
Deposito D’Arte Presente (DDP, 1967–68) – Foto Paolo Bressano – Courtesy Archivio Pistoletto, Biella
Il Deposito d’Arte Italiana Presente è il nuovo progetto espositivo e culturale di Artissima, curato da Ilaria Bonacossa e Vittoria Martini, dedicato all’arte italiana dal 1994 a oggi. Il Deposito ospiterà importanti prestiti dalle istituzioni piemontesi e opere provenienti dalle gallerie presenti in fiera.
Nel testo che segue Vittoria Martini introduce il progetto –
All’interno di Artissima creeremo uno spazio eccentrico, un vero e proprio “deposito”, come dice il titolo, che si ispirerà ad un’esperienza torinese di 50 anni fa. Il deposito è la forma che abbiamo preso a modello per raccontare una parte della storia dell’arte italiana, per certi versi inedita, perché nasce con Artissima: è una ricognizione della storia dell’arte italiana dal 1994, data della nascita della fiera, a oggi. Sono 4 gli elementi che fondano il nostro progetto: la città di Torino con la sua tradizione artistica; un deposito, come backstage, spazio informale e luogo di scoperta; una fiera, come spazio di relazioni e grande archivio; un sistema dell’arte sinergico come quello torinese.
Quando Ilaria mi ha chiamata a co-curare il progetto Artissima 2017, due punti erano già chiari: primo che il progetto doveva radicarsi nella storia e nell’identità culturale di Torino; secondo che il progetto doveva avere al centro l’arte italiana. Sono partita dal radicamento nel contesto, cioè Torino, prendendo in considerazione la sua storia legata all’arte contemporanea. Storicamente Torino è il luogo della sperimentazione artistica ed espositiva in Italia. E se oggi è ancora una delle capitali dell’arte contemporanea lo si deve al periodo tra gli anni ’50 e la fine dei ’70, quando ciò che succedeva aveva un impatto sulla scena internazionale. È in quel momento che si è creata la solida rete tra istituzioni pubbliche e private che poi a distanza di tempo ha portato la nascita di Artissima nel ’94. Artissima 2017 va a recuperare un’esperienza espositiva Torinese, il Deposito d’Arte Italiana Presente, ideato da un giovane Sperone su stimolo degli artisti con cui lavorava, in particolare Gilardi e Zorio. L’idea era quella di dare vita a uno spazio che fosse al tempo stesso un centro di produzione, di presentazione, e mercato, capace di attirare galleristi e un nuovo collezionismo più giovane. Oltre agli studi che abbiamo dedicato alla storia del Deposito storico, sono state molto importanti le testimonianze dirette di Sperone, Gilardi e Zorio. Questa esperienza durò un anno (’67-68), ma ebbe un impatto enorme. Gli artisti erano alla ricerca di un luogo in cui la fruizione delle loro opere avvenisse in una “cerchia allargata e con un’immediata possibilità di confronto tra artisti e opere diverse”.
Nell’anno del 50esimo anniversario dell’Arte Povera, il Deposito d’arte presente ci è sembrato che fosse il modo migliore per celebrare e ricordare quella data e nello stesso tempo anche l’archetipo ideale dei caratteri torinesi per eccellenza: la grande sperimentalità, l’attitudine alla ricerca e all’innovazione e l’aspirazione internazionale.

Deposito D’Arte Presente (DDP, 1967–68) – Foto Paolo Bressano – Courtesy Archivio Pistoletto, Biella
Il nostro progetto ad Artissima non è una ricostruzione filologica del Deposito del 1967: abbiamo ripreso il formato e utilizzato come cornice intellettuale, per un progetto che ne riflette la modalità operativa, ovvero un progetto che concentra tutti gli stakeholders in un unico luogo, creando una sinergia tra artisti, galleristi e collezionisti, cioè la stessa cosa che accade in una fiera. Ed è proprio la grande libertà allestitiva del Deposito storico che ci ha fatto ragionare sul contesto, ovvero che la fiera ha un tempo di fruizione diverso rispetto a quello della mostra. Per cui abbiamo realizzato un progetto espositivo context specific, cercando di dare al visitatore della fiera, che può essere un appassionato, un neofita, o un professionista, uno spazio sia di ricerca che di aggiornamento, ma immediato, utile. Se da un lato il radicamento del progetto si esplicita con un riferimento storico all’esperienza torinese, dall’altro era filologicamente necessario radicare il progetto nel contesto in cui si sarebbe sviluppato, cioè Artissima. Quindi abbiamo attinto alla storia stessa di Artissima come grande archivio che abbiamo ripercorso per compiere uno studio retrospettivo specificatamente orientato alla rilettura del sistema e del mercato dell’arte italiana. Siamo andati ad analizzare i cataloghi, anno dopo anno, a partire dalla prima edizione.
Sono emersi dei cicli fatti di stagioni di presenze di artisti e gallerie che appaiono e scompaiono dal mercato lasciando un segno nella storia e di artisti e gallerie che proseguono questo percorso da più di vent’anni. I primi anni ’90 segnano un momento di svolta generazionale. Sono gli anni in cui si sono tenute molte mostre che tentavano proprio di fare il punto sulla nuova generazione che, come scriveva Francesco Bonami nel 1997, ha avuto “la iattura” di avere avuto “dei genitori perfetti…l’Arte Povera e la Transavanguardia”. Noi vogliamo fare un passo oltre rispetto a quella stagione, per capire le radici degli artisti al lavoro oggi. Il passato con cui confrontarsi non è più il ’68 o gli Anni di Piombo, ma il ventennio berlusconiano e il crescente populismo del mondo globale. Il mondo di oggi è completamente altro rispetto a quello di venti anni fa, è digitale, le relazioni sociali sono cambiate, ma ciò che accomuna le generazioni è proprio l’identità italiana, la radice profonda della storia che ci si porta dentro. Molto è cambiato dal ’94, le gallerie italiane sono triplicate, rappresentano l’arte italiana contemporanea non come qualcosa di esotico come accadeva nelle prime edizioni di Artissima, ma come qualcosa che è assolutamente all’altezza della scena internazionale. In Italia abbiamo sempre avuto la tendenza a reputare ciò che viene dall’esterno come più meritevole di ciò che si produce all’interno, benché la storia ci insegni che pochi altri paesi siano mai stati all’altezza del made in Italy. Il Deposito d’Arte Italiana Presente non ha un tema generale, non offre uno sguardo critico univoco, non ha l’ambizione di creare delle autorizzazioni, ma la volontà di creare delle connessioni. Vuole tracciare una linea di ricerca dell’arte italiana contemporanea degli ultimi 20 anni per capire quale sarà il futuro.
Lo spazio si svilupperà su un’aria di circa 300 mq, all’interno dell’Oval, e si presenterà come un vero e proprio deposito, con scaffalature, griglie, casse. Ci sarà un percorso, con un’entrata e un’uscita con un’idea di viaggio nell’arte italiana negli ultimi 20 anni attraverso i lavori di più di un centinaio di artisti. L’idea di presentare l’arte sotto forma di deposito ha certamente una portata critica: la mia idea è che abbiamo una grande ricchezza e disponiamo di un patrimonio di idee e opere che si tiene anche in uno stato di potenzialità. Questa mostra è un appello, un invito a studiare e storicizzare le vicende degli ultimi tre decenni dell’arte italiana.
Gli artisti presenti nel deposito sono nati tra il 1960 e il 1988, si inizia da Maurizio Cattelan, il primo artista a comparire tra le presenze italiane di Artissima nel ’94, e immediatamente nelle mostre nazionali ed internazionali delle collezioni pubbliche e private. E si conclude con Giulia Cenci, che è stata una delle artiste più giovani ad essere premiata ad Artissima.
I criteri che hanno guidato le nostre scelte: abbiamo adottato dei parametri oggettivi, cioè le presenze ad Artissima, le partecipazioni a mostre nazionali ed internazionali, i premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali e la presenza in collezioni pubbliche e private. Riguardo agli artisti più affermati e già storicizzati, la scelta è andata verso opere rappresentative per temi o date: di Massimo Bartolini, Stefano Arienti, Eva Marisaldi sono presenti lavori storici che segnano un momento preciso nel loro percorso. Con gli artisti più giovani il lavoro è stato invece fatto in dialogo.
Ciò che conferma la logica del ragionamento che regge questo progetto è la sua dinamica: il Deposito d’Arte Italiana Presente è realizzato con la collaborazione delle istituzioni del territorio ed è stato per me un onore poter lavorare con i musei, fondazioni, collezioni, spazi no profit torinesi e piemontesi e confermare la ricchezza delle collezioni e la sinergia e generosità a partecipare al progetto espositivo di Artissima a conferma dell’eccezionalità del sistema dell’arte torinese. Avremo prestiti eccezionali di opere storiche del Castello di Rivoli Museo d’arte Contemporanea, della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, della GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, con la quale siamo riusciti a costruire un dialogo e faremo un focus per dare luce alla eccezionale collezione di video, della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, che ha opere centrali di artisti italiani, dell’Accademia Albertina di Belle Arti, che presenterà una sorta di “the best of” degli ultimi artisti usciti negli ultimi anni.
La grande novità di quest’anno è la partecipazione delle gallerie italiane presenti in fiera al progetto espositivo: la storia dell’arte italiana contemporanea è nata e cresciuta grazie al lavoro delle gallerie in anni in cui le istituzioni dedicate al contemporaeo in Italia erano davvero poche. Le gallerie sono il motore del sistema, senza il loro lavoro di ricerca, la loro fiducia e investimento nei talenti, non saremmo qui oggi. Le gallerie sono state coinvolte soprattutto per gli artisti giovani non ancora presenti nelle collezioni locali, ma anche come archivi per la ricerca di opere storiche di artisti affermati.
Il Deposito vuole essere uno spazio concreto dove poter osservare l’arte di oggi, una fotografia che vuole essere l’inizio di un percorso nuovo di Artissima, rendendo questa fiera di vocazione internazionale e sperimentale, uno spazio permanente di ricerca e promozione della scena artistica italiana.

Deposito D’Arte Presente (DDP, 1967–68) – Foto Paolo Bressano – Courtesy Archivio Pistoletto, Biella
ARTISTI —
Mario Airò; Alek O.; Alis/Filliol; Yuri Ancarani; Giorgio Andreotta Calò; Meris Angioletti; Salvatore Arancio; Francesco Arena; Stefano Arienti; Micol Assaël; Rosa Barba; Francesco Barocco; Massimo Bartolini; Riccardo Baruzzi; Vanessa Beecroft; Elisabetta Benassi; Riccardo Beretta; Simone Berti; Luca Bertolo; Bianco e Valente; Rossella Biscotti; Monica Bonvicini; Botto&Bruno; Thomas Braida; Fatma Bucak; Chiara Camoni; Gianni Caravaggio; Ludovica Carbotta; Caretto/Spagna; Monica Carocci; Beatrice Catanzaro; Maurizio Cattelan; Loris Cecchini; Giulia Cenci; Manuele Cerutti; Paolo Chiasera; Gabriella Ciancimino; Danilo Correale; Roberto Cuoghi; Gaetano Cunsolo; Nicolò Degiorgis; Tomaso De Luca; Gianluca e Massimiliano De Serio; Paola Di Bello; Rä Di Martino; Patrizio Di Massimo; Sara Enrico; Bruna Esposito; Lara Favaretto; Flavio Favelli; Francesca Ferreri; Anna Franceschini; Luca Francesconi; Eva Frapiccini; Linda Fregni Nagler; Chiara Fumai; Giuseppe Gabellone; Stefania Galegati; Francesco Gennari; Francesca Grilli; Goldschmied&chiari; Piero Golia; Massimo Grimaldi; Adelita Husni-Bey; Invernomuto; Hilario Isola; Pesce Khete; Andrea Kvas; Luisa Lambri; Renato Leotta; Deborah Ligorio; Armin Linke; Claudia Losi; Marcello Maloberti; Domenico Mangano; Margherita Manzelli; Beatrice Marchi; Diego Marcon; Eva Marisaldi; Amedeo Martegani; Masbedo; Elena Mazzi; Sabrina Mezzaqui; Marzia Migliora; Ottonella Mocellin; Simone Monsi; Liliana Moro; Ornaghi&Prestinari; Luca Pancrazzi; Seb Patane; Nicola Pellegrini; Nicola Pecoraro; Pennacchio Argentato; Perino&Vele; Diego Perrone; Alessandro Pessoli; Giulia Piscitelli; Paola Pivi; Riccardo Previdi; Laura Pugno; Pierluigi Pusole; Pietro Roccasalva; Andrea Romano; Alice Ronchi; Sara Rossi; Matteo Rubbi; Andrea Sala; Alessandro Sciaraffa; Lorenzo Scotto di Luzio; Marinella Senatore; Elisa Sighicelli; Caterina Silva; Alessandra Spranzi; Giulio Squillacciotti; Alberto Tadiello; Alessandra Tesi; Grazia Toderi; Santo Tolone; Gian Maria Tosatti; Luca Trevisani; Patrick Tuttofuoco; Nico Vascellari; Vedovamazzei; Cosimo Veneziano; Francesco Vezzoli; Cesare Viel; Luca Vitone; Italo Zuffi.
ISTITUZIONI E COLLEZIONI —
Accademia Albertina di Belle Arti di Torino; Associazione Barriera, Torino; CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, Torino; Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino; Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, Biella; Collezione LA GAIA, Busca, Cuneo; Collezione Renato Alpegiani; Cripta747, Torino; Fondazione 107, Torino; Fondazione Merz, Torino; Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Fondazione Sardi per l’Arte, Torino; Fondazione Spinola Banna per l’Arte, Poirino; FRAC – Fondo Regionale Arte Contemporanea, Regione Piemonte; GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino; MEF – Museo Ettore Fico, Torino; OGR – Officine Grandi Riparazioni, Torino; PAV – Parco Arte Vivente, Torino; Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, Torino; Progetto Diogene, Torino; Resò. International Network for art residencies and educational programs.
GALLERIE —
Acapella, Napoli; Alfonso Artiaco, Napoli; Isabella Bortolozzi, Berlino; Bravermann Gallery, Tel Aviv; Antonio Colombo, Milano; Continua, San Giminiano, Beijing, Les Moulins, Havana; Raffaella Cortese, Milano; Guido Costa Projects, Torino; Riccardo Crespi, Milano; Monica De Cardenas, Milano; Umberto Di Marino, Napoli; Ermes-Ermes, Vienna; Renata Fabbri, Milano; Fonti, Napoli; Laveronica, Modica; Magazzino, Roma; Norma Mangione, Torino; Francesca Minini, Milano; Monitor, Roma, Lisbona; Franco Noero, Torino; P420, Bologna; Francesco Pantaleone, Palermo, Milano; Alberto Peola, Torino; Giorgio Persano, Torino; Pinksummer, Genova; Placentia Arte, Piacenza; prometeogallery di Ida Pisani, Milano, Lucca; Federica Schiavo, Milano, Roma; SpazioA, Pistoia; T293, Roma; Tucci Russo, Torre Pellice; Vistamare, Pescara; Zero…, Milano

Deposito D’Arte Presente (DDP, 1967–68) – Foto Paolo Bressano – Courtesy Archivio Pistoletto, Biella