ATP DIARY

ArtVerona 2019 – Norma Jeane, Loony Park

Tra l’11 e il 13 ottobre 2019 le Gallerie Mercatali di Verona saranno aperte al pubblico in occasione della quindicesima edizione di ArtVerona, che festeggia con l’apertura straordinaria di questo spazio architettonico industriale in parte recuperato: una struttura di 6400...

Norma Jeane – Loony Park – Crediti fotografici Mario Albergati

Tra l’11 e il 13 ottobre 2019 le Gallerie Mercatali di Verona saranno aperte al pubblico in occasione della quindicesima edizione di ArtVerona, che festeggia con l’apertura straordinaria di questo spazio architettonico industriale in parte recuperato: una struttura di 6400 mq che si lega fortemente alla storia commerciale e produttiva della città (le gallerie un tempo erano sede del mercato ortofrutticolo cittadino) e che permetterà di esplorare uno scorcio, inedito per molti, della Zai storica.
Le gallerie fanno parte di un complesso ben più ampio, gli ex Magazzini Generali, di circa 20mila metri quadrati, la cui storia e i cui progetti di riuso e riqualificazione sono stati e sono tuttora oggetto di discussione politica. Rimando per approfondire questo aspetto al paper di Francesco Campagnari, PhD Fellow in Regional Planning and Public Policy presso l’ Università Iuav di Venezia LINK

Valeria Marchi, per ATPdiary, ha sottoposto alcune domande a Paola Tognon, curatrice dell’installazione Loony Park di Norma Jeane allestita in questo meraviglioso pezzo di archeologia industriale veronese.

ATPdiary: Per festeggiare il suo quindicesimo anniversario ArtVerona apre eccezionalmente le meravigliose Gallerie Mercatali: un edificio praticamente mai aperto al pubblico e attiguo alla zona fieristica della città, un pezzo storico di archeologia industriale in fase di restauro da parte di Veronafiere. Qual è stato l’impatto dello spazio delle Gallerie sul progetto Loony Park dell’artista Norma Jeane che curi quest’anno per ArtVerona? Mi interessa capire le fasi di ideazione dell’installazione in relazione all’architettura e le influenze che questa ha avuto nella creazione del lavoro.

Paola Tognon: Ho pensato e invitato Norma Jeane per la sua capacità di stravolgere – e restituire in contemporanea nelle condizioni reali – spazi enormi come spazi minimi. Nelle sue installazioni nulla è lasciato al caso e niente è apparentemente predefinito, ciò che emerge è la costituzione di uno sguardo obliquo e mimetico che interrompe sottilmente il corso lineare degli avvenimenti e delle nostre consuetudini. Attraverso il suo lavoro Norma Jeane ci sottopone ad un disorientamento fisico, mentale e temporale che si impossessa degli spazi e della nostra reazione di fronte alla loro imponenza o capacità residuale. Ma Norma è anche capace di ribaltare i nostri assi cartesiani e chiederci azioni forti, invasive, accelerate. Diciamo che Norma Jeane ci pone silenziosamente nella condizione di scegliere e ogni volta prospetta condizioni diverse. La maestosità delle Gallerie Mercatali di Verona, spazi di archeologia industriale nelle quali il nostro sguardo si perde nella cadenza delle arcate ogivali, ha certamente influito nell’ideazione del progetto. La marginalità della misura umana al loro interno, l’evocazione della passata missione originaria e il loro silenzio attuale hanno condotto alla costruzione di un progetto perturbante e di inquieta malinconia in cui sono fondamentali gli elementi precostituiti delle strutture delle Mercatali.

Norma Jeane – Loony Park – Crediti fotografici Mario Albergati

ATPdiary: In Loony Park ci sarà un aspetto performativo molto forte che modifica lo spazio delle Gallerie sia dal punto di vista sonoro che dal punto di vista spaziale: l’opera, che è prodotta da Contemporary Locus, è un lavoro interattivo che ha una natura esperienziale, è un’installazione che cerca di mostrare i meccanismi dell’intrattenimento e della sovrapproduzione che questo può generare. Cosa ci dobbiamo aspettare di vedere in questa sorta di parco giochi decadente, sovrabbondante ed esagerato?

Paola Tognon: Loony Park, installazione site specific di Norma Jeane, ha una vita autonoma e non controllabile che si compone di due tempi, quello del giorno e quello della notte. Apparentemente durante il giorno non succede niente mentre all’imbrunire la condizione cambia con l’accensione delle macchine, delle luci e di un suono che dilata lo spazio secondo strategie diverse. Ma non vi è nulla di veramente interattivo o partecipativo, al contrario noi assistiamo continuamente ad uno spettacolo che non c’è, che potrebbe esserci, che forse è già stato o dovrà esserci. Materia e cibo, buio e luce, movimento e immobilità sottopongono lo spazio e la sua gigantesca architettura ad una esperienza dove il glamour dell’arte e la lucentezza dell’intrattenimento si stratificano come resti dimenticati di una festa e dei suoi riti. In contemporanea, dalla fase di allestimento per arrivare al dis-allestimento già visibile nell’ultimo giorno di apertura – domenica 13 ottobre –  Loony Park cambia. Ma vi sono in parallelo dei “pulitori” che riordinano continuamente il cambiamento, quindi, per chiudere questa risposta, cito Norma Jeane in merito alla sua visione di Loony Park: “attraversiamo uno spazio riempito da una surreale convivenza di personalità automatiche e meccaniche che costituiscono un luna-park fuori controllo …”

ATPdiary: Pensando all’ultimo lavoro di Norma Jeane del 2018 Blow Up, dedicato al concetto di party/festival, vorrei chiederti se l’opera Loony Park rientra in questa sua nuova serie di installazioni pubbliche: opere che irrompono nei luoghi istituzionali, per modificare le regole sociali e inserire nuove energie nella comunità. È così?

Paola Tognon: Loony Park si inserisce, con i progetti Blow Up e Blow Out a Tallin, in una precisa linea di ricerca di Norma Jeane che fa riferimento al concetto di festa e ai suoi riti. “Dove è la festa?” è il sottotitolo che ho dato in forma riservata a questi progetti più recenti di Norma Jeane. Un sottotitolo curatoriale e personale che mi pare però possa tratteggiare un’attitudine di sguardo e la provocazione dell’artista…Ma non direi che Norma Jeane ha intenti sostenibili e neppure che voglia inserire nuove energie nella comunità. Norma inserisce la possibilità di agire, reagire, stare in perfetto silenzio o immobilità ponendo il visitatore nella condizione di scegliere, consapevolmente o inconsapevolmente, la sua strategia. In questo senso direi che Norma Jeane, anche nel suo stesso prendere possesso di un’identità e rinunciando alla connotazione di un gender specifico per creare una proliferazione di personalità, scardina ogni pre-condizionamento in una dimensione fortemente libertaria.

Norma Jeane – Loony Park – Crediti fotografici Mario Albergati

ATPdiary: Un’ultima domanda riguarda il futuro dell’opera, dopo la fiera: mi domando se l’installazione sarà acquisita da ArtVerona o se vivrà con Contemporary Locus in altri spazi espositivi.

Paola Tognon: Grazie per questa domanda che ci pone un tema ancora non sviluppato per…mancanza di tempo. È la prima volta che ArtVerona irrompe nelle Gallerie dei Mercatali e l’elaborazione di questo progetto ambientale sta chiedendo molte energie e qualche miracolo. Ciò considerato, nel rispetto delle linee guida di ArtVerona e Veronafiere, credo che l’acquisizione di questo progetto, ancor più in quanto site specific e commissionato, possa essere per queste istituzioni un’opportunità, una strategia privilegiata e un ottimo investimento sul futuro. Per quanto riguarda le pratiche di Contemporary Locus posso dire che lavoriamo sia con artisti di volta in volta diversi sia con artisti con i quali abbiamo costruito da anni un’intesa di ricerca. Per noi è molto importante seguire gli artisti e stringere relazioni di visione, sostegno e confronto per nuovi progetti, per esportare esperienze già realizzate ma anche per collaborare alla realizzazione di progetti che gli artisti ci sottopongono. Ovunque essi siano. Nello specifico Loony Park è un’esperienza fuori controllo e come tale ci auguriamo possa occupare nuovi spazi e sottoporre la domanda più generale: dov’è la festa? Siamo nel posto giusto al momento giusto? C’è un posto giusto? Nessuna retorica da dentro o fuori sistema (sociale, economico, artistico…), una semplice domanda di senso. Poi coriandoli e pop-corn, giostre e luci che costituiscono l’evocazione sensoriale di una memoria comune sulla quale la domanda insiste…E grazie a Norma Jeane, a ArtVerona, Path Festival, ai musicisti, ai sound designer, alle comparse e alle tante persone che collaborano al progetto e che per presupposto ideativo potranno risultare invisibili.

Loony Park di Norma Jeane

Installazione site specific a cura di Paola Tognon / una produzione Contemporary Locus

11 ottobre, 19:00 > 3:00 (ore 19.30 inaugurazione, ore 22 party)
12 ottobre, 10:00 > 2:00
13 ottobre, 10:00 > 19:00

Gallerie Mercatali, Viale del Lavoro, Verona (parcheggio PalaExpo) / free entry

Norma Jeane – Loony Park – Crediti fotografici Mario Albergati
Norma Jeane – Loony Park – Crediti fotografici Mario Albergati