Arte Fiera 2017: Angela Vettese racconta

"E l’arte è anche questo, una “torpedine”, come avrebbe detto Socrate, che ci deve mettere inquietudine per poi pensare nuovi pensieri, per vedere come cambia il mondo, per stare dentro il nostro tempo".
23 Novembre 2016
Arte Fiera 2016. Progetto grafico di Andrea Lancellotti,   Studio Lancellotti,   Milano.

Arte Fiera 2016. Progetto grafico di Andrea Lancellotti, Studio Lancellotti, Milano.

È stata presentata ieri al Mudec di Milano la 41esima edizione di Arte Fiera, la manifestazione di arte contemporanea di Bologna che da quest’anno ha un nuovo direttore artistico, la storica dell’arte e critica Angela Vettese. La più longeva fiera di arte contemporanea italiana si terrà dal 27 al 30 gennaio, con l’obiettivo di fare un passo avanti rispetto alla situazione marginale che ha acquisito negli ultimi anni. Nuova direzione, nuova veste grafica, nuove sezioni, nuovi curatori coinvolti, nuovo programma d’eventi… tutto concorre a promuovere un cambiamento sicuro, speriamo in senso positivo.

Di seguito l’intervento di Angela Vettese.
Come tutti sanno ho fatto quasi tutti i mestieri, tranne quello di occuparmi di fiere d’arte. Quindi per me è una grande prima volta. Se si fosse trattato di un museo, avrei avuto le armi pronte, ma questa è una cosa nuova e, in quanto tale, anche bella, perché le cose nuove stimolano e ti danno un maggiore senso di sfida.
ArteFiera è il posto dove ho cominciato a fare il gioco del riconoscimento. Andavo con gli amici e dire di chi era un certo quadro o opera prima degli altri, era una gara dell’attribuzione. Le fiere impongono sempre questo tipo di gioco, del riconoscere gli autori, la qualità, la coerenza.
Anche se abbiamo assistito ad un processo di salita di altre fiere in Italia, in particolare Miart e Artissima, non dobbiamo dimenticarci che Arte Fiera è e resta la fiera d’arte in Italia con il maggior fatturato, dove la forza economica è sostanzialmente doppia rispetto a queste due maggiori competitor. Coloro che mi hanno preceduto hanno saputo quantomeno mantenere questo primato e quindi c’è stata una continuità, anche se una volta le fiere mondiali erano pochissime e oggi ce ne sono tantissime, anche in altri continenti e tutto è molto più competitivo. La sfida per me è oltre quella di imparare a fare un nuovo mestiere, ma anche quella d’inserirmi in una dinamica molto accesa. Fortunatamente il mondo dell’arte contemporanea non ha subito così gravemente la crisi, perché è un mondo del lusso, di beni di alta circolazione internazionale.

Cosa vogliamo fare della nuova Arte Fiera? La prima cosa che ho fatto è una piccola ma significativa riduzione delle gallerie, affiancata dal comitato scientifico di selezione, perché è importante che nell’ambito della circolazione di beni di gamma alta venga fatta selezione, che non ci sia un accesso facilitato, ma che ci siano delle griglie d’ingresso. Per questo oltre ai galleristi che mi hanno affiancato, sono stata molto felice di collaborare con  Roberto Pinto (Docente di Storia dell’Arte Contemporanea, Università di Bologna) e con niente meno che Maria Grazia Messina (Docente di Storia dell’Arte Contemporanea, Università di Firenze e Presidente del Comitato Tecnico Consultivo Arte e Architettura contemporanee Periferie Urbane, Ministero dei Beni Culturali e del Turismo), che ha anche responsabilità a livello ministeriale. Così due storici dell’arte, di cui uni curatore, stanno proprio a verificare la portata e la bontà delle proposte. Gli stand sarebbe nostro desiderio che fossero attentamente curati, per evitare l’effetto accrochage o quadreria “veniamo qui per vendere”… infatti le fiere maggiori, come Art basel, Frieze, Fiac, hanno una grande attenzione a trattare uno stand come se fosse la propria galleria, facendo una vera e propria mostra.

Qualcuno ha considerato la nuova veste grafica inquietante e provocatoria: è stato voluto naturalmente. Non c’è una rivoluzione, siamo partiti col grafico Andrea Lancellotti dal logo di Arte Fiera, un tondo col nome all’interno, e lo abbiamo semplificato, abbiamo cercato di togliere, ma al contempo abbiamo mantenuto l’idea che il cerchio, figura genetica e umana, abbia anche dentro la possibilità di texture che vengono dalla natura. Io non voglio proporre la natura a tutti i costi come origine dell’arte, non sono convinta che l’arte debba essere una copia della natura, ma che tutto ciò che noi facciamo è parte di un universo coordinato e di un mondo di cui l’arte è una sintesi essenziale a noi umani necessaria. Però tutto fa parte del tutto e quindi ecco perché texture con meduse, ranocchi, sabbia, foglie, … Siamo sempre affascinati del modo in cui gli organismi vitali e più semplici si presentano ai nostri occhi… questo stupore, questa meraviglia, anche questo scandalo, repulsione è poi quello che connota una reazione di fronte ad un’opera d’arte. Se c’è una reazione che mi mette sempre sull’attenti, per esempio, è quando io detesto un autore con grande repulsione. Allora lì vuol dire che ha toccato una corda. E l’arte è anche questo, una “torpedine”, come avrebbe detto Socrate, che ci deve mettere inquietudine per poi pensare nuovi pensieri, per vedere come cambia il mondo, per stare dentro il nostro tempo.

Per quanto riguarda le sezioni, abbiamo una Main Section con gallerie che porteranno il novero dei loro autori, con anche spazi notevolmente grandi. Ci sarà una sezione di Solo Show, e io in qualche caso ho indotto alcune gallerie a farlo, perché credo sia più coraggioso anche se meno adatto al mercato, con stand più piccoli. Poi ci sarà una sezione di Fotografia, che è un mondo che sta attirando sempre più attenzione, perché col cellulare la facciamo tutti. È un linguaggio su cui vale veramente la pena di indagare e prestare attenzione (8 gallerie). Ci sarà poi una sezione ancora più piccola di poche gallerie che fanno delle nuove proposte, e si intitola Nueva Vista e non “Nuove proposte” perché ho cercato d’indirizzare il curatore, Simone Frangi, a non scegliere soltanto giovani in senso anagrafico, ma a tenere conto che molto spesso siamo di fronte a scoperte necessarie. Ci sono anche nuove scoperte che fanno parte di una generazione precedente, ma che per qualche motivo oggi richiamano l’attenzione critica. Ci sarà poi una sezione di libri, chiamata Printville e curata da A+Mbookstore, subito all’entrata, con libri rari proposti in vendita oppure no, reminder presi dalla libreria König di Colonia… Poi ci sarà una sezione dedicata ai Talk. In connessione con la sezione libri ci sarà al piano di sopra una mostra di fotografia che nasce dal libro/rivista Genda, prodotto metà in Italia e metà in Cina, organizzata da A+Mbookstore e Humboldt Books. Si ricorda infine Agenda Indipendents, una selezione di gallerie indipendenti di ricerca, italiane e straniere, con un preciso focus sulla fotografia e sulle sue possibili interazioni con altri linguaggi, che possano mostrare il transitare attraverso le discipline. Il progetto coinvolge gallerie che hanno la fotografia tra i loro principali punti di interesse.

Riguardo al numero di gallerie estere aggiunge: La proporzione resta relativamente bassa, si è alzata un pochino, ma non è sicuramente una fiera d’arte al 50/50. Sono molto felice che la rassegna di film venga curata da Mark Nash, un grande critico internazionale, che ha fatto parte dello staff di Documenta 2002, ha curato la sezione Arena della Biennale di Venezia di due anni fa. Attraverso questo contatto e di altri critici e artisti internazionali si arriva alle gallerie con cui dialogano. È lunga la strada da fare, passa attraverso l’acquisizione di credibilità, anche con le mostre, le performance, le iniziative che appaiono non commerciali come la libreria, non direttamente legate al rapporto con le gallerie ma che in effetti lo sono. Per attirare un numero ampio di gallerie bisogna promettere loro che c’è un pubblico adatto a seguirle. Sarà una strada abbastanza lenta, però chissà…

E ai collezionisti: I grandi collezionisti normalmente sanno benissimo cosa comprare e solitamente lo fanno all’estero, perché noi siamo vittime di un sistema fiscale con un’IVA che danneggia le fiere italiane. Quindi il grande collezionista straniero magari viene anche in Italia a vedere la fiera, ma poi va direttamente alla fonte, nelle gallerie in Inghilterra, Germania… dove l’IVA è molto minore e le trattative si concludono in uno spazio più privato. In queste condizione di vendita è molto difficile farli riavvicinare: ci proviamo in tutti modi. L’Italia nella fiscalità si è data ad una politica punitiva e di questo ne paghiamo le conseguenze.

Per quanto riguarda i premi, aggiunge: “Si può pensare che i premi siano cosa controversa (la Biennale di Venezia li ha aboliti per un ventennio almeno), ma sono sempre anche un modo di dare un po’ di sale alle manifestazioni, soprattutto quando sono o dedicate ad un tema specifico o ad una generazione che fa fatica a produrre le proprie opere”.
I premi sono il Premio Euromobil under 30 (11esima edizione) riservato agli artisti presentati dalle gallerie della Fiera. Il Premio della giuria di esperti sarà assegnato sabato 28 gennaio alle ore 16.00. Un secondo riconoscimento verrà attribuito, direttamente dal pubblico (Premio Speciale del Pubblico), all’opera (e quindi all’artista) che avrà ottenuto il maggior numero di voti dai visitatori di Arte Fiera sommati ai voti che chiunque potrà esprimere, visionando le immagini delle opere in concorso pubblicate sul sito www.gruppoeuromobil.com. C’è poi il Premio della Fondazione Videoinsight® (terza edizione) che sarà assegnato da Rebecca Russo – Presidente della Fondazione Videoinsight, collezionista mecenate e ideatrice del Metodo Videoinsight® – e andrà all’opera esposta che più promuove negli spettatori la Cura di Sè e la vita come ricerca, secondo il pensiero di Michel Foucault. Infine si ricorda il Premio Rotary Valle del Samoggia (sesta edizione) che consta di un riconoscimento e di una somma in denaro che verranno consegnati alla galleria vincitrice.

Come sempre la fiera continua in città col programma Art City Bologna, perché questa è una città dal grande passato e anche particolarmente simbolica nella storia d’Italia, nella presenza di dominazioni diverse, da quella papalina a quella del Partito Comunista, al disorientamento attuale, con la ridefinizione della compagnie sociale, data dalla grande presenza di persone di più culture”.
Si ricordano la mostra Viva l’Italia a cura di Mark Nash al Museo Civico Archeologico, che presenterà diverse opere video che indagano, direttamente o indirettamente, l’Italia. Le Lectures d’artista curate da Chiara Vecchiarelli, con performance dentro e fuori la fiera. Il focus sulle forme al confine fra video arte e cinema documentario intitolato Corpo Sensibile e a cura di Marco Bertozzi.

Per maggiori informazioni consulta il sito della fiera.

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