
Mika Rottenberg, Bowls Balls Souls Holes (Bingo), 2014 / Video with sound and sculptural installation 27’ 54” – Six variants with one artist’s variant – Variant title: Bingo – Dimensions variable Courtesy the artist and Hauser & Wirth
Quest’anno Bologna, in occasione di Arte Fiera, sembra darsi un lustro che, lista degli appuntamenti espositivi alla mano, denota un cambiamento di rotta decisamente positivo. La prima vera svolta è stato il cambio di poltrona alla guida di Arte Fiera. L’arrivo in città di Lorenzo Balbi prima (Mambo), e la recente nomina di Simone Menegoi poco più di quattro mesi fa, ha portato in città nuova energia e progetti ambiziosi. Ed è sopratutto di quest’ultimo che abbiamo alzato il livello delle nostre aspettative su come ‘rinfrescherà’ Arte Fiera, manifestazione ultra quarantenne, che negli ultimi anni ha dimostrato una certa stanchezza e aridità di proposte: in altre parole una mancanza di energia propositiva che scatenasse (e riportasse) interesse su Bologna come centro culturale e artistico.
Sin dall’inizio abbiamo intuito i propositi ‘forti’ di Menegoi, che ha dimostrato non solo una certa intraprendenza, ma anche idee molto chiare sull’indirizzo da dare alla fiera: selezione, attenzione curatoriale e forte identità italiana perché, alla fin fine, questo è ciò che chiedono i collezionisti.
Alle 142 gallerie presenti è stato chiesto di presentare una selezione ridotta di artisti – se non veri e propri stand monografici – in modo da stimolare approfondimento e attenzione sulla ricerca di singoli artisti.
Due le sezioni principali: la Main Section che spazia dal Moderno e dall’arte postbellica, storici punti di forza di Arte Fiera, fino al contemporaneo; Fotografia e Immagini in movimento, sezione che ospita video e fotografia diretta da FANTOM, piattaforma curatoriale rappresentata da Selva Barni, Ilaria Speri, Massimo Torrigiani e Francesco Zanot.
In fiera ci saranno 5 nuovi progetti:
La mostra Solo figura e sfondo, a cura di Davide Ferri, che riunisce per la prima volta opere d’arte moderna e contemporanea dalle collezioni istituzionali, pubbliche e private, di Bologna e della Regione Emilia Romagna. Si tratta del primo episodio di un ciclo che ha come titolo Courtesy Emilia Romagna, dedicato alla celebrazione del patrimonio artistico e culturale della regione.
Oplà. Performing activities a cura di Silvia Fanti, è un programma di azioni che si svolgono in fiera e in città e ospita gli interventi di Alex Cecchetti, Cesare Pietroiusti, Cristian Chironi, Nico Vascellari.
Il terzo progetto è dedicato al ruolo formativo dell’arte per i ragazzi: per la prima volta saranno allestiti ad Arte Fiera i laboratori idattici “micro//macro” legati al tema “Arte e Scienza” dell’Opificio Golinelli.
In merito ai talks, Menegoi ha deciso di affidarli alla rivista Flash Art: le conversazioni si concentreranno sull’arte in Italia oggi, sui suoi legami con il passato, sulle sue prospettive per il futuro.
Il quinto progetto porta la firma di Flavio Favelli. L’area di ingresso, il Centro Servizi, ospiterà una lounge pensata dall’artista. L’installazione, dal titolo Hic et Nunc, è strutturata come una sorta di sala museo, e accoglierà due grandi opere di Favelli.
Segue una selezione di mostre, presentazioni e progetti in città. Per il programma completo ART CITY Bologna

Geert Goiris, Blast #1 (2001) Framed archival pigment print 100 x 123 cm. Photo Courtesy Geert Goiris

Goran Trbuljak Self portrait, 1996 Fotografia in bianco e nero / b-w photograph Cm 46,5 x 58 Courtesy Collezione Enea Righi Photo credit: Dario Lasagni
Testi a cura di Guendalina Piselli —
Musei e istituzioni
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – Mika Rottenberg
31 gennaio – 19 maggio 2019
La mostra, a cura di Lorenzo Balbi, presenta le opere di Mika Rottenberg, artista di origine argentina, cresciuta in Israele e di base oggi a New York. Negli spazi della Sala delle Ciminiere del museo bolognese, opere scultoree e installazioni video dal registro narrativo sarcastico e bizzarro, provenienti dalle sue ultime produzioni. Attraverso i linguaggi del film, dell’installazione architettonica e della scultura Mika Rottenberg esplora le idee di classe, lavoro, genere e valore con opere che mettono in luce le connessioni e i processi nascosti dietro alle economie globali apparentemente non legate tra loro. Gli elementi di finzione si intrecciano a dati documentali creando veri e propri racconti, allegorie del sistema capitalistico che collassano in non-sense surreali
Villa delle Rose – Goran Trbuljak. Before and After Retrospective
26 gennaio – 24 marzo 2019
Un’ampia retrospettiva dedicata all’artista croato Goran Trbuljak, attivo dalla fine degli anni Sessanta nell’ambito dell’arte concettuale e New Art Practive che fin dai suoi esordi si è dedicato alla ricerca di mezzi alternativi di produzione e rappresentazione. La mostra, curata da Lorenzo Balbi e Andrea Bellini, raccoglie dipinti, frottage, monocromi, fotografie, film, libri e documentazioni delle performance dell’artista che nel corso dei decenni ha messo radicalmente in discussione il sistema dell’arte, le pratiche museali e le dinamiche del mercato. A colpire è l’atteggiamento umoristico che lo ha differenziato dall’attività di numerosi altri artisti che hanno lavorato sulla de-materializzazione dell’opera d’arte negli stessi anni.
Padiglione de l’Esprit Nouveau – les gens d’Uterpan. Anthropemétrie
1 – 3 febbraio 2019
Les gend d’Uterpan (Annie Vigier e Franck Apertet) esplorano le limitazioni del corpo umano e le restrizioni della sua rappresentazione nello spazio architettonico ridefinendo la pratica della danza e ribaltando il ruolo stesso del danzatore. Con la performance Anthropemétrie, curata da Sabrina Samorì, i coreografi francesi si appropriano degli spazi e delle architetture del Padiglione de l’Esprit Nouveau con una “architettura in movimento” fatta di persone, nella quale i performer si insinuano nel percorso di visita anticipando i movimenti del visitatore, creando uno spaesamento nello spettatore che non comprende subito la funzione delle azioni altrui.
Palazzo d’Accursio – Cortile d’Onore – Eduard Habicher. Uni-Verso
26 gennaio – 31 marzo 2019
Una grande scultura di putrelle in acciaio IPe140 di Eduard Habicher, protagonista di una personale alla Galleria Studio G7 (via Val d’Aposa 4/a) a cura di Gabriele Salvaterra, occupa il cortile di Palazzo d’Accursio, storico palazzo bolognese. L’artista modella il materiale creando un grande emisfero dal colore rosso vivo all’interno del quale il visitatore può entrare, accolto da un abbraccio delicato e morbido, in uno spazio che è allo stesso tempo delimitato e aperto.
Palazzo d’Accursio – Sala Farnese – Massimo Kaufmann. Mille Fiate
16 gennaio – 3 marzo 2019
Con la curatela di Giusi Affronti, otto opere di grande formato di Massimo Kaufmann entrano in dialogo con alcuni cicli di affreschi del XVII secolo nei quali sono rappresentati episodi della storia della città di Bologna. I dittici, i trittici e i polittici in mostra evocano una concezione letteraria e sacrale della pittura; non a caso, il titolo della mostra è una citazione dal Canzoniere (Rerum Vulgarium Fragmenta) di Francesco Petrarca. Le sperimentazioni e le soluzioni compositive si moltiplicano in un allestimento aulico che ricostruisce uno spazio possibile dove l’invisibile non si configura come un’assenza ma diviene uno stato immaginario di immaterialità, uno stato di grazia dell’arte. Lo spazio della pittura è pervaso da una trama di punti di colore – stesi letteralmente con il contagocce – che conduce lungo imprevedibili traiettorie di pura energia.
Museo di Palazzo Poggi – Christian Fogarolli. Stone of Madness
29 gennaio – 3 marzo 2019
L’intervento site specific di Christian Fogarolli crea una connessione con le collezione del museo e con la sua funzione, ponendo interrogativi sulle modalità di approccio alla cultura mentale attraverso i secoli, fino alla contemporaneità. Con l’opera Leaven “lievitare”, l’artista inserisce tutti i manuali di diagnostica e statistica dei disordini mentali dal 1952 al 2015 in una teca di vetro a simboleggiare l’aumento esponenziale dei disturbi psichici dichiarati, e con Allégorie de la Folie riporta alla luce credenze popolari secondo le quali la devianza comportamentale, la follia e la stranezza fossero causate da una piccola pietra che appariva senza alcun motivo all’interno del cranio.
Università degli Studi di Bologna – Scuola di Ingegneria e Architettura – Florian Hecker. SynAsTex Korrektur
giovedi 31 gennaio venerdi 1 febbraio
L’artista tedesco Florian Hecker presenta in prima assoluta la sua composizione più recente: il live eletronics per 9 canali, l SynAsTex Korrektur. Ad ospitare questo nuovo “teatro della percezione” è la Scuola di Ingegneria e Architettura dell’Università degli Studi di Bologna la cui architettura severa tipica del razionalismo italiano dialogo con la musica elettronica dell’artista che dall’immaterialità numerica riesce a far emergere delle vere e proprie presenze oggettuali. Ruotando attorno allo sviluppo fenomenologico del “medesimo”, Hecker drammatizza il processo percettivo di sintesi formale favorendone la disintegrazione. (Progetto presentato da xing)

Installation view, Florian Hecker, Synopsis, Tramway, Glasgow, 26 May –30July 2017 – Copyright the artist, courtesy Sadie Coles HQ, London – Photo: Keith Hunter
Fondazioni
Cinema Modernissimo – Michele Spanghero
28 gennaio – 4 febbraio 2019
I lavori di Michele Spanghero combinano il suono e le arti visive in una ricerca concettuale attraverso un approccio trasversale ed un’estetica essenziale. Negli spazi del cantiere del Cinema Modernissimo il silenzio, la risonanza acustica e le variazioni impercettibili del suono diventano mezzi per alterare la percezione. L’intervento attinge ai vasti archivi sonori di Cinemazero e lavora sulle registrazioni audio di Gideon Bachmann, che durante tutta la sua vita intervistò e documentò la voce dei più grandi protagonisti della storia del cinema.
Fondazione MAST – Thomas Struth: Nature & Politics2 febbraio – 22 aprile 2019
Thomas Struth è divenuto celebre in tutto il mondo grazie alle sue fotografie di vedute urbane, ai ritratti individuali e di famiglia, alle immagini di grande formato scattate nei musei e alle fotografie della serie Paradise. Negli ultimi anni ha affrontato e illustrato un tema nuovo: la scienza e la tecnologia. Molte delle sue fotografie a soggetto scientifico e tecnologico, spesso di grande formato e composte con minuziosa precisione, sembrano a prima vista ritrarre una gran confusione di oggetti, un caos. In Measuring, Stellarator Wendelstein, Tokamak Asdex Upgrade, Laser Lab o Grazing Incidence Spectrometer, per esempio, lo sguardo si perde in un groviglio di cavi, sbarre, giunzioni, coperture metalliche, rivestimenti plastici e dispenser di nastro adesivo. Con queste immagini, Thomas Struth si muove in mondi il cui accesso ci è solitamente precluso e ci mostra una serie di sperimentazioni scientifiche e ipertecnologiche, di nuovi sviluppi, ricerche, misurazioni e interventi che in un momento imprecisato, nel presente o nel futuro, in modo diretto oppure mediato, faranno irruzione nella nostra vita e ne muteranno il corso.
Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna – PANORAMA. Approdi e derive del paesaggio in Italia
26 gennaio – 13 febbraio 2019
Protagonista della mostra curata da Claudio Musso è il paesaggio italiano nella storia dell’arte contemporanea, attraverso un percorso che unisce le opere di diciassette artisti italiani tra gli Sessanta e Ottanta ad un nucleo di opere storiche. In un dialogo tra dipinti, sculture, video, fotografie e installazioni si mette in luce un filo rosso lungo tutto il Novecento. Dalle grandi aspettative riposte nel progresso architettonico dal Futurismo (gli scenari industriali nei progetti di Sant’Elia) ai paesaggi anemici di Mario Schifano, dal nuovo sguardo sul territorio imposto dagli scatti di Luigi Ghirri alle possibilità distopiche e “virtuali” nei progetti di Superstudio (e dell’architettura radicale): il panorama delle ricerche sul paesaggio in Italia è ricco tanto di approdi quanto di derive. Nonostante la varietà di proposte e di tecniche, le cinquanta opere esposte dimostrano la necessità comune ancora viva di indagare le principali questioni legate alla concezione del paesaggio nel mondo contemporaneo: dalla politica all’ecologia, dalla cultura al turismo.

Luigi Ghirri, Cervia (serie Cervia-Bollettino per i naviganti), 1989 Cibachrome da diapositiva, 16,5×22,5 cm, Courtesy collezione privata, Bologna
Gallerie ed altri spazi espositivi
Palazzo De’ Toschi – Salone Banca di Bologna – Geert Goiris. Terraforming Fantasies
29 gennaio – 24 febbraio 2019
La mostra, la prima personale in Italia del fotografo e video maker belga, presenta stampe fotografiche di diverso formato, uno slide show e una video installazione in un allestimento concepito appositamente dall’architetto Kris Kimpe, collaboratore abituale dell’artista. Il Salone sarà infatti occupato da moduli espositivi esagonali distribuiti in maniera irregoale, alcuni chiusi e altri aperti, che affrono allo spettatore un’esperienza immersiva. Il termine “terraformin”, presente nel titolo, si riferisce alla possibilità di rendere simili alla Terra alterandone chimicamente l’atmosfera, e dunque abitabili per gli esseri umani, altri pianeti. Si tratta di un’ipotesi che ancor oggi risulta fantascientifica, ma che rivela un profonda inquietudine circa il futuro della Terra sulla quale incombe la minaccia di una catastrofe ecologica. In questo senso l’allestimento stesso della mostra porta nello spazio una costellazione di oggetti estranei in una sorta di colonizzazione.
Casa dei Risvegli Luca De Nigris – Emilio Fantin. pulsazione #1 ECO
1 – 3 febbraio 2019
L’Integratore è un dispositivo performativo ideato da Emilio Fantin in dimensioni variabili, una sorta di labirinto di reti metalliche e con un cuore centrale in tessuto non tessuto all’interno del quale sono posizionate sei sedute di metallo disegnate dall’artista. Quattro di queste saranno occupate dal pubblico e due da “narratori” coinvolti fra ex pazienti, pazienti, personale parenti e amici dei pazienti della Case dei Risvegli Fulvio De Nigris all’interno della quale ha trovato dimora l’installazione. L’evento è anche l’occasione per raccontare cosa succede quando l’arte contemporanea entra nei luoghi della terapia, e quando la terapia entra nei processi creativi, attraverso i protagonisti di questo scambio, invitati a confrontare idee, progetti ed esperienze vissute.
Direzione Generale Banca di Bologna – Matteo Fato. Stare a Cavaliere durante il giorno e nella notte
29 gennaio – 22 febbraio
Le due opere in mostra, in bilico tra pittura e scultura, sono due paesaggi di diverse dimensioni ognuno dei quali possiede un proprio doppio concomitante la cui presenza nello stesso spazio trasforma due dipinti in installazione. Nel progetto si incontrano le due direttrici principali della poetica di Matteo Fato: da una parte l’interesse per a pittura en plein air e dall’altra l’importanza del rapporto tra pittura e spazio circostante. L’allestimento, in uno spazio con un’ampia vetrina che dà sulla piazza, pone l’opera in una posizione quasi ‘di vedetta’, giorno e notte. Il titolo della mostra – Stare a Cavaliere durante il giorno e nella notte – allude dunque al contempo alla Piana del Cavaliere (la vallata sottostante Pereto soggetto dei due dipinti realizzati da Fato) e a questa posizione di ‘allerta’ nei confronti della realtà circostante, che diventa metafora dell’atto stesso del dipingere.
Oratorio di San Filippo Neri – Leandro Erlich. Collection de Nuagesa
28 gennaio – 3 febbraio 2019
Le nuvole di Leandro Erlich poste all’interno di imponenti vetrine sembrano sfidare le leggi della fisica. Quasi a voler catturare l’intangibile, la Collection de Nuages di Leandro Erlich sembra trasformare le nuvole in oggetti provenienti da un gabinetto di curiosità. Le tre vetrine ci invitano a un viaggio onirico, una passeggiata tra capricci di forme mutevoli ma immobili. Al cospetto di questa delicata bellezza sospesa, Leandro Erlich ci pone di fronte alla poesia di un fenomeno lontano, quasi permettendoci di toccare le nuvole del cielo che, secondo l’artista, con le sue luci, forme e colori condiziona la percezione che ciascuno di noi ha della propria città.
Palazzo Bentivoglio – Jacopo Benassi. Bologna Portraits
29 gennaio – 31 marzo 2019
La mostra curata da Antonio Grulli raccoglie una selezione di fotografie realizzate dal fotografo Jacopo Benassi durante i suoi soggiorni bolognesi negli ultimi anni ed inaugura il nuovo spazio espositivo. Il corpus centrale delle opere è composto da una serie di ritratti di personalità legate alla città: artisti, scrittori, imprenditori, uomini d’affari, baristi, stilisti, musicisti, animatori culturali, attori, ecc. Un centinaio di persone dalle età più varie, dai ventenni agli ultra novantenni, che fanno parte del paesaggio cittadino e che nella loro totalità compongono un mosaico che è un unico grande ritratto di Bologna oggi, fatto dei volti di alcune delle persone che la stanno animando e costruendo giorno dopo giorno. A queste immagini si mescolano fotografie notturne del giardino del palazzo che, assieme ai volti, creano una contestualizzazione spaziale che è anche metafora di stati psicologici e intimi dei soggetti ritratti.
Palazzo Vizzani Sanguinetti – ALCHEMILLA
1 febbraio – 16 marzo 2019
Un progetto site specific ideato per otto stanze, disabitate da ormai molti anni, di Palazzo Vizzani-Sanguinetti. La mostra si ispira a La poetica della rêverie del filosofo ed epistemiologo francese Gaston Bachelard e vede coinvolti David Casini, Cuoghi Corsello, Dado, Claudia Losi, T-yong Chung i cui lavori dialogano nelle sale del palazzo come se parole, lette o sussurrate. Ogni opera è pensata in relazione alle altre e in funzione della luce. Gli artisti in mostra sono uniti da tratti uniformi: la capacità di pensare la contemporaneità in forma tridimensionale, la presenza di una componente concettuale riconoscibile, la dimestichezza nell’adattare il proprio lavoro alle esigenze dello spazio, la permanenza di una sapienza manuale rintracciabile nella realizzazione dell’opera.
P420 – Adrian, George, Peter, Sofia e Tamina
31 gennaio – 30 marzo 2019
Cinque artisti, diversi processi pittorici, diverse geografie e storie, diverse battaglie con la forma, non connessi da una sovrastruttura spesso imposta nelle mostre collettive. Le opere di Adrian, George, Peter, Sofia e Tamina si rivelano al pubblico per la loro intimità e personalità in una mostra che sin dal titolo sottolinea la centralità dell’artista. Lo spazio di P420 conterrà in un sol colpo innumerevoli battaglie pittoriche: il rapporto colore-spazio, gli spazi neutri della tela, la gestualità e la sua assenza, l’interazione tra corpi, il contrasto tonale, il languore del pigmento, gli angoli della tela, il gioco, il flirt tra astrazione e figurazione, il nonsense, il tradimento dell’immagine.
Galleria de’ Foscherari – Vajiko Chachkhiani. Glass Ghosts
19 gennaio – 19 marzo 2019
All’origine del lavoro di Vajuko Chachkhiani vi è la Georgia, il suo paese natale, la cui cultura tradizionale diventa nelle sue opere potente immagine simbolica della condizione umana. La sua pratica artista si configura infatti come una drammaturgia spirituale, messa in scena tramite l’esplorazione di aspetti decisivi della vita umana, quali la morte, il rapporto irrisolto tra il passato e il presente e la cognizione individuale del dolore. Attraverso le sue sculture e installazioni, l’artista affronta condizioni psicologiche come la solitudine e la violenza, tracciando con esse un confronto serrato con la religione, la politica e la mitologia. Gli oggetti presa dalla cultura agricola e artigianala georgiana diventano metafore capaci di parlare di eventi storici e di cronaca, come nel caso Secret that Mountain Kept, della memoria collettiva e della temporalità dell’esistenza. In Chachkhiani le riflessioni filosofiche sulla libertà e sull’esperienza umana sono sottilmente evocate e interpretate mediante l’elaborazione di materiali di scarto e privi di valore d’uso, come rami di albero bruciati, ossa di animali, porte di capanne abbandonate e altri ancora.
Gallleriapiù – Débora Delmar. Stressed, Blessed and Coffee Obsessed
31 gennaio – 31 marzo 2019
Il progetto è un tentativo di portare collegamenti tra la funzione dei bar, in quanto luoghi ibridi tra funzione e tempo libero, consumo e produzione sociale e personale, e lo spazio espositivo all’interno del quale alcune scelte estetiche possono influenzare il nostro comportamento. L’artista analizza l’influenza della cultura europea dei caffè – originariamente un hub sociale, luogo per artisti e intellettuali – nello sviluppo delle città, nelle relazioni sociali e nelle interazioni e nello stile di vita contemporaneo divenendo un simbolo di status, cultura hipster e tradizione a seconda del contesto. L’indagine si sviluppa sulle dinamiche e le relazioni, talvolta anche legate alla classe sociale, che si instaurano tra produttore e consumatore, costruendo una rete produttiva che, dal locale al globale, delinea ideologie e permette la circolazione di immagini che diventano punti di riferimento amplificati, specchi falsanti.
CAR DRDE – David Casini. Nirvana
31 gennaio – 30 marzo 2019
Le sculture di David Casini coniugano tradizione e innovazione attraverso assemblaggi di delicati elementi prelevati dalla realtà, trasformati e inseriti in una nuova visione in bilico tra passato, presente e futuro. In occasione della sua seconda personale presso la galleria, David Casini presenta una serie di sculture inedite sul tema del paesaggio. Il paesaggio è quello toscano da cui l’artista proviene del quale mette in luce i luoghi su cui di solito non si ferma lo sguardo, che si tendono a dimenticare. Seguendo precise geometrie prospettiche, le fotografie di questi territori alquanto comuni, scattate con un cellulare, si posano su superfici di alluminio forato e schermi di cristallo temperato utilizzati per proteggere smartphone e tablet: così, bloccate e sospese, le immagini digitali acquistano una qualità distante dalla transitorietà a cui siamo abituati, una rilevanza che probabilmente non meritano. I paesaggi bidimensionali dialogano in maniera straniante, quasi surreale, con alcuni oggetti enigmatici che gravitano all’interno dello spazio scultura. Questi gusci, modellati su elementi organici e minerali, sono come nature morte, sollevate sulle basi di legno intarsiato che ricordano la pavimentazione delle sale espositive di alcuni importanti musei d’arte contemporanea.
LOCALEDUE – Giovanni Kronenberg. MONO 3
2 febbraio – 30 marzo 2019
Giovanni Kronenberg e la sua opera “Senza Titolo”, 2018 sono i protagonisti di uno dei cinque momenti espositivi di MONO, il progetto proposto da LOCALEDUE con lo scopo di produrre e mostrare una nuova opera cercato di evitare un approccio narrativo.L’intento è quello di osservare e conoscere un’opera neonata senza considerare le informazioni relative all’artista o al contesto curatoriale o espositivo, permettendo così un esercizio critico e l’opportunità di incontrare un oggetto artistico prima che questo entri nel sistema di conoscenza e rappresentazione dell’arte contemporanea assumendo significati e valori riconosciuti.
Porta San Donato – Patrick Tuttofuoco. ZERO (Weak Fist)
17 gennaio – 17 febbraio 2019
Dopo l’Arco di Augusto di Rimini e il cortile dell’Ambasciata Italiana a Berlino, l’opera ZERO (Weak Fist) approda a Bologna a Porta San Donato, punto di accesso al quartiere universitario e parte della città attraversata da flussi multiculturali che evidenziano la dimensione internazionale della città. Sviluppato come un intervento transitante, come scultura luminosa mobile per essere ricollocata in diversi luoghi, l’installazione ricerca le origini, acquisisce nuovi significati e espande la portata del messaggio per la formazione di un patrimonio culturale comune. Il pugno, utilzzato come simbolo allusivo, diventa allora al contempo presenza gioiosa e incombente.
Santevincenzidue – Giuseppe De Mattia – Giulia Marchi. Per il momento questo
30 gennaio – 3 febbraio 2019
La mostra mette in scena una relazione personale continuamente minacciata dalle trappole del sistema dell’arte, un rapporto d’amicizia che con alti e bassi cresce e si sviluppa in ambiti condivisi e l’incontro tra arte di superficie di De Mattia con la pratica filologica in relazione al linguaggio visivo di Marchi. Il segno come studio e la prassi come modalità di ricerca portano in mostra l’urgenza di riflettere sull’integrità del gesto e dell’”oggetto estetico”. Un percorso artistico è un percorso cognitivo, l’atto creativo è di per sé un momento di studio, di ricerca dove il mentale cerca la sua forma reale, dove il segno individua il suo lessico e diviene formale.
TRIPLA – Rob Chavasse. Shutter
31 gennaio – 14 febbraio
La mostra consiste in un murale a grandezza naturale, stampato direttamente sulle pareti con una pistola a getto d’inchiostro. Le vetrine dello spazio sono illuminate 24 ore su 24, 7 giorni su 7, sempre visibili dal pubblico. Dopo due anni di programmazione lo spazio di via dell’Indipendenza si avvia alla chiusura e per l’ultima mostra, Chavasse crea un’opera che rimanda al recente passato e al possibile futuro della galleria no-profit. La natura effimera delle opere ne rispecchia infatti la sua presenza temporanea. La pistola a getto d’inchiostro utilizzata dall’artista è originariamente destinata a scopi commerciali, normalmente impiegata per stampare sulle merci informazioni organizzate in singole linee. Chavasse si appropria delle sue funzioni hackerandone la stampa per sovrapporre linee di informazioni e codificarle in un’immagine di grandi dimensioni che specula sul futuro commerciale delle vetrine.
VOXEL – Alterazioni Video. FORZA UOVA
31 gennaio – 3 febbraio 2019
La prima mostra a Bologna del collettivo Alterazioni Video, si sviluppa come una mostra diffusa in cui gli artisti presenteranno le loro ultime produzioni creando un dialogo tra periferia e centro, come tra luoghi e contesti diversi. Presso Voxel, la palazzina colorata nel cuore melting pot della Bolognina, gli artisti saranno presenti con installazioni video, opere e props dalle ultime produzioni Turbo Film (visibili nella loro interezza al Cinema Medica), un genere cinematografico che si pone tra gli spaghetti western e il neorealismo di YouTube: spesso improvvisato e partecipato, si richiama agli albori del cinema mantenendo le sue radici nell’arte contemporanea. Una vera e propria immersione nella pratica artistica del collettivo e nelle tematiche dei loro ultimi lavori. A Voxel sarà presentata un’installazione inedita ispirata al video Guerra e Pace di recente girato in Russia dagli artisti, sul tema delle “fake news”).
FIERE
Arte Fiera
1-4 febbraio 2019
“Con l’edizione 2019, ArteFiera intraprende un percorso di rinnovamento su tutti i fronti, dall’immagine grafica al public program. È una fiera che fa della propria italianità un punto di forza, ma con uno standard di qualità internazionale; che sfrutta la propria forza sul moderno e l’arte postbellica, ma guarda alle tendenze contemporanee; che rafforza il suo legame con Bologna e la sua regione.”
Simone Menegoi, Direttore Artistico di Arte Fiera
Palazzo Isolani – Fruit Exhibition 7
1 – 3 febbraio 2019
Per la prima volta a Palazzo Isolani, la settima edizione della fiera internazionale dedicata all’editoria indipendente ospita oltre 100 tra i migliori editori indipendenti italiani e stranieri, oltre ad un programma di conferenze, workshop, mostre e installazioni. Come omaggio alla capacità di sorridere degli imprevisti e dei piccoli e grandi paradossi della vita quotidiana, il focus di questa edizione è dedicato allo humor. Perché in Italia per occuparsi di cultura (e di editoria) è sempre necessario un po’ di buon-umore, perché c’è bisogno di leggerezza, di colori shock, di stupore, di ironia, di satira e anche di humor nella sua accezione viscerale di fluido corporale, forza vitale che trascina al di là della forma e degli stili.
Palazzo Pallavicini – SetUp
31 gennaio – 3 febbraio 2019
Gli espositori di SetUp sono chiamati a proporre un progetto curatoriale con un massimo di tre artisti under 35 presentati da un testo critico di un curatore under 35. Il tema scelto per questa edizione è Itaca, l’Isola di Ulisse in quanto fine delle sue avventure, il motore dei suoi viaggi, ma anche l’isola il cui cammino diventa meta. Oltre alle gallerie in programma anche la sezione OFF Projects con il progetto del fotografo Luca Maria Castelli, una sezione video/installazioni con la mostra, un’opera site-specific di Caterina Morigi e la video installazione di Barbara Baroncini.