Intervista ad Annie Ratti | CSAV – Artists Research Laboratory

Il tema scelto da El Arakawa e Nora Schultzè stato “Causal Loops / Squiggles”. Gli artisti hanno deciso di partire da alcune domande chiavi come: “Quali sono i modi in cui futuro e passato si complicano a vicenda?”; “Come lavorare con l'aldilà dell'evento già prima che accada (e dopo)?”; “Può esserci un nuovo inizio dopo l'evento?”.
15 Settembre 2019
XXV CSAV – Artists’ Research Laboratory , Causal Loops : Squiggles, Fondazione Antonio Ratti, Como – Foto Luca Bianco

Annie Ratti, Presidente della Fondazione Antonio Ratti di Como, racconta l’ultima edizione del CSAV – Artists Research Laboratory che ha visto come ospiti speciali Ei Arakawa, Kasper König, Nora Schultz e annuncia quelli della prossima edizione.

Claudia Santeroni – Approfondire la storia di CSAV – Artists Research Laboratory lascia sbalorditi: negli anni si sono succeduti artisti del calibro di Joseph Kosuth (1995), Jimmie Durham (2004), Joan Jonas (2007), Matt Mullican (2013), Tacita Dean (2014)… nomi da capogiro del mondo dell’arte, certamente già nella storia dell’arte. Cosa ha rappresentato e cosa rappresenta per te questo corso, che dirigi dal 1995?

Annie Ratti – Considero il workshop un’estensione della mia pratica d’artista e del mio modo di vivere, di creare situazioni collettive di convisione e sinergia. Nel 1995 in Italia non esisteva quasi nulla per i giovani artisti italiani, ne borse di studio, ne residenze, laboratori, per non parlare di spazi pubblici o privati in cui esporre e, diversamente da ora, potersi  permettere di trasferirsi all’estero era solo per pochi. Quindi è nato dal desiderio di creare uno spazio per i giovani italiani e non solo, in cui confrontarsi e poter sperimentare in un contesto aperto multiplo e internazionale, che soprattutto si allontanasse dalle tradizionali metodologie d’insegnamento che erano l’unica cosa offerta ai giovani dal sistema dell’arte in Italia in quel periodo.
La mia esperienza ancor molto giovane al Whitney Indipendent Study Program, mi aveva molto aiutata nel delineare la forma del laboratorio.

CS – Il potere delle grandi fiere, la straripanza di comunicazione, i social, internet, i viaggi low cost… una serie di elementi che ha influito nel mondo dell’arte negli ultimi 20 anni, così come nella società in ogni suo aspetto. Questi cambiamenti hanno condizionato anche gli approcci che gli artisti invitati hanno rispetto alla classe?
Cosa è cambiato radicalmente tra il corso di Kosuth e quello di quest’anno? 

AR – Più che le modalità di lavoro degli artisti invitati – ogni artista ha il proprio – negli ultimi anni durante alcune delle edizioni, abbiamo cambiato la struttura del corso ponendo quale elemento centrale un tema, anziché l’artista, e invitando diversi artisti a interpretarlo. Comunque negli anni il corso si è naturalmente modificato cercando di soddisfare le esigenze dei giovani artisti nonché il nostro desiderio di non essere una piattaforma di lancio e di produzione ma piuttosto un luogo in cui sentirsi liberi di rimettersi in discussione. Certamente negli anni, è cambiato il modo in cui i giovani artisti fanno domanda di partecipazione dove soprattutto è aumentata esponenzialmente l’offerta internazionale di residenze, laboratori e spazi che propongono pratiche educative alternative. E’ indispensabile a mio parere continuare a riflettere sui contenuti del workshop, sui modelli educativi esistenti, sulle diverse modalità di pratica artistica e tenere sempre in considerazione in che modo proseguire.

XXV CSAV – Artists’ Research Laboratory , Causal Loops : Squiggles, Fondazione Antonio Ratti, Como – Foto Luca Bianc

CS – Molti giovani artisti italiani e stranieri che hanno frequentato il CSAV – Artists Research Laboratory oggi stanno avendo un percorso importante. Penso, solo per portare due esempi, ad Giulia Cenci, che ha appena vinto il Baloise Art Prize durante ArtBasel o Rossella Biscotti, cui avete dedicato una personale durante “Grand Tour Contemporaneo”, un programma espositivo concepito dal Comitato Fondazioni Arte Contemporanea in occasione della 58a Biennale di Venezia.
Quanto è importante per gli “emergenti” confrontarsi con artisti già affermati e vivere queste esperienze collettive?

AR – La creazione di uno spazio libero, informale che consenta un intenso scambio tra diverse generazioni di artisti è una delle caratteristiche fondamentali del workshop. I giovani artisti selezionati provengono da tutto il mondo, sono tutti bravi – ogni anno riceviamo tra le 400 e 600 candidature e ne selezioniamo solo 20 – e portano con loro un bagaglio di esperienze e di conoscenze molto diverse. Trascorrere un mese o quasi insieme a discutere, a lavorare, a giocare, a pensare è uno degli elementi fondanti del corso. Si può dire che noi facciamo la funzione di collante tra di loro mentre l’artista invitato è la locomotiva del treno e decide i tempi e la direzione.

CS – Questo anno gli artisti invitati sono stati Ei Arakawa e Nora Schultz. Come si è sviluppato il corso?

Il tema scelto da Ei e Nora è stato “Causal Loops / Squiggles”. Gli artisti hanno deciso di partire da alcune domande chiavi come: Quali sono i modi in cui futuro e passato si complicano a vicenda?”; “Come lavorare con l’aldilà dell’evento già prima che accada (e dopo)?”; “Può esserci un nuovo inizio dopo l’evento?”.
L’evento (performance / presentazione / produzione / mostra) aperto al pubblico è avvenuto nel mezzo del workshop, il 13 luglio, per mettere in discussione la forma più comune di processo “produttivo” o di produzione artistica, con la presentazione di un risultato alla fine di un lavoro, di un esperienza o di un workshop.
Purtroppo Nora Schultz non ha potuto lasciare il paese in cui ha richiesto la residenza, gli USA, per un problema di visto e di conseguenza la sua partecipazione è stata possibile solo attraverso comunicazioni via skype e email.

XXV CSAV – Artists’ Research Laboratory , Causal Loops : Squiggles, Fondazione Antonio Ratti, Como – Foto Luca Bianco

CS – Anni fa avevate durante il corso un solo curatore, e anche per questo ruolo si sono succeduti nomi importanti, Simone Menegoi, Angela Vettese, Andrea Lissoni.
Che ruolo hanno invece adesso Lorenzo Benedetti e Gregorio Magnani? E Kasper König?


AR – Lorenzo Benedetti e Gregorio Magnani sono co-direttori del corso, insieme scegliamo gli artisti che vogliamo invitare, le modalità del corso e lavoriamo insieme all’artista invitato. Per la prima volta abbiamo invitato un curatore esterno Kasper König. I giovani artisti hanno avuto modo di incontrarlo di attingere in seminari collettivi dalla sua esperienza discutendo con lui la propria pratica.  La sua partecipazione al workshop è stata estremamente generosa e con il suo contributo abbiamo prodotto una riflessione critica e articolata attinente al mondo dell’arte e ai suoi meccanismi economici.

CS – L’attività legata alle pubblicazioni è sempre stata centrale durante CSAV – Artists Research Laboratory.
AR – Si e lo è ancora. Come il workshop anche le pubblicazioni non hanno un formato prestabilito. E’ Gregorio Magnani che dal suo arrivo nel 2017 si occupa delle pubblicazioni, sia quella dell’artista che quella realizzata dai giovani. Da diversi anni Gregorio colleziona libri d’artista e da qualche anno ha creato una sua casa editrice “Compagnia” che realizza piccole o grandi edizioni di libri d’artista.

CS – Si sa già, e nel caso si può dire, chi sarà o saranno gli artisti invitati nel 2020?

AR – Per l’edizione 2020 abbiamo invitato John Knight, con cui stiamo iniziando a lavorare abbiamo già iniziato a dialogare per decidere come strutturare il workshop in base al tema che John desidera sviluppare. La call per i giovani artisti sarà online, come sempre, verso la fine del mese di novembre.

XXV CSAV – Artists’ Research Laboratory , Causal Loops : Squiggles, Fondazione Antonio Ratti, Como – Foto Luca Bianco
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