
Testo di Daniele Licata —
Sono stati i suggestivi spazi di Combo – hub culturale diffuso che a Torino sorge all’interno di un’ex caserma dei pompieri, nel cuore del quartiere multiculturale di Porta Palazzo – ad accogliere, lo scorso 18 settembre, la conferenza stampa di presentazione di Artissima 2019. La ventiseiesima edizione della prima fiera d’arte contemporanea italiana, diretta da Ilaria Bonacossa e organizzata da un consolidato team al femminile, non solo conferma la naturale vocazione alla sperimentazione e all’internazionalità, ma anche una serie di novità che renderanno ancora più ‘calda’ la già trafficata agenda del primo weekend di Novembre.
L’operato di Bonacossa e del suo staff è elogiato dalle figure istituzionali presenti all’anteprima: da Vittoria Poggio, Assessore alla Cultura della Regione Piemonte, che definisce l’evento un’”esperienza artistico-culturale diversificata e in crescita, capace di avere impatto anche sul turismo cittadino”, fino a Fulvio Gianaria, Presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT (nonché di OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino), da sempre sostenitore della creatività della direttrice.
L’edizione 2019 si caratterizza per i numeri, più che mai indicativi. Dall’1 al 3 Novembre l’Oval di Torino accoglierà infatti 208 gallerie: di esse, 129 sono straniere, 79 italiane, per un totale di 43 paesi coinvolti. Come di consueto troveremo le più forti rappresentanze del panorama artistico mondiale nella Main Section, le realtà emergenti tra le New Entries, la sezione Dialogue dedicata ai progetti che correlano tra loro i lavori di non più di due artisti, nonché Art Spaces & Editions, il focus sulle edizioni e sui multipli d’artista.
Sono però le sezioni curate a contraddistinguere Artissima per il carattere di ricerca tanto amato dagli addetti ai lavori, e quest’anno in fiera ritroveremo Present Future, Back to the Future e Disegni, orchestrate da board di curatori provenienti dalle più interessanti realtà internazionali.
Ilaria Bonacossa ha fatto introdurre le suddette sezioni direttamente ai coordinatori dei comitati, in collegamento tramite videochiamate su iPhone.

Il nostro ingresso all’Oval è sempre segnato dall’incontro con Present Future: giunta alla diciannovesima edizione, la parte di Artissima dedicata ai talenti emergenti è il frutto di un lavoro di ricerca quest’anno curato da Ilaria Gianni (curatrice indipendente di Roma), Juan Canela (curatore indipendente e critico di Barcellona) e Émilie Villez, direttrice di KADIST a Parigi e responsabile delle candidature spontanee delle gallerie. La sezione presenta le ricerche di 22 artisti (rappresentati da 16 gallerie straniere e 6 italiane), e si distinguerà per display e progetti pensati appositamente per la fiera. Present Future si distingue per il Premio Illy, sostenuto da Illycaffè sin dal 2001 e ambito per la possibilità, per l’artista vincitore, di organizzare un solo project al Castello di Rivoli nell’anno successivo alla vincita.
La coordinatrice Gianni, nel presentare la sezione, ha snocciolato ricordi personali sulla propria esperienza di visitatrice, ricordando come Present Future le abbia permesso di approcciarsi a figure quali Haris Epaminonda ed Anne Imhof.
Il 2019 celebra inoltre i dieci anni di Back to the Future, la sezione che riscopre i pionieri del contemporaneo e le carriere degli artisti che, a causa delle più svariate motivazioni, rimangono intrappolate in pieghe ed interstizi di storia e mercato, senza guadagnare il riconoscimento che meriterebbero. Back to the Future tenta di conferire dunque lustro e attenzione, e quest’anno le ricerche sono state avviate proprio a partire da uno studio di valutazione del ranking degli artisti in seguito alla loro presenza in tale sezione, basandosi su criteri quali fatturato annuale delle vendite all’asta e percorso espositivo negli anni successivi. Il comitato curatoriale di Back to the Future è coordinato da Lorenzo Giusti, direttore della GameC di Bergamo, e composto da Cristiano Raimondi, curatore indipendente e direttore artistico della Società delle Api, e Nicolas Trembley, curatore della SYZ Collection di Ginevra: insieme hanno selezionato 19 artisti che concorrono ad un premio erogato dalla Fondazione Sardi per l’Arte, che privilegerà la presentazione più interessante in termini di rilevanza storica e cura dello stand. In collegamento video, il coordinatore Giusti ha sottolineato il carattere rivelatorio di Back to the Future, sottolineando che proprio il 2019 vede protagonisti della ribalta museale internazionale artisti riscoperti da tale sezione, da Maria Lai ad Anna Maria Maiolino passando per Dorothy Iannone, Tomaso Binga ed Alice Neel.

Giunge poi alla terza edizione Disegni, sezione inventata nel 2017 proprio da Bonacossa nelle vesti di neodirettrice, convinta che nel disegno – inteso nell’accezione più ampia, sfaccettata e versatile del termine – risiedano non solo possibilità di agevolazione di un collezionismo giovane ed emergente, ma anche l’identità e l’essenza dell’artista stesso. Disegni è curata per il terzo anno consecutivo da João Mourão e Luìs Silva, direttori della Kunsthalle Lissabon di Lisbona: anche quest’anno orchestrano una sezione in cui tradizione e innovazione si sposano, talenti emergenti e grandi maestri si incontrano, grazie anche al patrocinio di Irinox, che eroga il Premio Irinox Refresh, aggiudicatosi nel 2018 da Francesc Ruiz.
Artissima 2019 è però anche caratterizzata da novità, in primis Hub Middle East: realizzato in collaborazione con Fondazione Torino Musei (e con la consulenza di Sam Berdaouil e Till Fellrath, curatori del Padiglione Emirati Arabi della Biennale di Venezia), il progetto si focalizza sulle potenzialità di pratiche, gallerie ed istituzioni attive in un’area geografica, il Medio-Oriente, nodale per lo sviluppo della società contemporanea.
Le OGR – Officine Grandi Riparazioni diventano invece il palcoscenico di Artissima Telephone, diretta e naturale prosecuzione di un progetto, Sound, che l’anno scorso ha scandagliato le possibilità dell’arte come evento immateriale e connesso al progresso tecnologico. Artissima Telephone è una ricognizione sul telefono come mezzo espressivo, come oggetto mutevole e in continuo cambiamento formale, come ossessione quotidiana che dall’intimità del privato si estende sino al villaggio globale. Sulla base di queste riflessioni Vittoria Martini (curatrice, nel 2017, dell’omaggio a Celant con il Deposito d’arte italiana presente) presenta una selezione di artisti presentati nelle gallerie partecipanti alla fiera (tra gli altri Apparatus 22, Nona Inescu, Marzia Migliora, Francesco Pedraglio, Michelangelo Pistoletto, Michele Spanghero), le cui opere, oltre ad ingaggiare una sfida – l’ennesima – con gli spazi delle Officine Grandi Riparazioni, hanno il non semplice compito di ‘attivare’ nuove soglie di percezione e interattività nello spettatore.

Come ogni anno, però, Artissima ha un tema portante che veicola scelte e discussioni, e il 2019 si focalizza sulla dialettica desiderio/censura. L’immagine coordinata di questa edizione (ideata dallo studio grafico FIONDA di Roberto Maria Clemente) si presente come un diaframma visivo nero, forato da sei cerchi, che lasciano intravedere un secondo livello fotografico. Una scelta che vuole introdurre il concetto di seduzione: “Le opere d’arte sono storicamente portatrici di immagini in grado di emancipare ciò che convenzionalmente viene considerato un tabù, grazie al desiderio di sovvertire le regole e rendendo fluidi i confini tra normale eccezionale”, dichiara Bonacossa; e che introduce altresì le problematiche dei rapporti con le nuove tecnologie. “I social network sono fondamentali strumenti di promozione artistica oggi” prosegue la direttrice “e proprio il video ufficiale di Artissima 2019 è stato censurato su internet, accusato di esposizione implicita di nudo. Il contenuto è stato controllato più volte, e dopo aver appurato che tale accusa era infondata, ci siamo rese conto che il tema prescelto è più che mai attuale, a conferma del fatto che il web 2.0 antepone algoritmi arbitrari alla fruizione dell’opera”.
Sulla base di tali considerazioni Artissima, nei giorni di apertura al pubblico della fiera, patrocina una mostra temporanea ispirata appunto alle sfumature impreviste del desiderio: si intitolerà Abstract Sex: We don’t have any clothes, only equipment e avrà luogo negli spazi di una storica boutique del centro, Jana, con curatela di Lucrezia Calabrò Visconti e Guido Costa. Ispirato sin dal titolo al saggio omonimo di Luciana Parisi, il progetto scandaglia il tema della sessualità per indagare nuove sfumature identitarie, in un’epoca storica in cui – grazie ad esperienze quali clonazione, postpornografia e a quel ‘regime farmacopornografico’ teorizzato da Paul B. Preciado – sia la definizione di sesso che di ‘essere umano’ sono diventate più che mai negoziabili. Ecco dunque che all’interno dello showroom una serie di oggetti, macchinari, strumenti ibridi e imprevisti predisporranno un percorso accidentato e imprevedibile, un racconto multisensoriale vietato ai minori di 18 anni e che vede tra i protagonisti Benni Bosetto, Corrado Levi, Joanna Piotrowska, Tom of Finland, Anna Uddenberg e Andra Ursuta.
La ventiseiesima edizione di Artissima si annuncia dunque corposa, densa di protagonisti e di eventi, conferma di una realtà che è punto di riferimento per il collezionismo internazionale e incubatore inesauribile di cultura, su più fronti: da citare sono anche le visite guidate in fiera, i Walkie Talkies guidati da professionisti del settore, i talk quest’anno curati da Anna Daneri, i progetti educational e l’Edicola, con una selezione dei migliori magazine dedicati al contemporaneo a cura di Reading Room, Milano. E per tutti coloro che non riusciranno ad essere a Torino tra l’1 e il 3 Novembre, occhio ai social: anche quest’anno #ArtissimaLive racconta la fiera, con una redazione speciale guidata proprio da ATP DIARY!
Artissima – Internazionale d’arte contemporanea
1 – 3 novembre 2013
Oval Torino
www.artissima.it
