Cinque Mostre 2018 — The Tesseract | Intervista con Ilaria Gianni

"La parola ricorrente nei vari studio visits era “tempo”: presente, passato e futuro. Ogni partecipante stava portando avanti delle esplorazioni sulla dimensione temporale nel proprio campo specifico. Per questo motivo ho iniziato a pensare all’idea di viaggio nel tempo come metafora."
17 Marzo 2018

A seguito della sua terza nomina da parte di AAR — American Academy in Rome, Ilaria Gianni ha dato forma ad un dialogo costruttivo per un nuovo progetto che trae la sua forma da un viaggio nel tempo. Il filo conduttore in occasione di Cinque Mostre ha seguito il rispetto dell’individualità e delle competenze specialistiche di ogni singolo residente pur facendo confluire le diverse pieghe  (ricerche) in un’unica dimensione. Partendo dallo studio di ognuno di essi, e insieme dalla comprensione di ogni ricerca personale, Ilaria Gianni ha recuperato la figura del tesseratto.
Senza una forma fissa e seguendo imprevedibili analogie la mostra ha generato una narrazione disponibile a dinamiche di lettura nuove. La costellazione di coincidenze in un unico format – forse quello della mostra ma non solo – di più personalità e campi di ricerca quali arti visive, architettura, design, moda, musica, archeologia e scenografia, ha dato vita ad un simposio di voci che ha tracciato un “ipercubo” dalle molteplici e potenziali estensioni.

The Tesseract (Il tesseratto) prende in prestito il titolo dall’omonima figura geometrica, un ipercubo quadrimensionale: termine coniato per la prima volta dallo scrittore britannico di fantascienza Charles Howard Hinton nel 1888 nel suo libro Una nuova era del pensiero, che affronta l’influenza della quarta dimensione sul pensiero umano.Il tesseratto, un secolo dopo, diventa il trascendentale protagonista di A Wrinkle in Time / Nelle pieghe del tempo, il libro per ragazzi della scrittrice americana Madeleine L’Engle, pubblicato nel 1963. Nel romanzo, il tesseratto, capace di piegare il tessuto dello spazio e del tempo, permette ai protagonisti di viaggiare per dimensioni sconosciute. “Noi viaggiamo nelle pieghe del tempo e dello spazio. E’ una bazzecola, se sai come farlo”, dice la signora Cosé ai fratelli Meg Murray e Charles Wallace.
L’ipercubo n-dimensionale diventa così una metafora per presentare opere che testimoniano come il tempo e le sue tracce siano spesso fonte di ricerca e di ispirazione visionaria. I lavori in mostra, provenienti da diversi saperi, prendono in considerazione aspetti particolari del passato, del presente e del futuro, rimuovendoli da un sistema temporale lineare. (da CS)

Cinque Mostre 2018 - The Tesseract - Exhibition view, American Academy in Rome - Ph. Altrospazio

Cinque Mostre 2018 – The Tesseract – Exhibition view, American Academy in Rome – Ph. Altrospazio

Seguono alcune domande alla curatrice indipendente —

ATP: Partiamo dal concept specifico che hai scelto The Tesseract. Da dove è nato l’interesse per questa figura geometrica che trae le sue origini dal mondo fantascientifico? 

Ilaria Gianni: Sono partita anche quest’anno dai lavori dei fellows dell’AAR. Cinque Mostre è un’occasione di esposizione pubblica che l’AAR dona ai suoi residenti. Sono quindi entrata negli studi di tutti coloro interessati a fare buon uso di questa opportunità e ho ascoltato le loro ricerche. I campi di lavoro e gli interessi dei fellows sono molto diversi e ho dovuto trovare un fil rouge che potesse unire questi punti di vista così distinti. L’obiettivo era quello di rispettare le individualità dei vari autori coinvolti (artisti, architetti, scrittori, compositori, archeologi, agronomi, scenografi) e dare al contempo al pubblico uno strumento narrativo per poter navigare la mostra e visualizzare il percorso espositivo. La parola ricorrente nei vari studio visits era “tempo”: presente, passato e futuro. Ogni partecipante stava portando avanti delle esplorazioni sulla dimensione temporale nel proprio campo specifico. Per questo motivo ho iniziato a pensare all’idea di viaggio nel tempo come metafora.
Uno dei miei libri preferiti da bambina è stato A Wrinkle in Time (Nelle pieghe del tempo) di Madeleine L’Engle è the tesseract (il tesseratto) ne era il protagonista. Senza il tesseratto non avrebbero potuto viaggiare in n-dimensioni, era lui a piegare il tessuto dello spazio e del tempo.

 ATP: Come hai effettuato la scelta di un numero così ampio di artisti e collaboratori?

IG: Sono i fellows dell’AAR a decidere di partecipare. Dopo una prima fase di incontro e dialogo, discuto con loro le singole proposte creative e cerco di mettere insieme un progetto di mostra coerente. Cinque Mostre ha come obiettivo quello di incoraggiare il dialogo tra discipline, e di conseguenza tra i singoli residenti che hanno competenze specialistiche. L’idea è di trarre il meglio dalla vita di comunità in cui eccellenze accademiche e professionali del mondo americano si trovano a vivere per un intero anno. Il mio contributo è anche quello di mettere in contatto i partecipanti dell’AAR con professionisti e voci del mondo culturale romano. Quest’anno per esempio si sono instaurati dialoghi con gli scrittori Matteo Nucci, Antonella Lattanzi e Chiara Barzini, gli artisti José Angelino, Matteo Nasini, Marco Palmieri, Alessandro Cicoria e Valerie Giampietro, e la stilista Irene Tortora.

Cinque Mostre 2018 - The Tesseract - Exhibition view, American Academy in Rome - Ph. Altrospazio

Cinque Mostre 2018 – The Tesseract – Exhibition view, American Academy in Rome – Ph. Altrospazio

 ATP: Quale tipo di reazione si è istituita tra loro?

IG: C’è stato un forte spirito collaborativo, si è instaurato un fitto dialogo proficuo che ha permesso a tutti di estendere i propri orizzonti di ricerca e conoscenza.

ATP: parlando di estensioni nel tempo, spostamenti e salti come vedi questa terza nomina da parte di American Academy? Che cosa stai prendendo dal prima e cosa riformulando o rivedendo?

IG: Ogni anno è un’esperienza differente perché mi confronto con una comunità di accademici e professionisti incredibilmente diversa. Per me è un’occasione unica di dialogo produttivo da cui cerco di imparare. Mi sento molto privilegiata ad avere l’opportunità di passare il mio tempo nello spazio di lavoro di studiosi provenienti dalle discipline più distinte.
Ho capito come ascoltare, come accompagnare, come costruire un progetto espositivo coinvolgendo i “non addetti ai lavori”. Molti dei fellows infatti non sono artisti visivi, ma architetti, compositori, storici dell’arte, archeologi, designer. L’importante è attivare il motore del dialogo, preparare il campo alla condivisione di competenze e saperi, essere aperti alle sfide concettuali e formali che avvengono quotidianamente quando si pensa ad un lavoro, rispettare le singole ricerche e essere propostivi. Cinque Mostre è un ritratto della comunità dell’AAR inserito nella ricerca artistica e nelle tendenze teoriche del contemporaneo.

 Josè Angelino, Sanford Biggers (in collaborazione con Michelle L. Berenfeld), Jennifer Birkeland + Jonathan Scelsa, Ulises Carrion, Brandon Clifford + Federico Gardella + CEMEX Global R&D + Simone Conforti + Sean Gullette, Leslie Cozzi, Abigail DeVille, Alessandro Di Pietro, Rochelle Feinstein + Allen Frame + Ishion Hutchinson, Aroussiak Gabrielian + Alison Hirsch con Grant Calderwood (in collaborazione con il Rome Sustainable Food Project e Irene Tortora), Beverly McIver + Gaetano Castelli, Matteo Nasini, Marco Palmieri, Tricia Treacy,* e Arnisa Zeqo.**

* Con la partecipazione di: Chiara Barzini, Sanford Biggers, Alessandro Cicoria, Brandon Clifford, Elizabeth Rae Cowan, Alessandro Di Pietro, Ashley Fure, Allen Frame, Aroussiak Gabrielian, Valeria Giampietro, Sean Gullette, Alison Hirsch, T. Geronimo Johnson, Antonella Lattanzi, Johanna Lobdell, Kevin Moch, NERO, Matteo Nucci, e Arnisa Zeqo.

** In collaborazione con Tiziana Del Grosso, Suzanne Farrin, Ashley Fure, T. Geronimo Johnson, Johanna Lobdell, Kevin Moch, Tricia Treacy, Joseph Williams, e lo spirito di Ulises Carrion.

Alessandro Di Pietro The Self-fulfilling Owen Prophecy, 2018  - Sculptures - Courtesy of the artist  - Ph. Altrospazio

Alessandro Di Pietro The Self-fulfilling Owen Prophecy, 2018 – Sculptures – Courtesy of the artist – Ph. Altrospazio

Sanford Biggers in collaboration with Michelle L. Berenfeld, Votive – site specific, 2018, Dimenension variable  Courtesy of the artist - Ph. Altrospazio

Sanford Biggers in collaboration with Michelle L. Berenfeld, Votive – site specific, 2018, Dimenension variable Courtesy of the artist – Ph. Altrospazio

Abigail DeVille, Moon Meditation for Martin, 2018  Accumulated debris, bottles, Courtesy of the artist  - Ph. Altrospazio

Abigail DeVille, Moon Meditation for Martin, 2018 Accumulated debris, bottles, Courtesy of the artist – Ph. Altrospazio

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