenti all’interno del sistema.
Jacopo Miliani