ATP DIARY

Luisa Lambri al Padiglione de L’Esprit Nouveau | Arte Fiera 2024

Sin dall’edizione del 2019 Arte Fiera porta avanti l’iniziativa Opus Novum, che prevede ogni anno la commissione ad un importante artista italiano di una nuova opera da esporre nei propri spazi. Dopo aver presentato negli anni passati opere di artisti...

Luisa Lambri, Untitled (Rietveld Schröder House, #04), 2006, Pigment Print, cm 63,8 x 71 | © Luisa Lambri. Courtesy Thomas Dane Gallery

Sin dall’edizione del 2019 Arte Fiera porta avanti l’iniziativa Opus Novum, che prevede ogni anno la commissione ad un importante artista italiano di una nuova opera da esporre nei propri spazi. Dopo aver presentato negli anni passati opere di artisti come Flavio Favelli, Eva Marisaldi, Stefano Arienti, Liliana Moro e Alberto Garutti, quest’anno è il turno di Luisa Lambri, ospitata negli ambienti del Padiglione dell’Esprit Nouveau. La mostra stessa si intitola L’Esprit Nouveau, sebbene la fotografa abbia voluto richiamarsi piuttosto, da un punto di vista teorico, alla rivista fondata da Le Corbusier, Amedée Ozenfant e Paul Dermeé nel 1920. Curata da Simone Menegoi, l’esposizione si integra perfettamente nel fil rouge con cui Art City celebra attraverso cinque main project il sessantesimo anniversario della morte di Giorgio Morandi. Così come il maestro bolognese, Lambri esplora le interconnessioni tra spazio e luce, filtrando l’esperienza attraverso la sua pratica fotografica. E sempre come Morandi, noto per alterare gli oggetti dipingendoli e assemblandoli fra loro, le fotografie di Lambri subiscono costanti modifiche durante la fase di post-produzione digitale. Le opere, in totale una quindicina e quasi tutte inedite, si spartiscono in due sezioni a seconda dei diversi edifici fotografati dall’artista. Gli scatti alla Chiesa di Santa Maria Assunta a Riola di Vergato (BO), l’unica opera permanente di Alvar Aalto in Italia, realizzate in funzione della commissione per Opus Novum, riprendono la finestra del battistero in un gioco di alternanze tra diverse versioni in bianco e nero, e, in una serie di varianti quasi identiche, la base in cemento del campanile. Mentre al contrario, altre fotografie tratte dall’archivio della fotografa (datate ad un arco temporale che va dal 2000 al 2023), ritraggono i dettagli delle architetture di Gerrit Rietveld, Peter Zumthor e Alberto Campo Baeza e dialogano suggestivamente con la conformazione stessa del padiglione de L’Esprit Nouveau. Lambri esclude nella sua pratica uno sguardo totale sugli edifici che fotografa, evadendo sistematicamente dagli elementi iconici a favore di inquadrature ravvicinate. Le sue immagini sono il risultato di un legame intimo con l’architettura, un rapporto che si costruisce attraverso vedute catturate da una prospettiva ravvicinata, con distanze che variano da qualche decina di centimetri a massimo due o tre metri. Lo stesso allestimento è modellato secondo la sensibilità dell’artista: alcune fotografie sono esposte ai muri, mentre altre trovano collocazione su basi individuali di MDF, dipinte in continuità con i colori dell’interno del padiglione. Collettivamente, queste fotografie focalizzano l’attenzione costante dell’artista per i punti in cui gli edifici si aprono all’esterno e alla luce. E proprio la luce, in tutte le sue varie sfumature, emerge come il tema centrale che permea l’intera opera di Lambri.

OPUS NOVUM #6
LUISA LAMBRI, L’ESPRIT NOUVEAU
In collaborazione con Thomas Dane Gallery
A cura di Simone Menegoi

Padiglione de L’Esprit Nouveau, Bologna
1° febbraio – 3 marzo 2024

Luisa Lambri, Untitled (Barragan House, #20), 2005, C-Print, 86 x 96 cm | © Luisa Lambri e Barragan Foundation, Switzerland. Courtesy Thomas Dane Gallery
Luisa Lambri, Untitled (Centro Galego de Arte Contemporánea, #18), 2008, C-Print, 74,9 x 63,5 cm | © Luisa Lambri. Courtesy Thomas Dane Gallery