Camille Henrot, Monday | Intervista con la curatrice

"Quando leggiamo i grandi classici letterari, non facciamo fatica a immedesimarci nei personaggi. Henrot trascrive questi sentimenti primordiali nelle sue opere reinventadoli per il nostro quotidiano. Ci riconosciamo e ci immedesimiamo nei suoi personaggi."
5 Maggio 2016

Inaugura la prossima settimana, alla Fondazione Memmo “Monday”, la mostra personale di Camille Henrot (dal 12 maggio al 6 novembre). Con la mostra a Roma si apre per l’artista francese un periodo molto impegnativo visto che sarà protagonista di una mostra al Madre – Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina, Napoli (2016), al Palais de Tokyo, Paris (2017) e al Hammer Museum, Los Angeles (2017). Curata da Cloé Perrone, la mostra è ‘introdotta’ da un suggestivo testo di Ben Eastham (co-fondatore ed editore di The White Review) che motiva e approfondisce il motivo che ha suggerito alla Henrot di scegliere, come punto di partenza per il suo progetto alla Fondazione, il ‘lunedì’.

“Il lunedì, talvolta contaminato dalla malinconia, è anche il giorno in cui rinnoviamo la nostra fede nella provvidenza. All’inizio di ogni settimana (in inglese week, anticamente wice, che significa “cambiamento, svolta”) percepiamo la possibilità di un cambiamento profondo e, in relazione a questo desiderio di metamorfosi, la propensione a ritirarsi dal mondo. Scrittori e poeti hanno a lungo interpretato la relazione tra apparente improduttività e ispirazione creativa – vengono in mente Proust nella sua stanza rivestita di sughero o Matisse che dipinge dal suo letto – mentre la pazienza, l’introspezione e la solitudine sono considerati da molte religioni degli strumenti attraverso i quali è possibile accedere al divino e produrre un cambiamento spirituale in noi stessi. La spiritualità del lunedì si basa su di un’attenta considerazione delle cose mondane. Gli affreschi realizzati per la Fondazione Memmo, con polvere di marmo e stucco, combinano il metodo tradizionale con documenti trovati, carte, piccoli oggetti che alludono all’ispirazione creativa dell’artista, esplorando così la relazione che esiste tra azione e inattività, tra ordinario e straordinario.” (Estratto dal testo)

Per approfondire le tematiche della mostra e alcune delle scelte dell’artista abbiamo intervistato la curatrice Cloé Perrone.

ATP: Per la sua mostra alla Fondazione Memmo, Camille Henrot trova ispirazione dal primo giorno della settimana, il lunedì. Malinconia e tristezza sono spesso gli stati d’animo associati a questo giorno. Perché l’artista ha deciso di partire proprio dal ‘lunedì’ per sviluppare la sua mostra?

Cloé Perrone: Camille Henrot sta lavorando a un grande progetto nel quale svilupperà tutti i giorni della settimana. Dopo un approfondito studio sulle convenzioni e le simbologia di ciascun giorno, Henrot è partita dall’inizio, dal Lunedi. Il lunedì, primo giorno della settimana nel quale siamo generalmente propositivi e proattivi, ed è anche il giorno della luna. Questi buoni propositi si perdono facilmente nell’arco della giornata mutando in finta produttività e ozio. Questa non conclusione ci fa diventare melancolici, il traguardo ambito si dissolve con lo scorrere delle ore, spesso dovuto al fatto che ci poniamo degli obiettivi irraggiungibili. Il lunedì rappresenta anche il miracolo, e non c’è miracolo senza disperazione. Questa distanza tra il progetto immaginato e lo status quo può sembrare uno scacco ma in realtà questo momento d’improduttivo ozio muta in un momento di fertile creatività.

ATP: Ci sono delle figure – siano essi artisti, teorici o scrittori – a cui l’artista ha tratto ispirazione per sviluppare il concetto della mostra?

CP: La ricerca di Camille Henrot parte spesso da testi letterari dai quali raccoglie immagini che poi rielabora. La ricerca del testo perfetto è un tema sul quale molti grandi autori hanno riflettuto. Quest’utopica ricerca è presente anche nell’ Ulisse di James Joyce, nella Ricerca del Tempo Perduto di Marcel Proust e nella Commedie Humaine di Honoré de Balzac. Questi autori rappresentano infatti tanto l’infaticabilità dello scrivere quanto il senso di impotenza di potersi esprimersi attraverso la parola. Henrot, come loro, lavora tirata da questi due poli.

Camille Henrot working on Monday,   Fondazione Memmo,   May 2016

Camille Henrot working on Monday, Fondazione Memmo, May 2016

ATP: L’artista ha sviluppato per la Fondazione una serie di sculture in bronzo. Mi introduci questa serie di opere? Perché ha scelto proprio questo materiale dalla forte connotazione storica?

CP: Henrot lavorava già da molti anni con il bronzo. Per la Fondazione Memmo l’artista ha prodotto otto nuove sculture e per la prima volta ha lavorato sul grande formato. Vanno dai 50 cm ai 3 metri di altezza. Questi nuovi bronzi sono piu figurativi dei precedenti e le loro linee richiamano il “cartoon”. L’anno scorso Henrot è state un mese in residenza a Roma presso la Fondazione Memmo e le meraviglie barocche della città hanno molto influenzato questo suo nuovo progetto. Henrot ha studiato le forme e la simbologia delle sculture animali. Ha studiato i movimenti dei delfini sui vasi etruschi e si è appassionata alla zampe dei leoni appoggiate sulle sfere e ai marmi dei musei Vaticani. Le sue sculture si sono ingrandite esaltando l’aspetto ridicolo del parametro della grandezza. L’aspetto irrisorio di questa mania è quanto appunto intriga l’artista. Ripiegate su sé stesse queste figure manifestano il contrasto tra la ricerca di magnificenza e l’irrequietezza che a tale ricerca è annessa.

ATP: Trascendenza, spiritualità e contemplazione: sono temi che sembrano permeare gli affreschi realizzati dalla Henrot per la mostra. Sia per i contenuti che per la tecnica utilizzata sia per la loro realizzazione – polvere di marmo e stucco – gli affreschi fanno pensare che la ricerca dell’artista sia rivolta al passato più che a un confronto con gli immaginari contemporanei (in senso stretto). Mi dai un tuo punto di vista su queste scelte dell’artista?

CP: I bisogni e gli istinti primordiali dell’essere umano sono rimasti immutati nei secoli. Cambiamo le tecnologie e le condizioni nelle quali interagiamo e per cui si modifica il nostro modo di comunicare e di rapportarci con gli altri ma i nostri stati d’animo sono sempre gli stessi. Quando leggiamo i grandi classici letterari, non facciamo fatica a immedesimarci nei personaggi. Henrot trascrive questi sentimenti primordiali nelle sue opere reinventadoli per il nostro quotidiano. Ci riconosciamo e ci immedesimiamo nei suoi personaggi. La torsione psichica, le delusioni amorose, la speranza di poter conoscere il nostro futuro sono elementi ricorrenti nella vita di tutti i giorni. L’artista riesce a ricongiungere i grandi dilemmi umani con i problemi di tutti i giorni.

ATP: L’astrologia è un altro dei temi (e degli interessi ) sviluppato dall’artista. In particolare ci sono delle opere in mostra dove l’influenza di questa particolare disciplina emerge maggiormente? Mi introduci all’opera in cui l’artista ha creato un “cast di ibridi uomo-cane che danzano intorno a un albero della cuccagna”?

CP: Per la fondazione Memmo, Henrot ha creato un nuovo zootropio intitolato “May horoscope”. L’oroscopo, i pianeti, le date hanno sempre influenzato le sue opere. Durante la sua residenza romana, Henrot ha visitato con Anna d’Amelio la galleria Rucellai di Palazzo Ruspoli affrescata da Jacopo Zucchi. Le figure dell’affresco hanno influenzato sia quest’opera che tutta la mostra. Lo zootropio è composto da diversi animali che si muovono intorno a questo albero della cuccagna. I cani, per esempio, girano in tondo, come quelli che si vedono al guinzaglio dei dogsitters tra le strade di New York. Il cane, animale aggressivo ma oggi addomesticato, rappresenta l’indipendenza all’altro, come lo sono gli esseri umani all’oroscopo. Attraverso quest’opera leggiamo infatti una critica giocosa dell’attaccamento a questa credenza, pratica vicina ai rituali di preghiera o alle liturgie del lunedì, che rivelano il contrasto tra l’abbandono al destino e l’ambizione del controllo.

Camille Henrot working on Monday,   Fondazione Memmo,   May 2016

Camille Henrot working on Monday, Fondazione Memmo, May 2016

Camille Henrot working on Monday,   Fondazione Memmo,   May 2016

Camille Henrot working on Monday, Fondazione Memmo, May 2016

Camille Henrot working on Monday,   Fondazione Memmo,   May 2016 - A Lie Before Breakfast,   2016. Fresco

Camille Henrot working on Monday, Fondazione Memmo, May 2016 – A Lie Before Breakfast, 2016. Fresco

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