Federico Tosi e il tempo circolare

"Tutta la mostra parla di un millesimo di secondo in cui scopri e capisci la realtà. E’ la storia di un frammento di vita, un attimo che ti rimane impresso nella mente per sempre ma che svanisce subito."
19 Dicembre 2018
Federico Tosi - Goodbye bye bye, Installation view - Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rosssetti

Federico Tosi – Goodbye bye bye, Installation view – Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rossetti

In occasione della sua prima personale Goodbye bye bye alla galleria Monica De Cardenas, abbiamo intervistato Federico Tosi. L’artista ci racconta come abbia deciso di ‘aderire’ allo spazio espositivo sviluppando una ‘narrazione circolare’, dove il tempo è scandito dalla suddivisione delle stanze della galleria.
Il percorso della mostra inizia con delle visioni cosmiche ‘costruite’ mediante continue sovrapposizioni di colore. Da qui, la storia di srotola in più racconti: dalle visioni di un ragazzino sott’acqua – “…potrei essere io a 10 anni come potrebbe essere un tuo amico da bambino” – alle rivelazioni totalizzanti di una conchiglia; a fossili provenienti da un futuro remoto dalle forme misteriose…

Seguono alcune domande a Federico Tosi —

ATP: La prima mostra che presenti alla galleria De Cardenas si sviluppa attraverso un particolare fluttuare nel tempo. Non quello sincronico della realtà, bensì quello che scorre a ritroso. Mi racconti perché hai deciso di collocarti in una zona temporale ambigua? 

Federico Tosi: La conformazione della galleria mi ha spinto molto a ragionare sul tempo all’interno di questa mostra e sul come scandirne la cadenza. Ogni stanza è a sé ma si intravedono dettagli delle stanze adiacenti che suggeriscono il passato e il futuro di una narrazione, quindi ho deciso di sviluppare una trama unica ma divisa in momenti ben precisi, come capitoli in una storia, raccontando tutto al contrario ma in modo ciclico. E’ una narrazione circolare che va in senso antiorario.

Federico Tosi - Goodbye bye bye, Installation view - Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rosssetti

Federico Tosi – Goodbye bye bye, Installation view – Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rossetti

Federico Tosi - Goodbye bye bye, Installation view - Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rosssetti

Federico Tosi – Goodbye bye bye, Installation view – Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rossetti

ATP: Il percorso espositivo  inizia con quattro grandi disegni di galassie, le quali fungono da contesto temporale e spaziale a tutto il racconto. Cosa ti attrae dello spazio infinito? Come lo hai immaginato, prima che rappresentato, per renderlo con delle immagini?

FT: Mi attraggono le cose che non riesco ad immaginare, tipo il vuoto cosmico, il peso inversamente proporzionale alla grandezza o le distanze indicate in migliaia di anni luce, ma in questi lavori non c’è granché di cosmico, piuttosto si vede una specie di ostinata voglia di raccontare la realtà con i mezzi più semplici nel modo più complicato possibile. Ho disegnato delle galassie osservando varie immagini dal sito della NASA o da Pinterest, ho creato una bella raccolta di immagini ma non ho considerato nulla di scientifico o di astro fisico, sono solo dei disegni in cui la luce delle stelle è data dal bianco del foglio che ho lasciato scoperto. Penso funzioni un po’ al contrario rispetto alla formazione dell’universo. Questi disegni iniziano quando è tutto luce e quello che ho fatto è stato aggiungere velature di colore fino ad arrivare al buio.

ATP: Da sempre, nelle tue mostre, racconti vicende che hanno del fantastico.  Scorre, tra le opere in mostra, una particolare vicenda che racconta di un ragazzino che nuota sottacqua e osserva una conchiglia. Mi riveli chi è questo ragazzino e cosa fa? 

FT: Non è nessuno in particolare, potrei essere io a 10 anni come potrebbe essere un tuo amico da bambino. E’ un momento della vita più che un qualcuno nello specifico. E’ quel momento della vita in cui sei in un contesto che non è il tuo (sott’acqua) e ti trovi ad osservare e capire una forma alla quale non avevi mai prestato completa attenzione. Forse è proprio l’essere lontano dalla nostra comfort zone che ci porta a guardare le cose con occhi nuovi, ad osservare una conchiglia e caprine il senso profondo. Questa piccola scultura parla di quel momento in cui per la prima volta cogli il senso della natura e la tua mente inizia a creare immagini potenti che esplodono e che si disfano in un attimo, dura un soffio.

Federico Tosi - Lady Voyager I, 2018 felt-tip on paper cm 132 x 96 - Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rosssetti

Federico Tosi – Lady Voyager I, 2018 felt-tip on paper cm 132 x 96 – Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rossetti

ATP: Il fulcro della mostra, una grande conchiglia di legno. Il suo significato etimologico rivela che deriva da piccola conca, involucro. Qualcosa che protegge e nasconde. Che significati hai dato a questa opera? 

FT: Nessuna conca né involucro. Piuttosto, alcune forme sono così impeccabili e cariche di informazioni da poter essere trattate come ID di un pianeta. Contengono in sé i codici per decodificare il luogo nel quale ci si trova e le leggi che ne governano la materia. Le conchiglie mi sembrano essere il risultato plastico delle stesse leggi che regolano la materia del nostro corpo e di ogni corpo presente sul nostro pianeta; ho cercato una sorta di stereotipo, una Stele di Rosetta che permettesse di tradurre in un unico linguaggio gli infiniti dialetti dell’evoluzione della natura e che si legasse ad un ricordo collettivo che ci accomuna tutti.

ATP: In merito ai materiale con cui hai lavorato: opere su carta, legno, bronzo, resina ecc. Come scegli questi materiali e con quale ti trovi più a tuo agio? 

FT: Mi piace il materiale che più metta a proprio agio una forma, o al contrario che più la possa trasformare di significato e intenti. Mi affascinano la complessità e il numero di materiali disponibili e quanto ognuno ti porti a ragionare in quel modo e  sviluppare una forma che ci si rispecchi. A volte le forme devono immedesimarsi nei materiali o viceversa e sicuramente questi devono dialogare tra di loro e legarsi in modo tale da rendere l’opera autonoma.
Il top dell’agio lo raggiungo alla mia scrivania mentre faccio sculture minuziose e guardo (ascolto) Walking Dead.

Federico Tosi - Principe, 2018 Olive wood cm 24 x 207 x 26 - Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rosssetti

Federico Tosi – Principe, 2018 Olive wood cm 24 x 207 x 26 – Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rossetti

ATP: Tempo fa ci siamo incontrati alla Fonderia Battaglia. Mi stupisce come giovani artisti siano attratti dalla lavorazione del bronzo. Che scoperte hai fatto in merito a questo materiale? Lo trovi conoscono alla tua ricerca?

FT: Mi sembra che usare il bronzo implichi una sorta di ufficializzazione dell’oggetto, una vip card che garantisce longevità, resistenza, qualità e storicizzazione. Personalmente mi sono innamorato di questo materiale quando ne ho colto la profondità, sia in termini storici che tecnici. I processi di lavorazione sono serissimi, complessi e molto antichi; fondere un metallo, vederlo rosso e liquido, per me è stata una dimostrazione del controllo che abbiamo acquisito in centinaia di anni. Estremamente gratificante.

ATP: A chi si rivolge il titolo “Goodbye bye bye”. Chi saluti e perché?

FT: Tutta la mostra parla di un millesimo di secondo in cui scopri e capisci la realtà. E’ la storia di un frammento di vita, un attimo che ti rimane impresso nella mente per sempre ma che svanisce subito. Il titolo è la vera fine ma tutto va a cerchio, tutto fa Big Bang e Big Crunch, quindi puoi scegliere se salutare il passato o il futuro, non fa tanta differenza.

Federico Tosi - Ariel (Sky and Sand), 2018 concrete and pigments variable dimension - Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rosssetti

Federico Tosi – Ariel (Sky and Sand), 2018 concrete and pigments variable dimension – Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rossetti

Federico Tosi - Underwater, 2018 Thermosetting resin and wood cm 2 x 15 x 3  - Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rossetti

Federico Tosi – Underwater, 2018 Thermosetting resin and wood cm 2 x 15 x 3 – Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rossetti

Federico Tosi - Ariel (Spirale), 2018 concrete and glue cm 100 diameter x 3  - Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rossetti

Federico Tosi – Ariel (Spirale), 2018 concrete and glue cm 100 diameter x 3 – Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rossetti

Federico Tosi - Ariel (Mercury Tales), 2018 concrete and glue cm 41 x 40 x 11  - Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rossetti

Federico Tosi – Ariel (Mercury Tales), 2018 concrete and glue cm 41 x 40 x 11 – Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rossetti

Federico Tosi - Ariel (Oloturia 2000), 2018 concrete and pigments cm 134 x 15 x 7  - Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rossetti

Federico Tosi – Ariel (Oloturia 2000), 2018 concrete and pigments cm 134 x 15 x 7 – Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rossetti

Federico Tosi - Ariel (Oloturia 2000), 2018 concrete and pigments cm 134 x 15 x 7  - Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rossetti

Federico Tosi – Ariel (Oloturia 2000), 2018 concrete and pigments cm 134 x 15 x 7 – Courtesy Monica De Cardenas, e i ph credits Andrea Rossetti

Theme developed by TouchSize - Premium WordPress Themes and Websites