Interview with Pawe? Althamer – Congresso dei Disegnatori, Torino

"Somehow, it’s a temple of expression, a meeting of dialogues, the smart ones with the stupid ones, the professionals with amateurs, me and you, they and us, and I think this is really the basic concept of the temple, which should be a place to express yourself"
26 Ottobre 2015

(English Version Below)

Per un mese, dall’8 Ottobre all’8 Novembre, Toolbox Coworking ospita il Congresso dei Disegnatori, un progetto ideato da Pawe? Althamer a cura di NERO, con la collaborazione dell’ Istituto Svizzero di Roma e prodotto dalla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli.

Le mura di questo spazio di 700 mq, ricavato da ex edifici industriali, sono state messe a disposizione del pubblico per poter disegnare liberamente con qualsiasi tecnica, confrontandosi con i disegni di altre persone e promuovendo così un dialogo che utilizza le immagini invece delle parole.

Non perdetevi la Fluo night di Sabato 7 Novembre, per la Notte delle Arti Contemporanee di Torino, in concomitanza con Artissima. Le pareti del Congresso verranno illuminate da lampade UV e il pubblico sarà invitato a dipingere usando colori fluorescenti: tutti i partecipanti avranno la possibilità di dialogare con i disegni preesistenti attraverso un nuovo livello che si aggiungerà a quelli accumulati durante un mese di attività. La Fluo Night, accompagnata dalle sezioni musicali di Color 2 Color 2015, celebra la chiusura del Congresso dei Disegnatori di Torino.

Matteo Mottin in conversazione con Pawe? Althamer.

ATP: In che modo ti è venuta l’idea per questo progetto?

Pawe? Althamer: Facendone esperienza con me stesso. Mi sono reso conto che in diversi contesti stavo sempre usando l’idea del dialogo, e ho scoperto che in fondo ero io che stavo parlando con me stesso, e che durante questi strani dialoghi con me stesso a volte mi capita di disegnare. Questi potremmo definirli come dei semplici Congressi dei Disegnatori dell’ego, in cui esprimo delle cose che sono difficili da esprimere con il lessico.

ATP: Quindi un voler andare oltre il lessico?

PA: E’ un voler andare verso un’espressione di base, che è il disegno. Conosci quell’effetto di quando sei seduto e sei molto ossessionato dalla tua mente, i tuoi pensieri vanno in una qualche direzione e all’improvviso la tua mano inizia a compiere un’altra attività, come nel disegno automatico. Osservo le persone mentre stanno facendo il loro lavoro o le loro cose, e fanno un’attività minimale nascosta con le loro mani, come se il corpo stesse cercando di esprimersi in una maniera naturale, in un modo che non viene preso in considerazione dalla mente. Questo è stato il primo passo. Ovviamente, se cerchiamo di creare un qualche tipo di cronologia ci perdiamo, perchè è una costruzione della nostra mente, ma il disegno ti riporta ad un’esperienza completamente temporanea. (Indica il muro) Qualcuno lassù ha scritto DISEGNO ERGO SUM (ride). Questo in qualche modo completa la risposta.

ATP: L’ambiente che gradualmente si è creato ha un grande impatto visivo. 

PA: In qualche modo, è un tempio dell’espressione, un incontro di dialoghi, quelli intelligenti con quelli stupidi, i professionisti con gli amatoriali, io e te, loro e noi, e penso che questo sia davvero il concetto base del tempio, che dovrebbe essere un posto in cui esprimi te stesso.

ATP: Mi piace che tu abbia usato la parola “tempio”. Appena sono entrato, non mi veniva proprio di parlare a voce alta, infatti mi rendo conto che ora sto parlando a voce abbastanza bassa…

PA: (Ride) In un certo senso siamo programmati, perchè veniamo da una tradizione Cristiana. Ma allo stesso tempo siamo programmati ad un livello ancora più profondo per essere curiosi e avere cura dello spazio che ci circonda. In particolare, penso che l’esperienza italiana sia profondamente connessa con la cultura dell’espressione materiale. E’ un’educazione meravigliosa, che puoi avere anche solo camminando per le strade. Questa è una relazione molto interessante, come se fosse un’espressione della città, della gente di Torino, e di come questa possa diventare un’esperienza personale in uno spazio comune, in uno spazio pubblico aperto, che non è un tempio, che non è una chiesa, che non è nemmeno una galleria. E’ molto importante che non sia una galleria. E’ solo uno spazio. Stiamo cercando, e stiamo trovando, noi stessi nello spazio in una maniera molto essenziale.

ATP: Penso che ce ne sia un gran bisogno, dato che la mostra ha aperto giovedì pomeriggio, e oggi è domenica mattina, quindi sono meno di quattro giorni, e lo spazio è completamente coperto di disegni, sui muri, sul pavimento, ovunque.

PA: (Ride) Qui puoi vedere quanto agli esseri umani piaccia creare. Non credi? E anche parlare l’un l’altro, interagire.

ATP: E’ vero, perchè comunque il tuo disegno deve trovare un posto vicino ai disegni di altre persone.

PA: Quindi, mentre cerchi di capire cosa significhi “tu” o “loro”, ti perdi, e questa è la vera opportunità che qui ti viene data. L’ego può davvero venir messo da parte, lì in mezzo, proprio come tuffarsi in mare.

Congresso dei Disegnatori di Torino,   2015 © Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli,   foto Andrea Guermani

Congresso dei Disegnatori di Torino, 2015 © Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, foto Andrea Guermani

For one month, from October 8 to November 8, Toolbox Coworking hosts Congresso dei Disegnatori (Draftsmen’s Congress), a project by Pawe? Althamer curated by NERO, with the collaboration of Istituto Svizzero di Roma and produced by Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli.

The walls of a 700 mq former industrial space are at full disposal of the public in order to freely draw on them with every possible technique. The contrast with drawings promotes an insightful dialogue that uses images instead of words.

Matteo Mottin in conversation with Pawe? Althamer.

ATP:  How did you first got the idea for this project?

Pawe? Althamer: Experiencing by myself. I recognize that I was always using the idea of the dialogue in different contexts, and in the first context I discovered that it’s just me, and talking to myself, and I’m drawing during kind of strange dialogues with myself. That was kind of basic ego Draftsmen’s Congress, where I start to express things that are difficult to express with a vocabulary.

ATP:  So it’s about going beyond a literal vocabulary?

PA: It’s going to the basic expression, which is drawing. You know this effect when you are sitting and you are really obsessed by your mind, your thoughts are going somewhere and suddenly your hand is going to make another activity, like automatic drawings. I watch many people while they’re doing their job or their stuff, and they have kind of minimalistic hidden activities for hands, like if the body is looking for a natural expression, for the way which is not discussed with your mind. This was the first step. Of course, if we try to create any chronology we get lost, because it’s a construction of your mind, but the drawing brings you to the absolutely temporary experience. (He points to the wall) Somebody wrote there DISEGNO ERGO SUM (laughs). That is somehow completing the answer.

ATP: The environment gradually generated has a very beautiful and strong visual impact.

PA: Somehow, it’s a temple of expression, a meeting of dialogues, the smart ones with the stupid ones, the professionals with amateurs, me and you, they and us, and I think this is really the basic concept of the temple, which should be a place to express yourself.

ATP: I like that you used the expression “temple”. As I just walked in, I didn’t really feel like I wanted to talk aloud, in fact now I realize I’m talking kinda quietly…

PA: (Laughs) Somehow we are programmed, because we have such a Christian tradition. But at the same time we are even deeper programmed just to be curious and to take care about the space around us. I especially think the Italian experience is really deeply connected with the culture of the materialistic expression. That’s an amazing education somehow, just walking on the streets. This is a very interesting relationship, like expressions of the city, of the people from Turin, and how they can become personal experiences in a common space, in an open public space, which is not a temple, which is not a church, which is not a gallery even. It’s very good that it’s not a gallery. It’s just a space. We are looking, and we are finding, ourselves in the space in a very basic way.

ATP: I think there is a real need for this, because it opened on Thursday, today is Sunday, so it’s been less then four days, and the space is completely full of drawings, on the walls, on the floor, everywhere. 

PA: (Laughs) You can see how humans like to create. And to talk to each other, to interact.

ATP: Yes, because your drawing needs to find its place next to other unknown people drawings. 

PA: So, while you try to recognize what does it mean “you” or “them”, you get lost, and that’s the opportunity. Ego can be really left, in between, just like to jump into the sea.

Congresso dei Disegnatori di Torino,   2015 © Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli,   foto Andrea Guermani

Congresso dei Disegnatori di Torino, 2015 © Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, foto Andrea Guermani

Congresso dei Disegnatori di Torino,   2015 © Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli,   courtesy ATPdiary

Congresso dei Disegnatori di Torino, 2015 © Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, courtesy ATPdiary

Congresso dei Disegnatori di Torino,   2015 © Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli,   foto Andrea Guermani

Congresso dei Disegnatori di Torino, 2015 © Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, foto Andrea Guermani

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