#ATPsummerVision n° 16 Pietro Gaglianò

ATPdiary invited some curators to point out three international artworks that summarize - or are meaningful of - three historical periods. Pietro Gaglianò's choices
20 Agosto 2015

ATPdiary invited some curators to point out three international artworks that summarize – or are meaningful of – three historical periods. 

One from the past, even very distant.

One from the present, focusing on the contemporary moment.

One from the future, with a strong perspective, in a nutshell, towards what’s next. 

Pietro Gaglianò

Past —

La prima è un particolare (anzi, due) del ciclo che Giotto ha affrescato per Enrico Scrovegni a Padova, quelli studiati all’università come i “coretti” e dei quali ho scritto: “per la prima volta appare il cielo atmosferico, non più quello teologico dell’oro bizantino, o il piatto, cupo color lapislazzuli senza giorno e senza notte che corona tutti i paesaggi giotteschi. È un cielo che fa riferimento a qualcosa in corso, fuori dall’architettura dipinta e da quella costruita, che ha a che fare con il tempo, e quindi con la storia, e con una possibilità di immaginare il mondo in modo mobile.” (The Invention of Memory, in Keep your Feelings in Memory, Edizioni Borderline, Luxembourg 2014)

Giotto,   Capella degli Scrovegni,   Padova

Giotto, Capella degli Scrovegni, Padova

Present —

La seconda opera è “Come il vento” di Bianco-Valente, realizzata nel corso di una residenza a Becharre, una comunità cristiano-maronita del nord del Libano. Gli artisti hanno chiesto agli abitanti di condividere  i sentimenti e le sensazioni, senza toccare direttamente il tema della guerra, ma lasciando che la descrizione del paesaggio e dello spazio sociale indicasse, ricucendole, l’evidenza delle ferite.

Bianco-Valente,   Come il vento,   Becharre,   progetto A place for action

Bianco-Valente, Come il vento, Becharre, progetto A place for action

Future —

La terza opera si trova a Bochum, ed è un lavoro pensato per depositarsi nell’immaginario e nell’intelletto per generare sguardi rivolti al futuro. E’ la “Piazza della Promessa Europa” di Jochen Gerz. Tutti i cittadini del mondo sono stati invitati a fare una promessa il cui contenuto rimarrà nella loro vita attiva, mentre solo i loro nomi verranno pavimentati assieme a quelli di altre 10.000 persone nella pietra della piazza. Il progetto parte dalla presenza, nella chiesa di Cristo, residuo medievale che domina la piazza, di un memoriale della I Guerra Mondiale del 1931 in cui accanto alla lista dei caduti compare la lista di 28 nazioni, nemiche della Germania. 

Jochen Gerz,   Christuskirche Platz des europäischen,   Bochum

Jochen Gerz, Christuskirche Platz des europäischen, Bochum

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